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La testa di Saviano? Buona solo da usare come ariete…

Al momento di marciare molti non sanno
che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda
è la voce del loro nemico.
E chi parla del nemico
è lui stesso il nemico.
[B.Brecht]

di M.R. “Ci sono due cose infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi” (A. Einstein) Aveva ragione Einstein e a comprovare l’esattezza della sua affermazione basta un nome: Roberto Saviano.
Questo “paladino per soldi” ed “eroe de vojartri” è infatti quanto di più deleterio la nostra malata società potesse creare. Non pago di avere ingannato mezza Italia con un libro pieno di ovvietà e con un fantomatico “pericolo di morte a causa di minacce della camorra” (che non gli ha, però, impedito di scorazzare in lungo e in largo per lo stivale a promuovere il suo prodotto), il giovane miliardario a stipendio da Berlusconi  ha realizzato con l’altrettanto colpevole complicità di Fazio e di tanti illustri ex cervelli di sinistra, “Vieni via con me” un programma televisivo prodotto da Endemol,un’azienda controllata in Italia da Mediaset al 33%.
Un programma che, a voler essere generosi, può essere definito “qualunquista e fuorviante” ma se, si vuole invece essere obiettivi, lo si deve riconoscere quale colossale manovra mediatica, ultima speme di un quarto potere borghese, per sedare le coscienze di quanti un po’ svegli ancora lo sono ed hanno conservato la capacità di indignarsi e protestare. Ce l’ha fatta? A leggere i commenti e le note sui social network, con citazioni ed ovazioni che si sono sprecate per tutto il tempo delle puntate, si direbbe che in buona parte ci sia riuscito.
Però non tutte le coscienze si sono addormentate, e in piazza il 14 dicembre ne sono scese tante; ecco allora che il pelato più amato dagli italiani, l’amico e genero carissimo di Corrado Passera ci ha riprovato oggi con una “lettera aperta agli studenti” pubblicata sul quotidiano di De Benedetti (io la scena la immagino così: -scena interna, vini di qualità su un tavolo con una cena appena consumata -Riunione a casa di Passera, ci sono Fini, Vendola, Fazio, De Benedetti e Bersani, Berlusconi è a telefono in viva voce che ordina: “Parlaci tu Roberto con questi qua che a te ti stanno a sentire….” – la scorta annuisce -).

Vincendo la nausea e la paura di ungermi il cervello, leggo l’esercizio di servilismo, dove Saviano imita il suo grande idolo Pasolini e dalla sua posizione di Santo-Icona ci spiega cos’è buono e cos’è cattivo, dando il via alla criminalizzazione del movimento. I primi a farne le spese saranno i ragazzi in stato di fermo a Roma (uno dei quali ha – a conferma del fatto che i poliziotti sono stati questa volta davvero civili – i testicoli spappolati dai calci delle guardie).

L’inizio già è terrificante: “Chi ha lanciato un sasso alla manifestazione di Roma lo ha lanciato contro i movimenti di donne e uomini che erano in piazza, chi ha assaltato un bancomat lo ha fatto contro coloro che stavano manifestando per dimostrare che vogliono un nuovo paese, una nuova classe politica, nuove idee.” E prosegue: “Ridurre tutto a scontro vuol dire permettere che la complessità di quelle manifestazioni e così le idee, le scelte, i progetti che ci sono dietro vengano raccontate ancora una volta con manganelli, fiamme, pietre e lacrimogeni. Bisognerà organizzarsi, e non permettere mai più che poche centinaia di idioti egemonizzino un corteo di migliaia e migliaia di persone. Pregiudicandolo, rovinandolo.”

