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Don Gallo : prete comunista ?

I preti “socialisti”
I preti “socialisti”
i preti amici del popolo
oggi
saranno i cappellani
delle armate bianche
domani
Amateli perciò
se proprio dovete
di un amore ipocrita
come loro già fanno con voi
come loro han sempre fatto
CIAO ANDREA GALLO: MUORE UN UOMO, NON UN IDOLO PER I COMUNISTI

Il 22 Maggio 2013 si è sparsa la notizia della morte del famoso prelato Don Andrea Gallo, il prete di Genova vicino agli ultimi, ma anche ai movimenti ed a grandi fette di elettorato di sinistra.
Nonostante l’abito indossato (sinonimo di superstizione, oppressione, omofobia, pedofilia e chi più ne ha più ne metta) ha combattuto battaglie e lotte vicini ad ambienti di sinistra.
Tanti sono i saluti a pugno chiuso che ha fatto Don Gallo alle folle che lo acclamavano: è possibile definire un prete comunista? È dai tempi dei tentativi – togliattiani prima e berlingueriani poi – di avvicinarsi alle masse cattoliche, che slogan tatticissimi come “una sofferta coscienza cristiana può portare alla coscienza di classe” sono poi diventati, come spesso succede sotto l’egemonia dello stalinismo, parte integrante dell’ideologia, cioè della falsa coscienza, di buona parte della (a)sinistra di classe. E così diversi “sinistroidi” sono portati a pensare che possa esserci una compatibilità, seppur contraddittoria, tra l’essere prete (e quindi agente di uno dei poli capitalistici più potenti del globo, la chiesa cattolica) e l’essere comunista. Per i comunisti è evidente che tale compatibilità non può esistere.
Nell’epoca moderna la religione, come la superstizione, non fa altro che rammollire le masse: Marx affermava che fosse “l’oppio dei popoli”, proprio perché nella speranza di una seconda vita, l’aldilà, le masse degli sfruttati avrebbero evitato di migliorare la loro terrena – e reale! – vita tramite la ribellione sociale, in osservanza dei comandamenti religiosi. La paura delle terribili punizioni previste per i “peccatori” e la prospettiva della possibile redenzione e della conseguente beatitudine in paradiso fa sì che l’osservanza di dettami religiosi arcaici e irrazionali sia possibile ancora oggi.
Premettendo ciò, come può un prete essere preso ad esempio dai comunisti? Solo perché è uno dei tanti che afferma ciò che è sotto gli occhi di tutti, e cioè che la società capitalistica è una società barbara ed ingiusta!?Forse i comunisti dovrebbero prendere ad esempio ben altri uomini, veramente comunisti, che hanno fatto la storia e che dovrebbero essere meglio conosciuti e studiati: Engels, Marx, Lenin , Trotsky.

Come può un prete essere confuso con un Rivoluzionario?

In Italia in particolare, la società in cui viviamo ha lasciato in tutti noi, anche a livello inconscio, un’impronta cattolica; il senso di colpa, la superstizione, la speranza che un’entità che non possiamo nemmeno comprendere “veda e provveda”: sono tutti lasciti e strascichi della religione, che ognuno di noi pensa di essersi scrollato di dosso, ma che in realtà non è ancora riuscito a farlo. Anche solo il fatto per cui un prete venga ascoltato ed abbia più credibilità  in un ambito di “sinistra” ( e pertanto, ad oggi,non comunista ) di una qualsiasi altra persona, è segno del fardello religioso che ci hanno legato alla caviglia, come una palla da ergastolano.
Con ciò, però, non si vuole screditare la vita dedicata agli altri vissuta da Don Gallo. Ma diciamoci la verità: “Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita” recita un proverbio cinese. All’elemosina cristiana i comunisti rispondono con la necessità del controllo dei mezzi di produzione da parte dei lavoratori perché ognuno possa, secondo le sue capacità, contribuire al progresso dell’umanità.
I proletari devono pertanto prendere coscienza del fatto che hanno nelle mani il potere materiale, necessarioad emanciparsi da questa società che li vede come ultima ruota del carro nella distribuzione della ricchezza, nonostante proprio loro si sobbarchino lo sforzo di riprodurla materialmente.
Le istituzioni ecclesiastiche non solo amministrano i denari e le menti dei credenti, ma anche quelle di tutta la società: il solo fatto che le persone in difficoltà economica si rivolgano alla Caritas, ad esempio, è il segno evidente di come siano necessarie alle istituzioni ecclesiastiche le sofferenze e le ingiustizie sociali per poter meglio radicarsi nella società. Quanto più una società è abituata alla beneficenza in ogni sua forma, tanto più è difficile che si sviluppi in essa una coscienza (di classe) che comprenda la necessità di disuguaglianze fra classi differenti perché qualcuno possa fare il “benefattore” di qualcun altro.
Pertanto quando da comunisti ci si prefigge l’abbattimento dello stato borghese in quanto organo di potere ed istituzione della classe dirigente (industriali e banchieri), si deve comprendere in questa categoria anche la chiesa. Come non esiste una “borghesia illuminata”, capace di risollevare le sorti della società, non esiste neppure una chiesa o dei “preti comunisti” che possano veramente battersi per gli interessi della stragrande maggioranza delle donne e degli uomini e quindi sostenere la lotta di classe: la chiesa ed i sacerdoti hanno sempre dato man forte alle dittature fasciste e naziste, come anche alle dittature militari in centro-sud America ( con l’esclusione di rarissime mosche bianche ). Questo perché la religione cattolica (ma non solo quella) se da un lato svolge una funzione di “paciere” sociale, dall’altra parte fomenta una vera e propria guerra di religione per ottenere l’egemonia ideologica in tutto il mondo.
In definitiva la chiesa ed i suoi prelati sono un potere imperialista come lo sono gli eserciti, i petrolieri, le banche ed i governi borghesi: pronti sempre ad intervenire in luoghi disastrati per convertire “anime” ed allo stesso tempo avvallare qualsiasi guerra militare o interesse economico imperialista.
I comunisti sono contro questo ordine di cose; per questo il comunista deve vedere in un prete, seppur “di sinistra”, un controrivoluzionario: perché non è di fatto a favore della rivoluzione sociale, rivoluzione che non sarà né civile né arancione, ma solo ROSSA E SOCIALISTA.
Concludo con un breve accenno ad un libro dal titolo “La posizione della missionaria” che parla della vita di Madre Teresa di Calcutta. “Un malato terminale di tumore, tormentato da dolori lancinanti, si lamentava. La suora (Madre Teresa) gli disse: “Questo che senti è il bacio di Gesù”. Ed il malato rispose: “Per favore chiedigli di smettere di baciarmi!”.
Il clero come componente organica della società mai potrà svolgere una funzione rivoluzionaria nella società capitalista: i preti di ogni chiesa sono pronti a difendere il sistema che li nutre anche a costo di peggiorare la vita di miliardi di persone. Per questo i comunisti non devono accordare nessuna fiducia ai preti della chiesa cattolica: costoro non possono che intralciare il cammino verso la rivoluzione e verso la costruzione del partito della rivoluzione, il partito comunista.

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