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LA RESISTENZA TRADITA

Apprendiamo dai giornali locali che il 12 maggio Meldola vivrà l’inaugurazione, a pochi metri dalla statua dedicata ai valori della Resistenza, di un monumento ai Carabinieri.
Per il sindaco Zattini non esiste alcuna contraddizione in ciò, visto che i due cimeli servono per celebrare “i valori fondanti del nostro Stato: la lotta partigiana e la fedeltà alle istituzioni”.
Dopo aver irriso questa affermazione avventata (per usare un eufemismo) ci sembra doveroso rimembrare che il corpo armato dei Carabinieri non nasce nel dopoguerra in contemporanea con l’avvento della Repubblica e delle sue istituzioni (decantate da Zattini e giunta) ma nel 1814, quando ancora il concetto di Italia unita non si era fatto strada. Perciò i Carabinieri hanno garantito la loro fedeltà, nei secoli, a qualunque potere costituito, da buon reparto repressivo quale sono, senza porsi troppe domande…del resto si sa, il
buon carabiniere esegue gli ordini ricevuti, mica ha il tempo per pensare!
I Carabinieri si sono così dimostrati formidabili servitori delle “istituzioni” della monarchia sabauda-piemontese prima, del Regno d’Italia poi, dell’Italia fascista in seguito e dell’attuale democrazia borghese oggi; la costante, più che la protezione della singola istituzione del momento (ne sono passate diverse sotto i ponti dal 1814 al 2013), è stata quella di schiacciare con la forza di legge le lotte operaie e popolari: dai massacri di contadini e braccianti operati nell’Ottocento, passando per il fiancheggiamento degli
squadristi neri nel Ventennio fascista, alle rivoltellate nelle piazze dell’Italia democratica (ricordiamo, tra i tanti, l’omicidio di Carlo Giuliani).
Non dimentichiamoci poi che l’Arma si distinse per la fucilazione dei renitenti alla leva che si opponevano agli ordini dei generali macellai della prima e della seconda guerra mondiale.
Occorre falsificare pesantemente la storia per festeggiare, al tempo stesso, coloro i quali misero a rischio la propria vita e i propri affetti per combattere il nazi-fascismo (i partigiani) e coloro i quali, come corpo legale dello stato, spalleggiavano e lavoravano fianco a fianco con i militi fascisti, concedendo anche le loro stesse caserme come camere di tortura per estorcere informazioni ai resistenti incarcerati.
Noi, come militanti marxisti, agiamo quotidianamente perchè le lotte presenti e future possano rendere giustizia alla Resistenza tradita e costruire una società dove non occorra erigere statue votive in onore del braccio armato del padronato.
PCL – sezione “D. Maltoni” Forlì-Cesena

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