Parole gravi, pensieri criminali espressione della peggiore borghesia, ma l’idolo del popolino non si ferma qui e ne dice una ancora più grossa: “Così inizia la nuova strategia della tensione, che è sempre la stessa: com’è possibile non riconoscerla? Com’è possibile non riconoscerne le premesse, sempre uguali? Quegli incappucciati sono i primi nemici da isolare. Il “blocco nero” o come diavolo vengono chiamati questi ultrà del caos è il pompiere del movimento. Calzano il passamontagna, si sentono tanto il Subcomandante Marcos, terrorizzano gli altri studenti, che in piazza Venezia urlavano di smetterla, di fermarsi, e trasformano in uno scontro tra manganelli quello che invece è uno scontro tra idee, forze sociali, progetti le cui scintille non devono incendiare macchine ma coscienze, molto più pericolose di una torre di fumo che un estintore spegne in qualche secondo”.
Ignorante, oltre che servo del potere, dimostra di non sapere neppure lontanamente cosa sia la strategia della tensione. La lettera continua con numerose altre parole, riportando a pappagallo versioni che si sono ripetute per decenni, tutte con lo stesso fine ultimo di istigare i giovani a rinunciare al conflitto e ad adagiarsi dentro il sistema, accettandone passivamente le regole.
D’altra parte era prevedibile; l’effetto di depotenziatore dei conflitti sociali è la ragione per cui è stato costruito, attraverso una sofisticata operazione culturale ed editoriale, il fenomeno Saviano, che puntualmente esterna le sue infamità nel momento di massima attenzione dei media e proprio quando emergeva il carattere prorompente e cacofonico di un evento politico di massa.
Concludo questo sfogo con un’esortazione a chi in questi giorni è sceso in rivolta nelle piazze: isoliamo Saviano immediatamente, non diamo spazio a questo sciacallo; se non lo fermiamo subito tanto vale smettere di combattere e tornare a casa a guardare la tv.

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19 risposte

  1. Danilo ha detto:

    cancellate anche i commenti che non gradite eh?? proprio da democratici quali voi siete… non sapete dialogare, non sapete vivere…Solo lamentarvi, essere violenti e continuare a inseguire i fasti di un'utopia che ha dimostrato di essere tale già più di 80 anni fa.

  2. Anonimo ha detto:

    Se commenti va bene, ma se insulti, come hai fatto prima che cosa li lasciamo a fare?
    Comunque te che sai vivere dicci un pò che cosa fai nella vita… il figlio di papà o il servo?

    militante PCL -Cesena

  3. Danilo ha detto:

    Ah per te caro militante esistono solo queste due categorie oltre ai proletari sfruttati, ovviamente?? Io studio in giurisprudenza e sono figlio di una coppia che mi ha avuto a 18 anni appena compiuti, che si sono fatti il culo da giovani e che sono riusciti ad aprirsi le proprie attività.
    Tanto per voler mettere i puntini sulle i aggiungo che mia mamma per pagare lo stipendio alle 2 dipendenti si prende uno stipendio e contributi part time lavorando 10 ore al giorno… questo è essere figlio di papà o servo??

  4. Anonimo ha detto:

    Da quello che dici sei sicuramente un figlio di papà.
    Poi se i tuoi si son “fatti il culo” non significa che tu per osmosi sei degno di rispetto …a parte il fatto che è da verificare anche se son davvero degni di rispetto (considerando le banalità che scrivi probabilmente hai avuto un infanzia difficile, forse avevi i genitori troppi impegnati a far carriera).
    Infine se le due dipendenti le tiene significa che rendono altrimenti le lascerebbe a casa…
    stammi bene

  5. Danilo ha detto:

    Io non voglio il tuo rispetto visto che io non lo porto per te.
    La mia infanzia è stata felicissima e serena e ho la fortuna di avere una famiglia di cui andare fiero, nonni compresi.
    Forse è andata qualcosa storto a te visto la rabbia sociale da emarginato che covi.
    Non esiste la lotta di classe, non esistono padroni, non esistono servi.
    Sono parole di un secolo scorso, evolviti.

  6. Anonimo ha detto:

    Se io combatto per la mia classe (qui ed ora e non nel 1800) significa che la lotta di classe c'è e se te perdi il tuo tempo per scrivere su di un blog che fa della lotta di classe la sua bandiera significa che ci temi.
    E' giunto il nostro tempo.
    stammi bene

  7. Danilo ha detto:

    Quale tempo?? il tempo dello 0,3 o dello 0.4%?? Perchè non mi pare che il vostro riscontro popolare sia più alto… è triste dire che i voti al nord ve li ruba la lega, ma sono meno pericolosi di voi.
    Tu combatti per la tua classe perchè hai subito un indottrinamento, non so se a casa o a scuola o dagli amici, ma la capacità di guardare la società, la statura del tuo spirito critico, sono più basse che di un tuo compagno del 1800 probabilmente. Almeno lui aveva ragione a incazzarsi!
    Ti scrivo qui semplicemente perchè adoro parlare di e incazzarmi per la politica.
    E questo blog mi fa davvero incazzare in ogni articolo, ed è un piacere commentarlo. Dovresti ringraziarmi visto che sono l'unico!

  8. Anonimo ha detto:

    Ahah cero che fai proprio ridere, comunque son contento che ti faccia incazzare.

