Primo maggio: scritto di getto
Di Rossosconclusionato
Difficile scrivere qualcosa di nuovo su questo piovoso primo di maggio. Ma si può tentare una sommaria descrizione di ciò che -passano- -i molossoidi sdentati -, ovverosia i capi di CGIL-CISL -UIL, che dai palchi imbandierati arringano le masse. Abbaiano contro i padroni che:” Se ne fregano della sicurezza”. Con parole semplici, frasi schiette e gli occhi infiammati dall’indignazione, denunciano “La -vergogna- del lavoro povero e del precariato”. Però non mordono, ovviamente; come potrebbero senza denti? Chiedono al Governo di cambiare le politiche sul lavoro: “Perché non si può andare avanti così”. Magari faranno uno sciopero di due ore in autunno, o fra una settimana, forse addirittura domani. Ancora non si sa. Quello che si sa è che sarà uno sciopero molto educato, per non disturbare la produzione e la circolazione, ma duro e
determinato. Contemporaneamente al Circo Massimo diecine di migliaia di giovani assistono al concertone.
C’è una grande scritta alla sommità del palco, che non si può ignorare: “Costruiamo un’Europa di pace, lavoro e giustizia sociale”. Parole giuste, date le circostanze. Parole belle, che infiammano gli animi e la speranza di un futuro splendente. Artisti giovani e meno giovani si alternano sul palco, chi bravo e chi meno bravo, ma il messaggio è chiaro, univoco:” Ragazzi non abbiate paura di essere voi stessi. E non abbiate
paura di sbagliare, perché sbagliando si impara”. Consigli che cambiano la vita, che ispirano nuove idee, che accendono la -famosa-lampadina nel cervello; che è quello che ci vuole per questa generazione di insicuri e scontenti. E gli operai dove sono? Un po’ qua, un po’ là, un po’ dappertutto, ma la maggioranza riposa. Piove, andare in giro non conviene. Governo ladro!
Anche se in ritardo, buon primo maggio!