Un solo Stato in Palestina


-Due popoli due stati-: affabulazione trita e ritrita della sinistra catto-comunista decadente, nonché dell’altrettanto decadente sinistra democratica borghese e riformista; che svicola dal prendere posizione sulla mattanza dei palestinesi. Come è possibile che in Palestina, terra di incrocio fin dall’epoca arcaica delle antiche civiltà d’oriente e d’occidente e culla di religioni, possano convivere due Stati che al momento non potrebbero
che essere confessionali: Israele, Stato confessionale fin dalla fondazione, bastano il nome e i simboli sulle bandiere per certificarlo, e l’ipotetico Stato palestinese governato da Hamas? Su quali basi di riconoscimento reciproco queste entità divise dal fanatismo religioso dovrebbero trattare? Inoltre, se guardiamo la mappa, il territorio dello Stato palestinese si dividerebbe in due regioni, con Israele nel mezzo: Cisgiordania, ora occupata da centinaia di migliaia coloni armati fino ai denti, che sono pure al Governo di Israele, e la Striscia di Gaza, dove lo Stato che ci piaccia o no è Hamas. Relativamente, in Cisgiordania risorgerebbero gli Zombi del trattato di Oslo, ovvero la burocrazia dell’ANP, corrotta e borghese? Oppure anche qui prevarrebbe Hamas? Ma se ragioniamo in termini di Stati su base etnico- culturale, che è ciò che fanno i sostenitori di -due popoli due Stati-, di Stati ve ne sarebbero più di uno anche in Israele. Lo Stato israeliano, democratico per legittimazione occidentale, è diviso perlomeno in due popoli: gli ortodossi, isolati nei loro riti settari ( leggi affari) ed esentati dal servizio militare, (eccoli i pacifisti) e tutti gli altri che vanno in guerra per proteggerli. Senza contare gli ultimi arrivati, cioè i coloni di Cisgiordania; i quali hanno poco a che fare con gli israeliani di origine europea. Probabilmente lo stato israeliano, non reggerebbe senza il conflitto con i Palestinesi; si disgregherebbe in comunità separate, con usi, costumi e modi diversi di intendere la religione. La religione, presunta universale, unisce i popoli solo formalmente, in realtà li divide o li rende oppressori di altri popoli.
La pace si ottiene dall’unione dei popoli, dall’eguaglianza e dal rispetto reciproco, non certo dalla separazione fra Stati, per di più confessionali. Se Gaza è una prigione, Israele è rimasto, peggiorando, un campo profughi di lusso, con la paranoia della sicurezza: paradigma dei tempi moltiplicato per cento. Il mondo ha accettato l’esistenza degli ebrei, il Governo israeliano fa di tutto per farli odiare, dagli arabi e non solo; lasciando aperta una voragine per le schiere del fascismo islamico. Anche i palestinesi dovrebbero liberarsi da Hamas, ma questo sarà possibile soltanto se il proletariato arabo, tutti i mussulmani in controtendenza, sapranno secolarizzare la religione, come è già successo nel vicino occidente. Un solo Stato, in Palestina, laico e socialista.

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