Infoaut, l’Ottobre e Stalin

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Il 7 novembre dedicheremo alla Rivoluzione d’ottobre la memoria che merita sulle pagine di questo sito. Ma una nota di Infoaut sulla Rivoluzione ci spinge ad anticipare alcune considerazioni. La nota (1) non solo raffigura la Rivoluzione d’ottobre nella sola veste dell’atto insurrezionale, ma celebra Stalin come il principale “dirigente” dell’insurrezione.
Due strafalcioni in uno. E non innocenti.

L’arte dell’insurrezione fu sicuramente centrale nella presa del Palazzo d’Inverno. Ma la migliore arte insurrezionale non avrebbe avuto successo senza la preparazione politica delle masse e della loro avanguardia da parte del Partito bolscevico. Questa preparazione politica passò per un lungo lavoro metodico di propaganda e agitazione organizzata nei luoghi di lavoro, a partire dalle fabbriche, nei sindacati di massa diretti dai burocrati, nelle organizzazioni dei soviet a guida menscevica o populista, nell’esercito a composizione contadina: col fine di contrastare in ogni sede le illusioni riformiste e di inserirsi in ogni possibile contraddizione tra le masse sfruttate e le loro direzioni. Anche con l’uso della tattica e della manovra politica (la politica del fronte unico con menscevichi e populisti contro il tentativo controrivoluzionario di Kornilov nell’agosto 1917 fu decisiva per la conquista delle masse al bolscevismo). Ma sempre nella più ferma tenuta dei princìpi: a partire dalla opposizione ai governi borghesi provvisori che si affacciarono dopo la prima rivoluzione del febbraio ’17 e dalla centralità della prospettiva del “tutto il potere ai soviet” (Tesi di aprile di Lenin). La combinazione della massima duttilità della tattica e della massima fermezza dei princìpi fu dunque l’essenza del bolscevismo: la leva che gli consentì di conquistare la maggioranza nei soviet, premessa decisiva dell’Ottobre.
Peraltro la stessa insurrezione d’Ottobre combinò audacia rivoluzionaria e intelligenza tattica: se solo si pensa che l’insurrezione fu motivata con l’esigenza di difendere il congresso panrusso dei soviet dalle minacce controrivoluzionarie del governo Kerenskij.

A sua volta questa politica non fu un’improvvisazione: fu consentita dall’esistenza di un partito rivoluzionario sperimentato, socialmente radicato, forgiato controcorrente in anni di dura battaglia politica contro le altre tendenze del movimento operaio russo. Un partito più volte attraversato da crisi profonde prodotte da condizioni oggettive avverse, come negli anni bui della controrivoluzione tra il 1908 e il 1912 (perché solo gli sciocchi pensano che un partito rivoluzionario possa essere immunizzato dalle crisi politiche grazie a buoni principi organizzativi); ma ogni volta tenacemente ricostruito attorno al filo rosso dei principi e del programma del marxismo.

Questo fu il retroterra della conquista del Palazzo d’Inverno. Altrimenti ridotta alla rappresentazione di un colpo di Stato, proprio come vuole tanta parte della storiografia borghese sul tema.

Ma forse tutto questo è troppo complesso. Forse raffigurare l’Ottobre come audace strategia militare e genialità organizzativa è più consono alla fascinazione dell’azione di piazza e della cultura antagonista anti-partito. Comprensibile.

Tuttavia, se a tutto questo si aggiunge la celebrazione di Stalin, qualcosa davvero non torna. Con buona pace di Infoaut, Stalin non solo non diresse affatto l’operazione insurrezionale dell’Ottobre, né in tutto né in parte (era allora direttore del quotidiano di partito, largamente sconosciuto alle grandi masse). Ma, quale membro del CC, si era schierato nella primavera del 1917 a favore della politica di appoggio “critico” al governo borghese provvisorio sostenuta da Kamenev e Zinoviev. Proprio quella politica che Lenin denunciò e contro cui scrisse le famose Tesi di aprile. Se Lenin non avesse combattuto e battuto le posizioni di Stalin, Zinoviev e Kamenev nella primavera del 1917, la rivoluzione d’ottobre non sarebbe avvenuta.
Fu Trotsky a sostenere convintamente con tutte le proprie forze la battaglia di Lenin. Fu Trotsky a guidare al fianco di Lenin l’avvicinamento all’Ottobre. Furono Lenin e Trotsky a battersi insieme per la preparazione dell’insurrezione e infine a guidarla. Questa verità storica è talmente manifesta ad ogni onestà intellettuale che è persino imbarazzante ricordarla. Ma se Infoaut cancella Trotsky per celebrare Stalin, riprendendo il peggio della storiografia stalinista, vuol dire che la battaglia della verità ha ancora molta strada da percorrere, persino negli ambienti dell’avanguardia. E la battaglia della memoria riguarda il futuro non meno del passato.

Note: http://www.infoaut.org/index.php/blog/storia-di-classe/item/2980-russia-1917-%C3%A9-rivoluzione-dottobre

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