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Per un movimento indipendente del proletariato ucraino

La crisi ucraina conosce una nuova precipitazione.

Il distacco della Crimea dall’Ucraina e il suo ritorno alla Russia conforme nella sostanza al suo diritto di autodeterminazione ha sospinto una dinamica di mobilitazione di settori russofoni dell’Est Ucraina ( non maggioritari a differenza che in Crimea) sulle parole d’ordine dell’autonomia federale o della separazione. Con la destituzione di governi locali, occupazione di edifici pubblici , processi di rottura e/o crisi degli apparati militari e istituzionali.

Il governo liberal fascista di Kiev non può permettersi di perdere il controllo dell’Est del paese- dove si concentra il grosso della produzione industriale e delle risorse minerarie- tanto più dopo la perdita della Crimea. Per questo promuove un’offensiva militare contro le mobilitazioni russofone dell’Est nel nome della “lotta al terrorismo”, con l’uso della più volgare propaganda di guerra. Mobilita per l’occasione la neonata Guardia Nazionale, segnata dalla presenza organizzata delle forze fasciste e nazionaliste reazionarie ucraine. Si appella al sostegno attivo degli imperialismi occidentali, ed anzi cerca proprio con l’escalation militare di consolidare la loro protezione politica ed economica, “contro la Russia”.

Dal canto suo, il regime bonapartista di Putin fa leva sulla mobilitazione russofona come arma negoziale con Kiev e con gli imperialismi occidentali per bloccare l’ assimilazione dell’Ucraina all’area d’influenza U.E ( ed eventualmente alla Nato) , ridimensionare la sconfitta subita con la caduta di Yanukovich, consolidare il successo dell’assimilazione della Crimea, allargare l’ombrello del proprio controllo/influenza sulle zone economiche strategiche dell’est ucraino, alimentare infine il nazionalismo interno alla Russia a tutto vantaggio della stabilità del bonapartismo putiniano. I diritti nazionali ( reali) delle popolazioni russofone sono solo il mezzo contundente di una politica imperialistica. Per questo la Russia si erge a protettore e garante dei settori russofoni dell’est ucraino, schierando truppe al confine.

La dinamica in corso ha sbocchi imprevedibili. Di certo conferma la posizione di classe assunta dal PCL nella vicenda Ucraina, contro le opposte letture ideologiche presenti nella sinistra italiana: contro le posizioni demenziali di chi ha letto la rivolta reazionaria di Maidan come rivoluzione proletaria in fieri; e contro chi confonde la Russia di Putin con l’ eredità e prolungamento della vecchia URSS, dentro il vecchio schema mondiale bipolare, e in una logica “difensista”.

La classe operaia ucraina, dell’ovest e dell’est, non ha nulla a che spartire con un governo ucraino reazionario, frutto di una rivolta ad egemonia reazionaria, sorretto dal grosso della vecchia oligarchia capitalista che prima faceva affari con Yanukovich e ora ha cambiato cavallo: un governo che fa leva sul sentimento nazionalista russofobo per offrire l’Ucraina agli imperialismi occidentali e al loro saccheggio.

Al tempo stesso la difesa dei diritti nazionali delle popolazioni russofone contro il governo di Kiev non deve significare la subordinazione del proletariato ucraino, dell’Est e dell’Ovest,al gioco di potenza dell’imperialismo russo del bonapartista Putin e al suo progetto di rilancio grande russo di una area di influenza euro asiatica, in contrappeso alla U.E. (e alla Cina): un progetto che non ha nulla di progressivo, né sul terreno sociale, né sul terreno democratico.

Solo lo sviluppo di un movimento indipendente della classe operaia ucraina può spezzare la morsa dell’attuale spirale nazionalista e costruire l’unico sbocco progressivo possibile della crisi in corso: un governo dei lavoratori , che spazzi via la vecchia oligarchia capitalista dell’Est e dell’Ovest e la feccia liberal fascista che oggi governa Kiev; che costruisca per questa via una Ucraina unita e socialista, pienamente rispettosa dei diritti nazionali delle popolazioni russofone e al tempo stesso autonoma dall’imperialismo russo.

La costruzione di un partito di classe marxista rivoluzionario in Ucraina è in funzione di questa prospettiva. L’organizzazione rivoluzionaria ucraina “Contro la corrente”, oggi attiva ad Odessa e in altre città, e partecipe della Conferenza Europea promossa dal CRQI in Atene, lavora in questa direzione .

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

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