Cosa non credere dopo l’alluvione

Di Partigiano stanziale

Non credere che in sia stata un evento eccezionale, che non si ripeterà mai più, o che le probabilità che si ripeta, a breve o medio periodo, siano estremamente ridotte. L’aumento medio delle temperature a livello globale, causato dalle varie attività industriali e dalle guerre, continuerà a produrre eventi estremi: alluvioni, siccità, frane e avvelenamenti del territorio e del mare. La distruzione degli habitat, per estrarre materie prime, gli allevamenti e l’agricoltura intensiva, causano e causeranno nuove catastrofi e malattie pericolose per l’uomo. La sicurezza ambientale, condizione primaria per la riproduzione della vita umana, mai come adesso è stata minacciata.

Non credere che tutto possa tornare come prima. Che si possa continuare a cementificare e asfaltare il territorio, che si possa continuare con l’agricoltura e gli allevamenti intensivi, con gli inceneritori, con le industrie che emettono gas serra e sostanze inquinanti nell’aria. I dirigenti, gli amministratori delegati, i capitalisti di ogni specie, ora dichiarano che il sistema agro-industriale- turistico romagnolo, se arriveranno gli aiuti dello stato, in pochi anni sarà di nuovo massivamente produttivo. I balneari e gli albergatori, distruttori dell’ambiente costiero, dichiarano di essere pronti per la stagione turistica… Una folle incoscienza soffia come un vento venefico dagli Appennini all’ Adriatico.

Non credere che la colpa sia di una parte politica, dei sindaci o del governatore. Tutti i partiti che hanno governato, di centro destra o di centro-sinistra, hanno ignorato gli allarmi degli scienziati e dei movimenti sulle conseguenze della distruzione dell’ambiente naturale. Anzi, al contrario, hanno ridotto i finanziamenti alla protezione civile, diminuito i controlli e la manutenzione dei fiumi e della montagna. Tutte gli organismi pubblici di intervento in caso di emergenza hanno subito tagli al personale e ai mezzi. E questo è il crimine più grave che può essere commesso, in quanto pregiudica la sopravvivenza delle future generazioni.

Nessuno di loro dice:” Abbiamo sbagliato!”. Litigano per gestire i fondi per la ricostruzione: miliardi da dare agli amici degli amici, agli stessi industriali responsabili del disastro, che verranno pagati dai lavoratori italiani e dagli stessi alluvionati.

Non credere che la colpa sia di tutti, perché se è di tutti non è di nessuno. Tutti noi abbiamo contribuito alla catastrofe con il nostro lavoro, ma i responsabili sono i padroni delle banche e delle industrie. I proletari, coloro che devono lavorare per vivere non hanno avuto scelta: o accettare questo sistema, o non lavorare. I borghesi e i burocrati di stato, hanno deciso tutto: che tipo di oggetti realizzare, come produrli, che tipo di energia ed elementi primari utilizzare, senza minimamente preoccuparsi delle conseguenze. Hanno saccheggiato l’ambiente naturale: hanno succhiato, degradato, trasformato in scorie e in gas inquinanti una immensa quantità di preziose materie prime, sottraendole all’utilizzo di coloro che verranno dopo di noi.  Non un solo atomo di verità esce dalle loro bocche, non un solo atomo di onestà sopravvive nei loro cuori: si fingono solidali   con gli alluvionati, ma di nascosto gioiscono per i profitti che arriveranno 

dagli oggetti venduti per sostituire quelli distrutti.

Non credere che siamo tutti nella stessa barca. Chi ha perduto la casa, i ricordi di una vita, e non sa dove stare in attesa delle riparazioni, non è come quello che di case ne ha tante: una in città, una al mare, una in montagna e chissà quante altre. Il fango è una livella, ma solo per poco. I ricchi continueranno ad essere tali, anzi, per loro questa alluvione è un’altra occasione di profitto.  I vampiri si aggirano più affamati di prima in terra di Romagna.

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