Ilva: un accordo contro il lavoro e contro l’ambiente -Sciopero generale!

L’accordo raggiunto da CGIL-CISL-UIL e USB non tocca infatti i cardini dell’ipotesi Calenda:
E’ un cedimento, sul piano dei diritti e della salute. Ormai da tempo questo è un modello di riferimento: esodi incentivati e qualche posto di lavoro in cambio dei diritti, anche quelli fondamentali (come sicurezza e salute). Questo scambio oggi è stato sottoscritto anche da USB. Avrebbero potuto battersi per una soluzione diversa: far saltare questa vendita e lottare per la nazionalizzazione. La FIOM non ci ha mai creduto. USB ha preferito invece lasciare questa parola d’ordine ai cortei del sabato, preferendo firmare l’accordo e chiudere così, senza frizioni con il governo 5 stelle, la vicenda ILVA.

– Arcelor Mittal impiegherà solo 10.700 lavoratori (per Genova ci sarà una trattativa a parte), 8.200 dei quali a Taranto. Dovranno sottoscrivere “dimissioni consensuali”, rinunciando alla continuità garantita dall’art. 2112 del Cod. civile (cessione di ramo d’azienda) che prevede uguale inquadramento, retribuzione e luogo di lavoro.
– Gli esuberi sono 3.100, ai quali verrà fatta una proposta di esodo incentivato (da 15 mila a 100 mila euro lordi).
– Con la nuova assunzione, si dovrà rinunciare ad intentare qualsiasi causa per malattie o danni causati dal datore di lavoro (art.2087 Cod. civ.), anche per chi accetta l’esodo anticipato.
– Chi non verrà assunto, subito potrà usufruire della cassa integrazione per un periodo massimo di 7 anni.
– Entro otto mesi (con qualche anticipo rispetto Calenda) l’azienda dovrà coprire il 50% del parco minerario.

E’ un cedimento, sul piano dei diritti e della salute. Ormai da tempo questo è un modello di riferimento: esodi incentivati e qualche posto di lavoro in cambio dei diritti, anche quelli fondamentali (come sicurezza e salute). Questo scambio oggi è stato sottoscritto anche da USB. Avrebbero potuto battersi per una soluzione diversa: far saltare questa vendita e lottare per la nazionalizzazione. La FIOM non ci ha mai creduto. USB ha preferito invece lasciare questa parola d’ordine ai cortei del sabato, preferendo firmare l’accordo e chiudere così, senza frizioni con il governo 5 stelle, la vicenda ILVA.

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