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Padroni che chiudono, operai che lottano.

  
La scorsa settimana i lavoratori della ACIS di S.Sofia hanno manifestato nelle vie del paese trovando la solidarietà e la partecipazione delle cittadinanza.
Quello che segue è il testo del volantino diffuso dal PCL in questa circostanza. 
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IL LAVORO NON SI TOCCA !
VA DIFESO CON LA LOTTA !
DIFENDERE LO STABILIMENTO CON L’UNICA ARMA CHE GLI OPERAI POSSIEDONO:
LA LOTTA E L’ORGANIZZAZIONE ! SCIOPERO A OLTRANZA E OCCUPAZIONE DELLA FABBRICA !
Il caso ACIS, come mille altri ,dimostra che questo sistema economico basato sul profitto di una minoranza di capitalisti é fallito e scarica sui lavoratori la propria crisi. Sta a noi lavoratori imporre un alternativa, in primis difendendo il lavoro, i diritti e la ricchezza ( fabbriche, macchinari, professionalità) che abbiamo creato.
NESSUN LICENZIAMENTO E NESSUN SACRIFICIO DEVE ESSERE ACCETTATO !
É tanti anni che i lavoratori accettano sacrifici, in cambio della promessa di una ripresa e di un futuro migliore. Ogni volta invece i sacrifici portano ad altri sacrifici e al peggiorare la crisi, diminuendo il potere d’acquisto e contrattuale dei lavoratori, l’unico fine dei sacrifici è salvare i profitti dei padroni scaricando la crisi su chi non ne ha colpa.
Ancora peggio se la passa chi ha accettato il licenziamento, sperando negli ammortizzatori sociali come accompagnamento ad un altro impiego ed oggi si trova sulla strada.
NON FIDARSI DELLE ISTITUZIONI !
Molte volte in questi anni le dirigenze sindacali si sono appellate alle istituzioni invece di mettere in campo la forza degli operai. Il risultato è stato disastroso: migliaia di aziende hanno chiuso e le condizioni di lavoro in quelle rimaste aperte sono diventate scandalose. Le cosi dette “istituzioni democratiche” sono dominate da partiti al soldo di industriali e banchieri, il cui unico fine è quello di mantenere la “pace sociale”, assicurando così i profitti dei padroni. Le istituzioni possono essere spinte a difendere gli operai solo quando questi mettono in campo una vera lotta, mettendo a riscio i profitti e rompendo l’ipocrita pace sociale.
SERVE LO SCIOPERO A OLTRANZA !
L’esperienza dimostra che i padroni sono disposti a concedere qualcosa solo quando hanno paura di perdere tutto! Per questo non rimane che usare forme di lotta radicali: lo sciopero a oltranza, i picchetti e i blocchi stradali, a partire da oggi.

UNIRE LE LOTTE ! CREARE SOLIDARIETA’!
Una vera lotta è tanto più possibile più si unisce ad altre lotte. Purtroppo in questi anni molti operai sono stati lasciati a combattere da soli,ognuno nella propria azienda, andando incontro a sconfitte in ordine sparso. Bisogna al contrario creare una cassa di resistenza tra gli operai di diverse aziende e tra la popolazione solidale, che serva a finanziare eventuali lotte prolungate. 
Coordinare le diverse lotte per darsi aiuto reciproco ( a cominciare con gli operai della DOMETIC di Forlì, in una situazione simile alla vostra) e cercare la solidarietà della popolazione.
DIFENDERE GLI STABILIMENTI E I MACCHINARI !
Gli stabilimenti sono un bene non solo per gli operai che ci lavorano ma per tutta la comunità.
Per questo bisogna impedire ogni eventuale spostamento di macchinari e lo svuotamento dei magazzini.
OCCUPARE LO STABILIMENTO !
Questo è il miglior per evitare la chiusura di un azienda, che è possibile ce lo dicono tante lotte degli ultimi anni, come quella degli operai della INSE di Milano, che hanno occupato e autogestito la loro fabbrica, costringendo le amministrazioni locali a trovare nuovi acquirenti per uno stabilimento che altrimenti avrebbe chiuso.
SEGUIRE L’ESEMPIO DEGLI OPERAI ARGENTINI
Ma altre lotte ci dicono di più, come quelle di tanti lavoratori che nell’Argentina colpita dalla crisi del 2001 hanno, non solo occupato la fabbrica, ma ne hanno ottenuto l’esproprio senza indennizzo per i vecchi proprietari, dimostrando che gli operai non hanno bisogno dei padroni per lavorare. Quell’esperienza è stata un raggio di luce in mezzo alle tenebre di questo sistema in putrefazione, che dimostra come sarebbe possibile gestire il lavoro e la società intera senza padroni, per produrre finalmente col fine di soddisfare i bisogni umani e non il profitto di pochi parassiti.
D’altronde non si capisce perché, se il padrone si arroga il diritto di licenziare i lavoratori, i lavoratori non abbiano il diritto di licenziare il padrone, che tra l’altro deve ancora degli stipendi agli operai.
SE GLI OPERAI SI UNISCONO NELLA LOTTA NIENTE POTRA FERMARLI !
I PADRONI HANNO BISOGNO DI NOI, NOI NON ABBIAMO BISOGNO DI LORO !
IL PCL DARA’ PIENA SOLIDARIETA’ ALLA VOSTRA LOTTA !

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