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L’ANTIFASCISMO NON SI FA A PAROLE BOICOTTIAMO IL “PELLEGRINAGGIO NEOFASCISTA”

Parallelamente alla militarizzazione della società voluta dal governo “in nome della sicurezza”, da Messina a Milano, solo nell’ultimo mese, si sono registrate 7 aggressioni di matrice neofascista, avvenute nell’indifferenza istituzionale e mediatica.
Mentre i cani da guardia della classe dominante tornano a colpire, il fascismo vive una seconda “giovinezza”: non solo per colpa di macchiette come Alemanno e La Russa, ma di chi in questi anni nel nome della pacificazione ha messo sullo stesso piano chi combatteva per una società liberata dalla sopraffazione e chi difendeva una dittatura al servizio delle famiglie del capitalismo italiano.

Da Violante a Veltroni, alle giunte locali a guida centrosinistra, è arrivata questa legittimazione inaccettabile.
Si pensi che in una recente intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa” (del 23 settembre) l’assessore all’urbanistica di Predappio (Pd), ha rivendicato un accordo raggiunto trasversalmente da Comuni di centrodestra e centrosinistra per rivalutare l’architettura razionalista (fascista).
Di per sé non ci sarebbe nulla di sbagliato, si tratta di un’operazione di difesa del patrimonio culturale,come ha sostenuto lo stesso assessore… Peccato che il razionalismo fascista, ancor prima che un modello architettonico ha rappresentato una strategia delle grandi imprese immobiliari.
Come riporta lo stesso giornale che ospita l’intervista all’assessore di Predappio:
“si mungeva alle casse pubbliche per realizzare profitti e rendite per pochi, espellendo dal cuore delle città le fasce a reddito basso e sostituendole con famiglie borghesi”.

Siamo consapevoli che oggi non si può arginare il problema creato in decenni, agitando un antifascismo parolaio e rituale che in questi anni ha rappresentato, semmai, una delle premesse alla “riapertura delle fogne”.
Quello che serve è una battaglia politica serrata, con ogni mezzo, da parte della classe operaia in opposizione allo smantellamento dei diritti acquisiti.
Non è dunque il folklore lugubre del fez, della camicia nera e delle celtiche sventolate più o meno consapevolmente che preoccupa, ma il fatto che questo avvenga nel quadro di una crisi strutturale del sistema capitalista, crisi che porta la classe dominante a riabilitare squallide ideologie per mantenere il controllo sulle masse.
Non ci appelliamo, quindi, alla legalità, al rispetto della legge Scelba o della Costituzione, ma rivendichiamo una politica antifascista dal basso che parta dai lavoratori, dai disoccupati e dagli studenti, a cominciare da ora.

Nell’anniversario della marcia su Roma (28 ottobre), dopo decenni d’indifferenza, Predappio è diventata meta del pellegrinaggio nostalgico.
Non si può continuare ad assistere a questo evento che celebra l’intolleranza neofascista.
Il Comune di Predappio non può considerare solo in termini economici un evento che rafforza questo tipo di “cultura”.
Per questo rivendichiamo che, per il giorno della vergognosa adunata, venga indetto il lutto cittadino e ci appelliamo a tutta la cittadinanza affinché aderisca ad una mobilitazione di boicottaggio del “turismo nero”.

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