Socialismo, solo futuro – Il podcast della sezione Romagna

Episodio 5 – La violenza del capitale – Capitalismo e patriarcato

1) La violenza sulle donne e le soggettività queer è in crescita. Lo ammette persino il Ministero degli interni: le persecuzioni e i maltrattamenti contro familiari o conviventi, insieme alle violenze sessuali, sono in costante aumento. In Italia, un terzo delle donne (circa 6.800.000) ha subìto una violenza fisica o sessuale. I centri antiviolenza vedono ovunque un aumento delle domande di accoglienza.

2) Il Governo a trazione post fascista Meloni ha tagliato del 70% i fondi per la prevenzione della violenza sulle donne rispetto al 2022, per finanziare i condoni agli evasori fiscali e la corsa agli armamenti. Stessa cosa per le persone LGBTQIAP+: il 53% di loro è stato vittima di violenza, il 36% in famiglia. A un anno dall’ ondata di rabbia e commozione per la morte di Giulia Cecchettin, nulla è cambiato; perché nulla può cambiare se il sistema capitalista e il patriarcato rimangono saldamente al comando.

3)La violenza sulle donne e le soggettività queer non è un problema culturale, come sostengono le organizzazioni piccolo borghesi, ma la conseguenza logica di un sistema di sfruttamento classista e patriarcale. In altri termini, il capitale è un rapporto sociale basato sulla legge del più forte. La quale, invade e intossica, attraverso il controllo della scuola, dell’informazione e della produzione, ogni aspetto dei rapporti interpersonali.  

4) I democratici sostengono che questa violenza, è il prodotto della conquista dell’egemonia culturale da parte delle destre. Che ipocriti! Posto che sia vero, essi stessi ne sono ugualmente responsabili, avendo contribuito, ogni volta che sono stati al governo, a rinforzare il capitale, con leggi di macelleria sociale: tagli allo stato sociale, ai salari, alle pensioni, ai diritti di lavoratori e lavoratrici.

5) Gli stupri, le lesioni e i femminicidi/transcidi, sono l’esempio estremo di questa decadenza. Da questa oppressione sistematica, sarà possibile liberarsi solo abbattendo questa società dalle fondamenta; cioè: il capitale e le strutture patriarcali che lo sostengono e alimentano, a partire dalla famiglia borghese. Se il capitalismo e il patriarcato decidono per noi, decidiamo noi di lottare per porvi fine! Solo la classe lavoratrice, le donne e le soggettività oppresse proletarie possono farlo, organizzandosi per unire la lotta di classe alla lotta contro l’oppressione di genere.

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