Lettere da lontano 2

Pubblichiamo alcune interessanti considerazione del compagno Bals da Buenos Aires su l’Argentina e il Partido Obrero (sezione argentina del Coordinamento per la Rifondazione della Quarta Internazionale -CRQI- di cui il PCL è parte integrante)

Cari compagni, ho aspettato a lungo prima di scrivere questa lettera perchè volevo essere proprio sicuro che non si trattasse solo di un’ottimistica impressione ma di un’analisi attendibile.
Ora, dopo 2 settimane qui a Buenos Aires, credo di poter affermare in tutta franchezza che il Partido Obrero è veramente ben organizzato e radicato. Nella capitale con la sua immensa cintura industriale, e nel resto del paese (nel Chaco, al confine col Paraguay, alle elezioni va oltre il 10% e risultati simili vengono sfiorati anche nel Salta, a Tucuman, a Santa Cruz).
Ma non e’ tanto il dato elettorale a colpirmi, quanto l’incredibile livello di militanza e di preparazione messo in campo dai compagni argentini.
Appare come un partito di rivoluzionari di professione.
Noi del PCL dobbiamo fare ancora tanta strada a proposito!
Il 28 giugno qua si vota per il rinnovo dei deputati federali e da quando siamo in capitale ogni giorno vengono organizzati almeno 4 comizi dei candidati del PO in tutta la città, nelle piazze, nelle scuole, davanti alle fabbriche.
Non si contano nemmeno i banchetti informativi del PO sparsi un pò in tutti i quartieri.
Una quantità impressionante di manifesti ed adesivi del PO a tappezzare ogni angolo della metropoli (ma veramente ogni angolo, senza alcuna esagerazione, non c’e’ una sola zona scoperta). Numerose anche le scritte sui muri lunghe anche 20-30 metri del PO col motto “La crisi e’ del capitalismo. Che la paghino i capitalisti” o il celeberrimo “Que se vayan todos!”.
Le università poi, sembrano una fucina di rivoluzionari, mai vista una cosa così; per farvi un esempio, oggi siamo stati alla facoltà di scienze sociali, sembrava una facoltà occupata, invece era solo ordinaria amministrazione: già all’ingresso solo manifesti e locandine di prossime manifestazioni e iniziative, dentro, il pianterreno era tutto gestito e tenuto aperto dagli stessi studenti che lo usano come luogo di agitazione politica; qui, divisi in banchetti, vari gruppi dell’estrema sinistra (ognuno con le sue riviste, poster e giornali): ho potuto contare il Partido Obrero (organizzatissimi!), la Liga Socialista Rivoluzionaria, il PTS mas. Poi una sala mensa con bar autogestito. Nessun gruppo o partito di destra è presente, i nostri compagni ci hanno riferito che in quella facoltà non ci mettono nemmeno piede. Infine lo spazio all’aperto che prima era solo adibito a parcheggio, oggi e’ stato conquistato dai compagni e lo utilizzano per le loro iniziative. Ovviamente se lo sono presi con la forza (VIVA LA VIOLENZA DEGLI SFRUTTATI!) con battaglie campali contro la polizia; curiosi i resti di 2 auto carbonizzate (tra cui quella del rettore) che funsero da barricate.
Domani (mercoledì) è prevista una mobilitazione di militanti e simpatizzanti del PO per il centro di Buenos Aires con comizio finale (di Altamira ed altri) all’obelisco.
É come se il PCL potesse indire da solo una “parata” per il centro di Roma: capite che per fare una cosa simile bisogna esser certi di portare parecchie persone. E pensare che non e’ una manifestazione nazionale, riguarda solo il centro di B.A. (3 milioni di abitanti) mentre nei sobborghi della grande B.A. (altri 9 milioni di abitanti) si tengono altri cortei del PO, e lo stesso nei capoluoghi degli altri stati argentini. Giovedì notte ci uniremo invece alle azioni di attacchinaggio e propaganda del PO: nei vari quartieri 2 squadre (una dalle 23 alle 3, l’altra dalle 3 alle 7) si alternano per le affisioni sui muri, ci sono compagni che prendono il venerdì di ferie, questo per segnalare il grado di passione che ci mettono qua!
Inoltre il PO per rendere più omogenea la presenza dei suoi militanti per la città, li suddivide per zone di militanza (chiaramente con l’accordo preventivo degli stessi compagni): quindi quando parli con un compagno del PO, lui ti informa che milita nel barrio di Parque Riquelme per esempio. In questo modo i compagni sono “spalmati” su tutta l’area urbana di B.A., ma e’ di nuovo facile da capire che per operare cosi’ significa che sono davvero tanti i compagni del PO. Basti pensare che solo alla facoltà di scienze sociali abbiamo una cinquantina di militanti (nel senso tecnico del termine, cioè compagni che pagano le quote, diffondono il giornale, presidiano lo spazio del PO all’università ecc.), a cui va aggiunta l’area larga dei simpatizzanti.
E scienze sociali non e’ un caso isolato, abbiamo visitato anche la facoltà di scienze economiche, la quale si presentava nello stesso identico modo che ho raccontato prima, sempre con un visibile spazio informativo del PO!
Un altro particolare di rilievo: la Prensa Obrera, organo ufficiale del PO, esce regolarmente ogni settimana e si trova senza problemi nelle edicole di Buenos Aires. I lavoratori del Subte (la metro di B.A.) sono organizzati in un sindacato vicino al PO (anzi molti sono proprio iscritti al PO): ricorrono a frequenti scioperi selvaggi che bloccano la città, hanno così strappato salari invidiabili per un orario di lavoro ridotto -qua hanno capito che il crumiraggio non paga!
Infine, siamo stati al concerto de “Las manos de Filippi” che oltre ad essere un bel gruppo che va dallo ska al metal al crossover sono pure la band del cantante Hernan “Cabra” de Vega, candidato alle prossime elezioni nelle file del Partido Obrero. Pensavo che questo gruppo fosse conosciuto solo all’interno del PO, mentre invece riscuote parecchio successo e al loro live ci sarà stata una folla di 1000-2000 giovani, tutti a cantare a pugno chiuso (le loro canzoni sono fortemente politicizzate, un esempio: i titoli degli ultimi CD sono “Los metodos piqueteros” e “Control Obrero). Mi sembrava importante riportare anche quest’ultimo particolare perchè da l’idea di quanto il marxismo rivoluzionario del PO tocchi tutti i campi d’azione, dalla cultura passando per l’arte fino al sindacato!
ADELANTE COMPAÑEROS!
Martino Balelli

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