CHI EDUCA CHI?

di La Briola

Negli ultimi mesi, negli ultimi anni, negli ultimi decenni stiamo assistendo ad un progressivo e rapidissimo imbarbarimento dell’Umanità, dal comportamento sempre più violento ad una sempre più veloce riduzione delle sue capacità cognitive ed emotive.

Certo qualcuno potrebbe obiettare che è sempre stato così, che la Storia è un susseguirsi di barbarie.

Lo storico attento, con un minimo di infarinatura sociologica, sa anche però che le condizioni materiali in cui l’Uomo si trova a vivere ne condizionano pesantemente l’essenza.

Per la maggioranza della sua Storia l’Uomo ha vissuto in condizioni grandemente al di sotto della soglia di sopravvivenza, tra ignoranza, miseria materiale e governi teocratici che spingevano per tanta indigenza. “Più sei debole, più sarai dipendente da me”.

Prima i governi legittimati dagli dei, poi i governi legittimati da dio hanno governato su masse ignoranti, confuse, diffidenti, inclini alla guerra tra poveri: caccia all’ebreo, caccia alle streghe, caccia all’omosessuale, caccia a qualunque paragrafo del Bestiario Medioevale.

Sembra quasi la distinzione in tre stadi della Società fatta da Compte.

Anche se sinceramente non credo che l’emancipazione derivi da un governo assoluto di tecnocrati ed industriali.

Con il tempo, l’Empatia Umana, esistente in pochi individui devo dire, ha aperto la strada a nuove visioni del futuro. Un futuro più solidale e più giusto.

Nacque l’Umanesimo, che seppur di matrice cristiana, cominciava a mettere in discussione molto seriamente e profondamente i pregiudizi e le ingiustizie del tempo.

Più avanti si svilupparono veri e propri movimenti spontanei di masse, a volte semi-coscienti come i Livellatori inglesi, a volte spontanee come le ribellioni dei contadini tedeschi del ‘500 che Lutero chiese di reprimere violentemente.

Aveva ragione Lutero, il Male è dentro di noi non fuori, e sicuramente era anche e fortemente dentro di lui.

Si svilupparono i pensieri dei Lumi nel ‘600-‘700, spesso di matrice aristocratica e aristocratista, ma comunque attenti anche a tematiche blandamente sociali, Rousseau.

Infine da questi si sviluppo il filone che prenderà il nome di Socialismo: Saint-Simon, Owen, Fourier, Blanqui, ecc.

I pensatori iniziarono a prevedere un futuro di emancipazione per l’Umanità, sia pur con mille differenti sfaccettature.

Ci fu la Rivoluzione Francese, l’egemonia aristocratica finiva e iniziava quella borghese, ma il periodo radicale e popolare di Robespierre durò pochi anni.

Il Termidoro spense la candela del Progresso con litri di sangue.

Più tardi, molto più tardi, vi fu L’Assalto al Cielo, che per la prima volta nella storia rivendicava la fine dell’egemonia borghese e l’inizio dell’egemonia e dell’emancipazione delle classi oppresse.

Anche qui la Risacca fu forte tanto quanto fu imponente l’onda rivoluzionaria.

Ma i Grandi Sconvolgimenti Storici lasciano sempre qualche traccia, anche quando perdono di vitalità.

Bene così è andato il corso della Storia Umana fino a circa 50 anni fa: il sapere era trasmesso dall’ambiente di vita, dalla scuola, dalla Stampa. Ovviamente borghesi.

Buono o cattivo che fosse tale sapere, non inibì del tutto le capacità raziocinanti delle grandi masse.

Inoltre esistevano organizzazioni intermedie (i partiti, le associazioni, i club, ecc) che svolgevano spesso, anche senza volere, un ruolo pedagogico a livello umano.

Queste furono concessioni culturali fatte per evitare l’aumento di popolarità del Bolscevismo e funzionò. Le masse divennero quiescenti.

Una volta letargizzate le masse si procedette allo smantellamento degli strumenti intermedi, dei servizi sociali, dei servizi culturali.

In ciò fu enorme e consapevole anche il ruolo delle “sinistre” riformiste e staliniste. Anzi ne presero parte attiva.

Qui cambio piano e mi sposto sul funzionamento del cervello.

Il cervello umano non lavora per sequenze di lettere, lavora per sequenze di immagini.

Un tempo la lettura doveva essere “convertita” dal cervello. Nel convertirla un minimo di raziocinio era impiegato.

Da trent’anni a questa parte quasi tutto il materiale culturale viaggia su televisione ed internet.

Immagini d’impatto, video emotivi, bypassano la sfera del raziocinio ed arrivano direttamente nella sfera emotiva. Si radicano immediatamente nelle emozioni e divengono quasi automaticamente un’opinione.

Televisioni ed Internet sono in mano alla borghesia, la quale li usa ovviamente per i propri interessi: fomentare la guerra fra miserabili, creare falsi nemici come stranieri ed omosessuali o il famigerato ed inesistente “gender” o il “piano Kalergi” di sostituzione etnica, far passare la Reazione per Progresso, ecc.

Infatti hanno vinto la guerra culturale e vincendo la guerra culturale hanno vinto la lotta di classe a danno dei lavoratori e degli oppressi.

Gli operai stessi che votano per abolire la scala mobile, un esempio triste e calzante.

Attraverso il prevismo-fusarismo si sono addirittura insinuati nelle organizzazioni presuntamente di contrasto al sistema e che si definiscono comuniste, vasti strati del PRC e del PCI credono a questi “complotti”, che tanto piacciono alla borghesia.

Alcuni membri del PRC condividono i video di Le Pen e dei Leghisti, altri fanno le ronde a Genova con la Lega e Forza Nuova e lo dicono pure nei verbali di circolo.

Il Circolo di Bologna che parla della legge Cirinnà (ovviamente legge borghese ed incompleta, che ben poco risolve dei problemi del popolo LGBT+) come di “legge ad homosexualem, in quanto gli omosessuali sarebbero solo l’1% della popolazione (quindi non degni di essere legalmente protetti)” (sic). O membri del PRC e del PCI che si oppongono addirittura ai Corridoi Umanitari e che vorrebbero l’affondamento dei barconi coi migranti a bordo. “Compagni” che credono che gli immigrati percepiscano veramente 50 euro al mese e ricevano un cellulare con SIM gratis e alloggio in albergo.

Sono solo pochi esempi di una fogna molto, molto, molto profonda.

Espulsi, un richiamo, una reprimenda? Nemmeno per sogno: promossi a grado superiore.

IL COMPITO DEI RIVOLUZIONARI NEL PERIODO DELL’OPINIONE TRASVERSALMENTE REAZIONARIA:

Non credo esista una tattica precisa per riprendersi da questa disfatta clamorosa.

Credo occorra:

  • Studiare il modo in cui si formano le opinioni, studiare un modo per contrastare lo strapotere mediatico della borghesia.
  • Essere presenti il più possibile sui media che lo consentono, con contenuti accattivanti, comprensibili e di rapida assimilazione mentale.

Non abbiamo grandi spazi di movimento e tutto punta verso l’oscurantismo più completo, tuttavia come marxisti rivoluzionari dobbiamo cercare di capire la realtà per poter conoscere e provare a contrastare i nostri nemici di classe.

L’importante è che almeno un Lume resti acceso.

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