Per un 14 febbraio di lotta!

Sciopero generale della scuola! Mandiamo a casa la ministra Azzolina!

I sindacati confederali e corporativisti, di fronte alla totale chiusura nei confronti delle le loro minime richieste da parte della ministra per l‘istruzione Lucia Azzolina, hanno risposto con la convocazione di uno sciopero per la giornata del 17 marzo.

Uno sciopero parziale, divisivo e tardivo. Riservato soltanto ai precari della scuola, che va contro ogni forma di unità tra lavoratori, assecondando le logiche di divisione portato avanti da decenni dai vari governi. Uno sciopero che non tiene conto tematiche come l’autonomia differenziata ed il salario.

Concorso o macelleria sociale? Un concorso per soli 24mila posti, nonostante le cattedre vacanti nella scuola secondaria si aggireranno intorno a 150mila posti nel prossimo anno, ci fan sperare ben poco. Il fatto che siano previste 80 domande a cui rispondere in soli 80 minuti, tantomeno. Nella valutazione dei titoli, conteranno più i corsi di lingua inglese che gli anni di servizio, umiliando così il lavoro di migliaia di insegnanti.

Uno sciopero dal basso. Dai Coordinamenti di docenti precari che sono sorti in tutta Italia è nata la proposta del 14 febbraio per una giornata di sciopero per la stabilizzazione di tutti i precari della scuola, per un rinnovo del CCNL con salari adeguati alla media europea, per il contrasto ad ogni progetto di autonomia differenziata e all’alternanza scuola lavoro. La proposta è stata raccolta da diverse realtà del sindacalismo di base, come la Cub, il Sgb, l’Adl Cobas, l’Usi Cit, il Sial Cobas ed i Cobas Scuola Sardegna, che stanno lavorando con i coordinamenti per l’organizzazione di cortei e presidi in tutta Italia per il 14 febbraio. Non meno importante è stata la posizione assunta dall’area di opposizione in Cgil Riconquistiamo Tutto, che ha solidarizzato con lo sciopero, auspicandone la massima partecipazione. Negativo è invece l’atteggiamento di chiusura assunto da parte delle dirigenze dei Cobas Scuola e della Usb Scuola, in una logica settaria e autocentrata. 

Come Partito Comunista dei Lavoratori, per combattere il precariato e contrastare il palese progetto di progressiva privatizzazione della scuola, proponiamo:

Stabilizzazione di tutti gli insegnanti della scuola. Siamo per un piano di assunzioni che parta dalla trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto e l’ingresso di tutti gli insegnanti con tre anni di servizio in un processo di formazione e stabilizzazione che non sia diviso. Oggi migliaia di insegnanti abilitati sono ancora senza ruolo, basti pensare ai 2000 vincitori del concorso 2016 ed ai 5000 vincitori del concorso 2018, abilitati con le SSIS ed i PAS.

Un grande piano di lavori pubblici per la scuola. È urgente provvedere al risanamento degli oltre 2400 siti scolastici nei quali è stata accertata la presenza di amianto e alla messa in sicurezza di tutte le scuole i cui plessi non sono a norma di criteri antisismici.

No al blocco per i neoassunti, sia esso quinquennale che triennale. Con ciò condanniamo fermamente il progetto avanzato dalla ministra Azzolina di deportare, in cambio del ruolo, migliaia di docenti dalle regioni meridionali costringendoli per cinque anni a vivere in altre regioni o province.

Internalizzare tutti gli educatori. Il settore delle cooperative sociali è una vera giungla dove migliaia di educatori sono sfruttati con salari minimi: assunzione di tutti gli educatori con lo stesso profilo negli enti locali.

Un aumento salariale significativo. È quanto mai urgente avvicinare sostanzialmente gli stipendi del settore agli standard europei e recuperare quanto perso in 9 anni di blocco del rinnovo contrattuale, dato che ciò non è avvenuto con lo scorso CCNL, per tutte le figure professionali operanti nella scuola.

No ad ogni proposta di autonomia differenziata. L’esempio dei docenti del Trentino Alto Adige è a portata di mano. Alle 18 ore settimanali sono aggiunte 2 ore in più da prestare eventualmente per supplenze. Inoltre, tutti i docenti altoatesini devono prestare ben 220 ore annue come attività funzionali. Il tutto in cambio di un aumento lordo di poche centinaia di euro.

Con queste rivendicazioni il Partito Comunista dei Lavoratori è al fianco dei coordinamenti dei precari della scuola, e dà il suo contributo affinché il 14 febbraio sia una giornata nazionale di lotta che blocchi ogni scellerato progetto di precarizzazione degli insegnanti e mandi a casa questo ennesimo governo nemico dei lavoratori.

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