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London calling: class war!

Dopo l’esplosione della rabbia proletaria in Grecia e in Francia, ieri è scoccata l’ora dell’Inghilterra.

LONDRA – Contro la guerra; per risolvere il problema della casa; per far pagare la crisi ai criminali dell’alta finanza; per opporsi alla distruzione ambientale e ai cambiamenti climatici; per opporsi alla disoccupazione e alla precarietà.
Questi erano i motivi che avevano spinto a scendere in strada il compagno “ritrovato morto” di fronte alla Banca d’Inghilterra. Gli avvoltoi hanno già spiccato il volo, e alcune agenzie stampa riportano che non sia morto a causa delle ferite causategli dalle cariche della polizia, ma per colpa di un arresto cardiaco. Di casi analoghi ne è pieno il mondo. Ricordate degli anarchici che si buttavano dalle finistre? E di Carlo Giuliani ucciso da un proiettile deviato da un sasso?!
Comunque, non importa quali che siano le cause della sua morte. Ci troviamo, ancora una volta, a piangere una vittima dello Stato borghese. Oggi i quotidiani da Londra a Roma, divideranno il corteo in buoni e cattivi, in pacifici e violenti.
Nel frattempo, sulle strade muoiono solo i compagni.
Non facciamoci ingannare e non perdiamo di vista l’obiettivo: abbattiamo il capitalismo e i suoi Stati. Dobbiamo farlo per il nostro futuro e per ricordare chi ha combattuto per una società senza classi e senza frontiere.

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