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A 74 anni dall’assassinio di Leone Trotsky

CONTRO L’OPPORTUNISMO E IL REVISIONISMO SENZA PRINCIPI

La politica del partito di Léon Blum in Francia dimostra ancora una volta che i riformisti sono incapaci di apprendere dalle più tragiche lezioni della storia. La socialdemocrazia francese copia servilmente la politica della socialdemocrazia tedesca e si avvia alla stessa catastrofe. Per decine d’anni la II Internazionale si è sviluppata nel quadro della democrazia borghese, ne è divenuta parte inalienabile e va in putrefazione assieme ad essa.
La III Internazionale è entrata nella via del riformismo mentre la crisi del capitalismo aveva posto definitivamente all’ordine del giorno la rivoluzione proletaria. La politica attuale del Comintern in Spagna e in Cina -politica che consiste nello strisciare dinanzi alla borghesia “democratica” e “nazionale” – dimostra che neppure il Comintern è più capace di imparare qualcosa o di trasformarsi. La burocrazia che è diventata una forza reazionaria nell’URSS, non può avere una funzione rivoluzionaria sull’arena mondiale.
L’anarco-sindacalismo ha subito, nell’insieme, un’evoluzione dello stesso genere. In Francia la burocrazia sindacale di Léon Jouhauxè divenuta da tempo un’agenzia della borghesia tra la classe operaia. In Spagna l’anarco-sindacalismo si è sbarazzato del suo rivoluzionarismo di facciata non appena è sopraggiunta la rivoluzione, ed è diventato la quinta ruota del carro della democrazia borghese.
Le organizzazioni intermedie centriste, che si riuniscono attorno al Bureau di Londra, non sono che accessori “di sinistra” della socialdemocrazia o del Comintern. Hanno dimostrato la loro totale incapacità di orientarsi in una situazione storica e di trarne conclusioni rivoluzionarie. Il punto culminante è stato raggiunto dal POUM spagnolo che in una situazione rivoluzionaria è stato del tutto incapace di avere una politica rivoluzionaria.
Le tragiche sconfitte del proletariato mondiale da lunghi anni a questa parte hanno spinto le organizzazioni ufficiali verso un conservatorismo ancora maggiore e hanno portato d’altra parte i “rivoluzionari” piccolo-borghesi delusi a ricercare “nuove vie”. Come sempre nei periodi di reazione e di declino, saltano fuori da tutte le parti gli stregoni e i ciarlatani. Vogliono rivedere tutto lo sviluppo del pensiero rivoluzionario. Invece di imparare dal passato, lo “rifiutano”. Gli uni scoprono l’inconsistenza del marxismo, gli altri proclamano il fallimento del bolscevismo. Gli uni fanno ricadere sulla dottrina rivoluzionaria la responsabilità degli errori e dei crimini di coloro che l’hanno tradita; gli altri maledicono la medicina perché non garantisce una guarigione immediata e miracolosa. I più audaci promettono di scoprire una panacea e nel frattempo raccomandano di arrestare la lotta di classe. Molti profeti della nuova morale si accingono a rigenerare il movimento operaio con una cura omeopatica etica. La maggioranza di questi apostoli sono diventati invalidi morali senza mai essere stati sul campo di battaglia. Così, dietro la parvenza di nuove rivendicazioni, non si propongono al proletariato che vecchie ricette sepolte da tempo negli archivi del socialismo premarxista.
La IV Internazionale dichiara una guerra implacabile alla burocrazia della II e della III Internazionale, dell’Internazionale di Amsterdam e dell’Internazionale anarcosindacalista, come pure ai satelliti centristi: al riformismo senza riforme, al democraticismo alleato alla GPU, al pacifismo senza pace, all’anarchismo al servizio della borghesia, ai “rivoluzionari” che hanno una paura mortale della rivoluzione. Tutte queste organizzazioni non sono un pegno per l’avvenire, bensì sopravvivenze di un passato in putrefazione. L’epoca delle guerre e delle rivoluzioni le spazzerà via completamente.
La IV Internazionale non cerca né inventa alcuna panacea. Si mantiene fermamente sul terreno del marxismo, sola dottrina rivoluzionaria che permetta di comprendere quello che è, di individuare le cause delle sconfitte e di preparare consapevolmente la vittoria. La IV Internazionale si riallaccia alla tradizione del bolscevismo che ha indicato per la prima volta al proletariato come conquistare il potere. La IV Internazionale caccia via gli stregoni, i ciarlatani e i professori non richiesti di morale. In una società fondata sullo sfruttamento, la morale suprema è la morale della rivoluzione socialista. Buoni sono i metodi e i mezzi che elevano la coscienza di classe degli operai, la loro fiducia nelle proprie forze, la loro disposizione al sacrificio nella lotta. Inammissibili sono i metodi che ispirano agli oppressi il timore e la docilità di fronte agli oppressori, soffocano lo spirito di protesta e di rivolta o sostituiscono alla volontà delle masse la volontà dei capi, alla persuasione la costrizione, all’analisi della realtà la demagogia e la falsificazione. Ecco perché la socialdemocrazia, che ha prostituito il marxismo, e lo stalinismo che è l’antitesi del bolscevismo, sono i nemici mortali della rivoluzione proletaria e della sua morale.
Guardare in faccia la realtà, non cercare la linea di minore resistenza, chiamare le cose con il loro nome, dire la verità alle masse per quanto amara sia, non aver paura degli ostacoli, essere fedeli nelle piccole cose come nelle grandi, osare quando giunge l’ora dell’azione: queste sono le norme della IV Internazionale, che ha dimostrato di saper andare contro corrente e sarà sulla cresta dell’ondata storica che si avvicina.  

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