    Andiamo con ordine:
    1- Il consenso elettorale non ci interessa, ciò che ci interessa invece è riuscire a costruire nuclei di fabbrica e coordinamenti studenteschi… e questo ci riesce. Per quanto ci riguarda costruiamo il partito per salti e non attraverso un processo lineare… anche perchè il “consenso” non è statico ma è in divenire, così come i processi storici.
    2-Io combatto per la mia classe perchè sono le condizioni sociali che determinano le idee, se tu sei cresciuto nella bambagia non significa che tutta la questa fottuta generazione lo sia. E' quindi la mia condizione sociale che genera la mia rabbia… è la mia rabbia che mi ha spinto a documentarmi e ad organizzarmi.

    Come diceva Debord: La vittoria sarà di coloro che avranno saputo provocare il disordine senza amarlo… è per questo che sono convinto che possa essere giunto il tempo di una società senza classi…

  9. Danilo ha detto:

    Ecco, ci mancava la citazione da pseudo intellettuale.
    Mi spiace per te ma le classi devono esserci… Non classi rigide di padroni e schiavi ovviamente, ma l'idea di una società dove sono tutti spianati fa schifo.
    DEVE esistere una meritocrazia, altrimenti il singolo non è incentivato a produrre e migliorare.
    Se poi mi dici che bisogna combattere gli abusi, gli approfittatori, gli opportunisti, io sono assolutamente d'accordo.
    Ma c'è modo e modo di combatterli, e quello giusto non è certamente il tuo.
    Ah non so se qualcuno ti avvisato ma il tempo per una rivoluzione rossa in italia è già passato, era tra il 1919 e il 1920!
    Peccato che sia andata male.

  10. Anonimo ha detto:

    A la meritocrazia! Di banalità in banalità… Secondo te una società in cui non si parte tutti dalle stesse condizioni sociali può dirsi meritocratica?
    Credi che il figlio di un Corrado Passera o di un Marchionne parta dalle stesse condizioni, quindi con le stesse opportunità del figlio di un disoccupato o di un operaio?
    La meritocrazia in regime capitalista non esiste, è il regno nepotista dell'ingiustizia in cui i figli di chi ha ereditano denaro e potere ne conservano il dominio.
    L'immobilità sociale in questa società è imbarazzante per sino per i liberali!
    I processi rivoluzionari del passato confermano l'ipotesi rivoluzionaria per l'oggi e per il domani. Non c'è una scadenza per l'ipotesi rivoluzionarie finchè esistono contraddizioni pronte ad esplodere.
    stammi bene

  11. Danilo ha detto:

    Sei tu che citi banalità!
    Quanti marchionne ci sono in italia?? E' forse una colpa essere un dirigente?? Semmai ha avuto il grande merito di arrivarci! Se non lo sai è un figlio di emigrati italiani dalla jugoslavia in canada, scappati dal tuo amico tito.
    Non è figlio di un industriale o di chissà chi, se è là non gli ha regalato niente nessuno.
    La tua è solo gelosia e frustrazione, sai solo lamentarti e non fai nulla per cercare di emergere dalla condizione di nulla in cui sei.
    Se vali, avanzi.
    Conosco tantissime persone figlie di operai, di pensionati, che hanno studiato, a cui lo stato ha dato la possibilità di studiare, visto le borse di studio e le agevolazioni che il nostro stato ci dà, che si sono laureate e che ora hanno una bella professione e guadagnano bene.
    Per cui se non hai avuto voglia di studiare, di metterti in discussione, non lamentarti.
    Se tu avessi passato a studiare cose importanti davvero anche solo la decima parte del tempo che hai passato a studiare scritti di santoni della 'rivoluzione' forse non staresti qui a parlare di fantomatiche e utopiche rivoluzioni.

  12. Anonimo ha detto:

    Su una cosa siamo d'accordo, ed è che siamo in disaccordo.

    1- Chiedi quanti Marchionne ci sono in Italia? Pochi e ciò che contrastiamo è esattamente il governo dei pochi sulla maggioranza.
    2-E' forse una colpa essere un “manager” di una corporation? In questa società no… ma noi vogliamo un'altra società in cui il controllo sia operaio.
    3- Con Tito non ho nulla a che spartire questo d'altra parte è un blog trotskista, caschi male.
    4- Non provo “gelosia” ma odio di classe, poi tu chiamalo come vuoi sai che mi frega.
    5- Ho studiato non ti preoccupare e se la mia laurea non è spendibile nel loro mercato del lavoro il mio diploma potrebbe esserlo tuttavia sai com'è non è facile comunque trovar un lavoro decente, anzi è già difficile trovare lavoro in questa società basata sul profitto e la delocalizzazione.
    Ma da quello che scrivi son sicuro che tu non sai nemmeno che significa cercar lavoro e ancor meno lavorare.
    Se vali avanzi… che vaccata!E poi che c'era la marmotta che confezionava la cioccolata, un pò di serietà per dio!

