Electrolux: sindacati e padroni licenziano centinaia di lavoratori.

Da Forlì- Today 28/11/2022

Dopo la comunicazione sugli esuberi Electrolux, oggi si sono incontrate la Direzione nazionale di Electrolux, le Segreterie nazionali di Fim, Fiom e Uilm e il Coordinamento nazionale dei delegati e delegate.

…Ecco gli esuberi alla Electrolux stabilimento per stabilimento: A Forlì riguardano 19 impiegati/quadri e 77 operai; a Porcia – 40 impiegati/ quadri e 36 operai; a Solaro – 10 impiegati/ quadri; a Susegana – 25 impiegati/quadri; a Cerreto – 5 impiegati/ quadri e 8 operai; ad Assago – 2 impiegati/quadri.

…A questi numeri – spiega la Fiom Cgil – “vanno aggiunti i contratti a termine in scadenza che, sommando tutti gli stabilimenti, sono più di 300, alcuni dei quali scadranno entro fine anno”.

…Per il sindacato “non esiste alternativa” nella gestione degli esuberi “all’uso degli ammortizzatori conservativi, con eventuale previsione di uscite volontarie anche e soprattutto per favorire l’uscita di chi è prossimo (nel biennio) alla pensione”.

Con questo scarno comunicato stampa le burocrazie sindacali, preso atto della contrazione della domanda di elettrodomestici, concertano con la proprietà l’espulsione di centinaia di lavoratori. A rimetterci saranno soprattutto quelli con il contratto a termine, dei quali non viene nemmeno precisato il numero. Sicché, mentre Landini critica la manovra finanziaria, alludendo a ipotetiche azioni di protesta, la Fiom si genuflette al padronato con una prontezza degna del più fedele servo del re. “Non esiste alternativa” dicono i burocrati; e questo la dice lunga sull’atteggiamento futuro dei capi del maggior sindacato italiano nei confronti di questo governo reazionario e del padronato. Invece è proprio vero il contrario; in un momento di ulteriore contrazione del potere di acquisto dei salari, a causa dell’inflazione, i lavoratori sono più propensi alla lotta. Una lotta che nel caso del gruppo Electrolux dovrebbe rivendicare la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, per salvare i posti di lavoro e affermare la forza della classe lavoratrice, da troppi anni tradita, emarginata e senza rappresentanza in Parlamento.

Un sindacato burocratizzato che si rifiuta di lottare non serve al suo scopo. È necessario che la spinta alla lotta provenga dai lavoratori e dalle lavoratrici, gli unici che possono ribaltare le decisioni che padronato e governo impongono sulle loro vite. Occorre riprendere il filo delle lotte con una serie di iniziative conflittuali che culminino in uno sciopero generale.
Per la ripresa delle mobilitazioni nello stabilimento contro i licenziamenti e la perdita del potere di acquisto dei salari!

Partito comunista dei lavoratori -sezione Romagna-

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