COMUNICATO STAMPA del Comitato NO alla modifica della Costituzione

I cittadini in campo per salvare la Costituzione: la campagna referendaria contro la riforma Renzi-Boschi si farà anche raccogliendo le firme. Il Comitato per il No, infatti, ha deciso di depositare il quesito per l’effettuazione del referendum: «I cittadini potranno finalmente far sentire la loro voce».
Il Consiglio direttivo del Comitato per il No nel referendum costituzionale ha deciso di avviare la raccolta delle firme necessarie a sostegno del quesito per l’effettuazione del referendum sulla riforma Renzi-Boschi. Il quesito sarà depositato dopo la definitiva approvazione da parte del parlamento, probabilmente a metà aprile, e la relativa pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. «In questo modo – si legge in una nota – oltre ai parlamentari che si sono impegnati a promuovere il referendum, saranno in campo anche i cittadini, che – dopo la consegna delle firme – potranno finalmente far sentire la loro voce».
La raccolta delle firme necessarie per il referendum costituzionale (ne occorrono 500.000) avverrà contestualmente, sebbene con una leggera sfasatura temporale, a quella a sostegno del referendum contro l’Italicum che partirà all’inizio di aprile sui due quesiti depositati da tempo contro il premio di maggioranza e il ballottaggio e per garantire l’elettività effettiva di tutti i deputati.

«Il Consiglio direttivo – si legge ancora nella nota – fa appello a tutti i cittadini perché appoggino pienamente queste iniziative referendarie che hanno l’obiettivo di bloccare il tentativo di consentire ad un unico partito, col consenso di una minoranza di elettori, di conquistare comunque una spropositata maggioranza alla Camera dei deputati. Salvare la Costituzione, impedire che continui la deriva delle leggi ipermaggioritarie che finiscono con il negare in radice la possibilità di partecipare dei cittadini sono due aspetti strettamente legati insieme – conclude la nota – e contro questa deriva occorre mobilitarsi per raccogliere le firme da aprile a giugno e poi per fare prevalere il No nel referendum costituzionale».

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