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AMBIENTALISTI? NO, ANTICAPITALISTI!

di Leo- La scrittrice Naomi Klein, passata alla ribalta con il libro “No Logo” considerato il manifesto dei no global, ha rilasciato un’interessante intervista sul disastro dell’uragano Sandy verificatosi a New York. 
Ho tratto alcuni punti chiave dell’intervista “…Il movimento ambientalista è dove deve essere in questo momento, e ha come obiettivo l’industria degli idrocarburi. In questa città è arrivata prima la crisi finanziaria con Wall Street, e ora viviamo quella ecologica con Sandy…nel 2008 tutti abbiamo pagato per la crisi prodotta dall’avidità di pochi…Ai cambiamenti climatici non si risponde con il mercato, e neppure con i comportamenti virtuosi dei singoli («riciclo, vado in bicicletta…»)…il tema ambientale è escluso dal dibattito politico…il movimento “Occupy Sandy” ha occupato il vuoto lasciato dalle istituzioni: c’era e c’è un drammatico bisogno di aiuti a New York e la novità sta nel fatto che questi vengono organizzati nella forma del mutuo soccorso…” 
Si può quindi scorgere il limite e l’incertezza del risultato della lotta ambientalista: nonostante l’impegno della scrittrice, utile sicuramente a esporre al grande pubblico le tematiche ambientali, permane quell’idea speranzosa dell’intervento della “borghesia buona” che dal Congresso Americano (o comunque da qualunque aula parlamentare), possa intercedere a favore del popolo, per qualche riforma . 
La risposta dei cittadini è il movimento “Occupy Sandy”, che sta organizzando gli aiuti nella forma del mutuo soccorso, mentre il sindaco di New York sta pensando di aumentare i biglietti della metro per poter recuperare le spese della ricostruzione. 
La Klein quindi rimane sbigottita del fatto che, per rimediare ai danni del disastro ambientale, si possa rispondere con la tassazione di chi usa i mezzi pubblici (colpendo così i più “green”)… 
Anche la Klein quindi, dall’alto della sua onniscienza ambientalista ( che non ha alcun spunto polemico ) si sta arrendendo al sistema economico in essere (sempreché si sia posta mai il problema…). 
Sembra che per lei la risposta unica e possibile sia la costituzione di “movimenti” in attesa di una riforma parlamentare. Ma come sarà mai possibile attendere una riforma anti-lobby dei parlamentari se loro stessi sono al libro paga delle stesse lobby? 
Questi movimenti sono di natura temporanea, poiché nascono per un’esigenza attuale. Non possono quindi avere futuro, se non un facile dissolvimento, perché non hanno un progetto alternativo, un fine ultimo superiore . In definitiva un movimento che ha origine solo da una contingente necessità, può definirsi riformista e non rivoluzionario del settore, in quanto non sviluppa nessuna logica di rovesciamento del sistema capitalistico globale. 
Tragicomica è questa affermazione della Klein: “…Ho spesso partecipato a campagne che chiedevano a un determinato gruppo industriale di smettere di sfruttare il lavoro in maniera indiscriminata o che sostenevano regimi militari. In questo caso è diverso. Non cerchiamo di chiedere, che so, ad Apple di pagare di più i lavoratori in Cina. Nel caso delle compagnie che fanno affari con i combustibili fossili è il nocciolo del business a essere un problema. Il loro piano d’affari è una dichiarazione di guerra alla vita sulla Terra … Nelle case popolari ci saranno comitati e magari finiranno col chiedere pannelli solari sui tetti. Quei pannelli che avrebbero potuto cominciare a fornire energia il giorno dopo Sandy, se ci fossero stati…”. 
Parrebbe quindi dichiarare che a lei non interessa dell’imperialismo capitalista, causa dello sfruttamento dell’uomo (e della Terra)! Tecnicamente parlando appare che non consideri minimamente che un evento naturale, come una lieve grandine, possa danneggiare un impianto fotovoltaico! 
Quindi a nome di chi e a che lotte sta aderendo? 
Ma la cara scrittrice vola in aerei a pedali per presenziare a tutte le convention, o sta collaudando un nuovo aereo a celle fotovoltaiche? 
Gira a cavallo o meglio, con il SOMARO!?! 
Assecondare le lotte dei lavoratori, per un fine puramente “ambientalista” appare piuttosto effimero. 
E’ come nel 2009 in Formula 1 dove furono pitturate di verde i pneumatici, per dare un segno di sensibilità verso l’ambiente! Ammettendo la possibile e completa dipendenza dell’uomo dall’energia verde (se così si possono definire tutte ) cosa ne faremo dei lavoratori? 
Le parole della Klein sembrerebbero affermare che il futuro dei lavoratori sia quello di continuare ad essere sfruttati in qualche fabbrica di celle fotovoltaiche. 
Quindi si fa presa d’atto che certi ambientalisti non mettano in discussione il capitalismo: tentino solo di riformarlo, non tenendo conto del fatto che là dove l’economia cresce, l’ambiente subisce devastazioni ben maggiori che nei paesi dove l’economia ristagna. 
Noi comunisti siamo a favore del massimo sviluppo tecnologico e scientifico perché solo tale sviluppo permetterà di passare dal “regno della necessità al regno della libertà” (Engels); dunque, al contrario dei luddisti e degli attivisti anti-crescita, rivendichiamo lo sfruttamento della tecnologia esistente allo scopo di migliorare la situazione materiale del proletariato mondiale . 
La lotta ambientalista DEVE essere lotta ANTICAPITALISTA, votata al superamento del modo di produzione capitalistico a favore della produzione pianificata sotto il socialismo, l’unica che può sviluppare un’economia sostenibile dai lavoratori e dall’ambiente. 
Solo creando uno stile di vita umano tra uomini, potremo creare un sistema sostenibile di convivenza con la Madre Terra : questo sarà possibile solo riconoscendo nella classe operaia il ruolo di VERA forza ambientalista, utile alla riconversione ecologica della produzione industriale. 
 Unire le lotte contro l’unico e vero nemico del genere umano : il capitalismo.

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