  13. Danilo ha detto:

    E' appunto la serietà che manca a te.
    Se assumessi posizioni un pochino meno estreme saresti più credibile! Trotzky era uno che voleva l'utopia nell'utopia. Dimmi un po, tra tutti gli operai che ci sono, quanti sarebbero in grado di controllare uno stato? Quanti hanno un grado di cultura sufficiente a farlo?
    Non pensi che il tuo cosiddetto controllo operaio si trasformerebbe in un potere oligarchico?
    E secondo te quei pochi che sarebbero in posizioni di controllo si comporterebbero ancora da operai, o farebbero esattamente come se non peggio di quelli che tu chiami padroni??
    Sveglia! Le favole non esistono

  14. Anonimo ha detto:

    Verrebbe da dire meglio le favole che l'incubo capitalista. Tuttavia, sono schifosamente realista e pure un pò cinico, quindi:
    Trotsky ha partecipato da protagonista ad un processo rivoluzionario quindi non ha descritto nessuna “società utopica” ma ha tracciato una linea d'azione.
    Il controllo operaio può avvenire persino in regime capitalista (se per un breve periodo) guarda al caso argentino delle fabbriche occupate ne 2001(Zanon-Fasipat, Brukman, ecc)e a quello recente italiano della Insse 2009: in nessuno di questi casi i lavoratori si sono burocratizzati.
    Mentre la democrazia consiliare (che può esistere solo in funzione del socialismo) ha nella revocabilità delle cariche il suo antidoto alla burocratizzazione.
    La faccio breve ma potresti trovare molto materiale a riguardo anche su questo blog ma ti consiglio se sei interessato al tema di studiarti Rakovsky “I pericoli professionali del potere”, ma anche di Trotsky “La rivoluzione tradita”…

  15. Danilo ha detto:

    No grazie tranquillo, non ho interesse a riguardo…
    Io comunque non mi riferivo all'amministrazione di una singola azienda o fabbrica, ma all'amministrazione di uno stato.
    Sai bene quanto me che il modello socialista non è attuabile senza una fortissima burocratizzazione, e che la situazione che viene a crearsi diventa peggio che quella che c'era al punto di partenza.
    Basta guardare la storia per capirlo, non mi pare che tu e i tuoi amici abbiate la bacchetta magica o siate delle grandi menti illuminate. Riproponete una teoria vecchia di un secolo che, ahimè, ha dimostrato ampiamente il proprio fallimento.

  16. Anonimo ha detto:

    Sia Rakovsky nel “I pericoli professionali del potere”, che Trotsky con “La rivoluzione tradita”, affrontano il tema che poni e non sono certo le uniche analisi su questo tema, ma tanto tu limiti al superficiale… A te piace discutere senza conoscere quindi che vuoi che ti dica: auguri. Poi lasciamelo dire in tutta franchezza non mi sembra che al momento ci siano teorie “più valide” e rispetto al pensiero liberale il marxismo è decisamente più “giovane”.

  17. Danilo ha detto:

    Eh si, scritti che sono più vecchi di mio nonno e più pomposi e gonfi di retorica della santa bibbia…
    Semplicemente non bisogna cercare chissà quali teorie utopistiche… bisogna impegnarsi e migliorare quello che si ha!
    Poi se qualcuno ci riesce mentre altri preferiscono gioire per le violenze di piazza e continuare a far sogni non è colpa mia.

  18. Anonimo ha detto:

    Senti finiamola qui, di discutere con uno che parla pontifica su dei testi che non solo non ha letto, ma nemmeno ha intenzione di leggerli mi sembra ridicolo.
    Infine e qui concludo veramente, dal tuo pulpito dici: bisogna impegnarsi e migliorare quello che si ha.
    Vedi a costo di essere retorico ti dico che chi non ha nulla non ha che da perdere le proprie catene e un mondo da guadagnare.

  19. Danilo ha detto:

    Con quello che si ha intendevo la propria posizione, mi sono espresso male…
    Concludo con una frase retorica anche io tanto c'è ben poc'altro da discutere ormai.
    Ieri guardavo un video, questo http://www.youtube.com/watch?v=CrJC7l5Pn-k e vedendo e sentendo delle emozioni così trionfali ho pensato che se gli italiani hanno creato cose simili sono ancora in grado di fare cose bellissime.
    Non sarai d'accordo ma guardalo che è sempre un piacere.
    Dasvidania tovarish

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