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VERSO LO SCIOPERO DEL 12 DICEMBRE PER L’UNITÀ TRA STUDENTI E LAVORATORI COSTRUIAMO COMITATI DI LOTTA

LA CRISI CAPITALISTICA ATTUALE STA METTENDO IN DISCUSSIONE TUTTA LA NOSTRA VITA: LA SCUOLA, IL LAVORO, IL SALARIO, LA SALUTE E LA CASA
In queste ultime settimane gli studenti si sono mobilitati per difendere l’istruzione pubblica che già da diversi anni è sotto attacco da ogni governo che si succede alla guida del paese. Dalle scuole elementari all’università, studenti, insegnanti e lavoratori della scuola hanno unito le loro forze contro i tagli pesantissimi del governo Berlusconi (8 mld di euro entro il 2011), contro il maestro unico, contro i licenziamenti, contro la possibilità che le università si trasformino in fondazioni di diritto privato e contro il blocco delle assunzioni (il cosiddetto turn-over). Le prime vittime di queste misure saranno ovviamente i figli dei lavoratori, che magari sono studenti fuori sede e lavorano per mantenersi gli studi, i quali vedranno aumentarsi ulteriormente l’importo delle tasse universitarie in atenei finanziati da banche, da assicurazioni o da capitalisti che decideranno quali materie insegnare e quali professori assumere. In altre parole, la sottomissione totale della conoscenza al mondo produttivo attraverso la distruzione della coscienza critica e la creazione di un fedele esercito di servi del capitale.
MA L’ATTACCO GOVERNATIVO È GENERALE: GENERALIZZIAMO LA RISPOSTA!
Il rafforzamento delle leggi sul precariato, lo smantellamento del contratto collettivo nazionale, i livelli bassissimi dei salari, i licenziamenti e le casse integrazioni sono gli strumenti che il padronato usa per mantenere i suoi enormi profitti nonostante la crisi economica galoppante, strumenti che vengono giustificati sempre col solito slogan bipartisan: “DOBBIAMO SACRIFICARCI PER FAR RIPARTIRE L’ITALIA”. Ma a sacrificarsi sono sempre gli stessi! Le lavoratrici, i lavoratori, ed i loro figli, mai i banchieri che strozzano le famiglie coi mutui a tasso variabile e la loro usura legalizzata, mai gli industriali responsabili del fallimento delle loro aziende e del licenziamento degli operai, mai gli speculatori devoti alla “finanza creativa” che causano crack finanziari nazionale e globali, mai i politici che salvano le banche dal fallimento con iniezioni massicce di denaro pubblico.
L’ESEMPIO FRANCESE ED ARGENTINO: AUTORGANIZZAZIONE ED AUTONOMIA DI CLASSE
Nel 2001 l’Argentina conosceva una crisi di proporzioni gigantesche, i lavoratori e gli studenti insorsero contro il governo al motto “SE NE VADANO TUTTI” e costruirono attraverso le assemblee popolari la loro resistenza. Gli operai risposero alla chiusura delle fabbriche e ai licenziamenti di massa con l’occupazione degli stabilimenti e la ripresa della produzione nonostante l’assenza del padrone, garantendosi un salario per sopravvivere (attualmente sono ancora centinaia le fabbriche occupate in Argentina). Nel 2006, in Francia, sempre studenti e lavoratori si unirono nelle piazze e crearono comitati di lotta contro il CPE (“contratto di primo impiego” che prevedeva per i padroni, durante i primi due anni, la possibilità di licenziare i lavoratori con meno di 26 anni in ogni momento e senza giusta causa). La loro unione portò al blocco totale del paese e il governo fu costretto a fare marcia indietro. Questi avvenimenti dimostrano come l’autorganizzazione dal basso e l’autonomia di classe dei settori sociali oppressi siano gli unici metodi che possano strappare risultati concreti, metodi che riescono a piegare il potere statale attraverso la creazione di un vero e proprio contropotere popolare.
COSTRUIAMO COMITATI DI LOTTA IN OGNI FABBRICA E IN OGNI UNIVERSITÀ
Mai come ora dobbiamo dotarci di comitati di lotta in coordinamento fra loro, con delegati democraticamenti eletti dalle assemblee dei lavoratori e degli studenti, permanentemente revocabili dalle assemblee stesse, nella più totale autonomia dalle burocrazie sindacali concertative.

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