“È ora di finiamola!”: manifestino ideologico-ironico per comunisti resistenti

Di Rossosconclusionato

 Siamo arrivati quasi al fondo, oltrepassato il quale è prevedibile che ci vorranno generazioni prima che riemerga un qualsiasi pensiero sociale; e non è detto che ciò avvenga.

Nella coscienza del passaggio epocale che tutto travolge, prima di tutto la ragione, è necessario abbandonare l’illusione programmatica di trasformare i bisogni in rivoluzione, giacché i soli bisogni emergenti dalle masse, in questo momento storico, sono esclusivamente di natura animale: avere e possedere.

Avere e possedere: oralmente, analmente e psicologicamente, mentre l’alveo della riproduzione dell’umanità, dell’animalità e dell’intero pianeta, viene ignorato come retaggio obsolescente di una storia mai esistita.

Così assistiamo a una regressione sociale ai primordi dell’esperienza empirica, ma senza la formidabile spinta alla riproduzione della specie che giustificava la lotta senza quartiere per la sopravvivenza.

 Anche la parola diventa insignificante, perché ognuno la relaziona a se stesso e nonai suoi affini: trionfano i sostantivi, perché il nome identifica l’individuo e la merce.

I pochi aggettivi rimasti, in forme superlative, si fondono fra loro riducendo il linguaggio a un codice a barre che nessuno sa leggere, escluso la macchina.

Che senso può avere prospettare un futuro quando esiste soltanto il presente, quando è solo il presente a contare?

Come interpretare l’animalità dominante senza farci coinvolgere dai conflitti sinistri della lotta per la sopravvivenza, giustificandola con sofismi ideologici e, così, illudersi di soddisfare il proprio io ipertrofico?

 Come si fa a parlare di lotta sociale e politica, se non la capisce nessuno?

Ebbene, è ora di ricominciare da capo, sapendo che sarà una dura e lunga resistenza. Fino a che non avremo imparato a parlare con lo spirito animale del proletariato tecnologico primitivo, saremo vecchi, noiosi e incomprensibili.

Allora rottamiamola, la vetusta propaganda parolaia e retorica.

Mettiamola al muro e uccidiamola senza pietà, la -sinistra-, che sopravvive soltanto in nel libro di favole per bambini della Costituzione.

Parliamo come mangiamo e come mangiano le masse, pensiamo come pensa o non pensa il popolo, nella sua accezione migliore, non permettiamo che il vuoto della ragione sia riempito dal fanatismo o dal buonismo religioso: due facce della stessa medaglia, surrogati velenosi di aggregazione sociale o dall’odio razziale scudo delle classi dominanti.

Facciamo come i socialisti della prima rivoluzione industriale, quando insegnavano ai braccianti a non diffidare delle macchine.

Insegniamo al nuovo proletariato multietnico come usare le nuove tecnologie, a proprio vantaggio e per la propria liberazione: inventiamo nuovi codici di comunicazione.

Riportiamo la nostra scienza alla luce e alla nostra coscienza, studiamo, impariamo e resistiamo; ci conviene pensare di vincere!

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