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“LAVORARE PER IL MONDO” n°7 – Rispettare significa scrivere articoli lunghi e difficili

Proponiamo una breve riflessione di Antonio Gramsci, comparsa sulle pagine de L’Odine nuovo, sulla necessità di mantenere alto il livello degli scritti teorici per porre fine allo stato di schiavitù culturale delle masse lavoratrici.

“Noi non rifuggiamo dall’entrata in particolari di carattere teorico, dal richiedere al nostro lettore uno sforzo sostenuto e prolungato di attenzione, e ciò facciamo con piena convinzione di agire onestamente e da buoni socialisti se non proprio da giornalisti accorti e studiosi di popolarità e diffusione.
Si, è vero, abbiamo pubblicato articoli “lunghi”, studi “difficili” e continueremo a farlo, ogni qualvolta ci sarà richiesto dall’importanza e dalla gravita’ degli argomenti: non vogliamo nascondere nessuna difficoltà, crediamo bene che la classe lavoratrice acquisti fin d’ora una coscienza dell’estensione e della serietà dei compiti che le incomberanno domani, crediamo onesto trattare i lavoratori come uomini cui, si parla apertamente, crudamente, delle cose che li riguardano
Purtroppo gli operaie i contadini sono stati considerati a lungo come dei bambini che hanno bisogno di essere guidati dappertutto, in fabbrica e sul campo, dal pugno di ferro del padrone che li stringe alla nuca, nella vita politica dalla parola roboante e melliflua dei demagoghi incantatori.

Nei campo della cultura poi, operai e contadini sono stati considerati dai più come una massa di negri, che si può facilmente accontentare con la paccottiglia, con delle perle false e dei fondi di bicchiere, riservando agli eletti i diamanti e le altre merci di valore. Non vi è nulla di più inumano e antisocialista di questa concezione.
Non vi sono due verità, né due diversi modi di discutere. Non vi e nessun motivo per cui un lavoratore debba essere incapace di giungere a gustare un canto di Leopardi più di una chitarrata, una sinfonia di Beethoven più di una canzone di Piedigrotta. E non vi nessun motivo per. cui. rivolgendosi a operai e contadini, trattando i problemi che li riguardano così da vicino, come quelli dell’organizzazione della loro comunità si debba usare un tono minore, diverso da quello che a siffatti problemi si conviene. Volete che chi è stato fino a ieri uno schiavo diventi uomo? Incominciate a trattarlo, sempre, come uomo e il più grande passo in avanti sarà già fatto”

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