COLTIVIAMO L’ODIO DI CLASSE E MANTENIAMO SEMPRE ALL’ERTA LO SPIRITO DI RIVOLTA!

Quando una minoranza di popolazione più ricca detiene il potere economico, politico e militare, la corruzione, il clientelismo e l’inefficienza non sono una conseguenza non prevista causata da politicanti disonesti, ma sono proprio le basi su cui poggia tale potere particolare. Parallelamente, il “rispetto delle regole”, “l’autonomia della Magistratura” e la “difesa della Costituzione”, si trasformano in parole d’ordine vuote se applicate ad una società classista, poiché la Legge e il Diritto sono inevitabilmente creati ed applicati per mantenere il potere nelle mani della classe dominante: gli industriali, i banchieri, le gerarchie ecclesiastiche e i rispettivi comitati d’affari seduti in Parlamento.

Criticare l’esistente, provare disprezzo e rabbia verso un sistema politico corrotto, affarista e reazionario è un comportamento giusto e legittimo. Ogni persona dotata di un minimo di intelligenza non può di certo esimersi dall’adottare questa impostazione critica verso la realtà.
In quanto marxisti rivoluzionari non si può che appoggiare e sostenere l’astio popolare causato dalla disoccupazione, dalla precarietà, dall’erosione dei diritti e dall’assenza di servizi.
E’ indispensabile lavorare per la diffusione ad ogni livello di questo odio di classe sano e legittimo, ed incanalare la repulsione generale verso questo governo nella prospettiva di una vera alternativa di società.

Tutti i movimenti “anti-partitocratici” che l’Italia ha conosciuto, sono stati e sono funzionali al capitale e perpetrano le disuguaglianze e lo sfruttamento di cui esso si nutre con avidità ed arroganza.
Da sempre, riformisti ed opportunisti, anche nella loro luccicante veste “anti-partitica”, si ingegnano per instillare nelle masse l’idea che possa esistere un capitalismo etico, un capitalismo onesto. Chi lo fa in buona fede è ingenuo, ma la stragrande maggioranza sono criminali.

Criminali sono i partiti populisti, che a suon di slogan semplicisti e qualunquisti, avvallano tutte le politiche filoconfindustriali, antioperaie e guerrafondaie.

Criminali sono i giustizialisti ,che vogliono farci credere che mettere un qualsiasi berlusconi in galera (non nego che possa sembrare una allettante prospettiva) possa risolvere qualcosa a livello di sistema; lo sappiamo bene: è solo la modifica dei rapporti di forza tra le classi, che può portare a conquiste concrete e durature.

Criminale è Beppe Grillo, la cui “politica dei cittadini al di sopra delle classi” si è ben presto sgretolata e rivelata per quello che sin dall’inizio era nelle intenzioni di questo losco figuro: sostegno al grande capitale e nemica del proletariato.

MA IN FONDO E’ STORIA VECCHIA!
Dal secondo dopoguerra fino ad oggi, la storia italiana brulica di rigurgiti antipartitocratici che si ritengono “alternativi” al sistema dominante, prendendo le distanze sia dalla “destra che dalla “sinistra”: dal “Fronte dell’Uomo Qualunque” ai Radicali, dalla Lega Nord, alla stessa scesa in campo di Berlusconi, vero campione “massmediatico” dell’anti-politica.

La deriva di tutti questi fenomeni la conosciamo bene: i Qualunquisti si autodistrussero quando, paradossalmente, diventarono un partito e confluirono nel Partito Monarchico, nel PLI e nell’MSI dei nostalgici di Mussolini; Pannella e la Bonino sono diventati il simbolo del peggior trasformismo liberale; la Lega rappresenta il più grezzo populismo xenofobo; Berlusconi è l’emblema per eccellenza del putridume politico-mediatico.
Chiunque abbia eliminato la divisione storica tra destra e sinistra si è regolarmente seduto nei banchi della destra istituzionale ed ha difeso gli interessi della classe dominante. (E’ bene non dimenticarlo!)

C’è solo una strada: l’azione della classe rivoluzionaria cosciente di sé e delle forze sociali che riconoscono il suo ruolo storico e la appoggiano, solo così potremo seppellire una volta per tutte quello scempio politico che è il berlusconismo ed arrivare all’abbattimento definitivo del profitto borghese, costruito sullo sfruttamento di forza lavoro a basso costo, sul sangue degli operai che ogni giorno muoiono nei cantieri e nelle fabbriche, sulle guerre imperialiste e sulle devastazioni ambientali.

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