Niente di male

Di Chiara Pannullo

Ieri per fortuna, vi è stato uno scollamento sul piano reale. Se al bar di fronte il concentramento della manifestazione, l’esercente che preparava i caffè, sosteneva che il fascismo era quello “delle montagne” e dei partigiani e che si poteva anche “farla finita” con una vicenda di sei anni fa per “due negri che mantenevamo anche noi”, tanto d’avermi fatto sputare per terra, dall’altra parte, girando lo sguardo, sotto la pioggia battente, ne contavo davvero tanti tra attivisti, persone del quartiere, realtà politiche democratiche, antifa e compagni, ingrossati poi per le vie della città in più di duecento.
Per Samb Modou e Diop Mor, perché piuttosto, la memoria di chi si è visto spezzare il filo dell’esistenza in quel quotidiano faticoso di migrante che dalla fuga, alla dolorosa costruzione del presente, ne riceve l’insulto e la morte, resti viva, vigile nella volontà e nel monito e che ciò accada ogni anno per la piazza e perché sappiano coloro che soffiano sulla brace delle pance vuote e di quelle un po’ meno piene, nel progressivo impoverimento del ceto medio, che li teniamo d’occhio. E per tutti coloro per cui la democrazia rappresentativa può contenere le “diverse opinioni” che non si chiude la partita col fascismo, fino a quando non si faranno davvero i conti col capitalismo e che non esiste un antifascismo d’opinione.
É di qualche tempo fa, un documento ufficiale degli apparati dello Stato che ai movimenti di sinistra ha dedicato ben cinque pagine dettagliate mentre ai gruppi neofascisti solo una paginetta e mezza e questo spero sia utile nella riflessione su quali organizzazioni vi siano piuttosto reati di sangue da dover spiegare. Perché non ci sono solo due senegalesi ammazzati che facevano mercato ma anche un omicidio sfiorato – sessanta contro uno – di un militante, Emilio Visigalli e l’assassinio a Fermo, da parte di un fascista di Casapound, Amedeo Mancini del 36enne migeriano Chidi Nnamdi che nonostante si sia dichiarato non politicizzato e la stampa abbia insistito nel descriverlo semplicemente come un ultras svitato (identica operazione per Casseri nell’assassino di Piazza Dalmazia, in quanto individuo psichicamente provato – e non per essere maliziosi ma poniamoci una domanda in tal senso – ), le foto della Digos invece lo immortalano in corteo con Casa Pound e lo stesso, durante il vile pestaggio portava indosso la maglietta del del gruppo Zeta zero alfa di Iannone, fondatore di tale struttura.
Il fascismo non è stato mai processato in Italia e non può esserlo dal momento che il fascista è organico: agisce in perfetta sinergia tra tutte le componenti della destra, in un sistema di regime dove ognuno svolge esattamente il proprio ruolo, mettendo in mano le nostre città agli squadristi da strada e stringendo relazione con un potere politico locale “riconoscente” che opera in favore e in perfetta sintonia con quello economico e finanziario, anche transnazionale (basti ricordare l’ex Nar Carminati e al suo ruolo Mafia Capitale) e così, al netto del populismo becero reso opinione (non siamo noi a mantenere loro, semmai sono loro che costituiscono un guadagno: dalle strutture che li ospitano alla forza lavoro sfruttata) : i militanti di Casa Pound, non sono solo dei ragazzi un po’ vivaci che si occupano di mutui sociali al belluino grido “prima agli italiani” e all’ecologia ma picchiatori, difficilmente ostacolati dalle forze dell’ordine negli scontri con gli antagonisti, collezionisti invece di denunce e carcere, con disponibilità economiche notevoli dal momento che si diffondono ovunque e continuamente aprono sedi e capaci di intrattenere proficue relazioni internazionali con organizzazioni pericolose, eversive e generosamente assassine, attivisti-autori in tenta strage e affaristi e faccendieri attigui alla criminalità organizzata.
Pensateci allora quando vedete la loro tartaruga vicino casa, un adesivo sul muro attiguo al vostro posto di lavoro o nel bar dove forse sono clienti la mattina, prima di dire che infondo “non fanno niente di male”.

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