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Contro i soloni liberali sul default

Cari compagni, quante volte ci siamo imbattuti in finti “illuminati” i quali, in preda all’impossibilità di batterci sul piano della propaganda e della strategia, se ne escono con simili dichiarazioni: “ehi, ma non siamo più nel Novecento”, oppure “avete delle belle idee, ma la storia e il mondo sono cambiati, non sono più quelli di una volta!”. Che dire, saltando a pié pari il Novecento e approdando addirittura all’Ottocento, precisamente al gennaio 1850, Marx, in “Le lotte di classe in Francia” scriveva: …L’indebitamento dello stato era, al contrario, l’interesse diretto della frazione della borghesia che governava e legiferava per mezzo delle Camere. Il disavanzo dello Stato era infatti il vero e proprio oggetto della sua speculazione e la fonte principale del suo arricchimento. Ogni anno un nuovo disavanzo. Dopo quattro o cinque anni un nuovo prestito offriva all’aristocrazia finanziaria una nuova occasione di truffare lo Stato che, mantenuto artificiosamente sull’orlo della bancarotta, era costretto a contrattare coi banchieri alle condizioni più sfavorevoli. Ogni nuovo prestito era una nuova occasione di svaligiare il pubblico, che investe i suoi capitali in rendita dello Stato, mediante operazioni di Borsa al cui segreto erano iniziati il governo e la maggioranza della camera. In generale la situazione instabile del credito pubblico e il possesso dei segreti di Stato offrivano ai banchieri e ai loro affiliati nelle Camere e sul trono la possibilità di provocare delle oscillazioni straordinarie, improvvise, nel corso dei titoli di Stato; e il risultato costante di queste oscillazioni non poteva essere altro che la rovina di una massa di capitalisti più piccoli e l’arricchimento favolosamente rapido dei giocatori in grande. Karl Marx NO ALLA TRUFFA DEL PAGAMENTO DEL DEBITO NAZIONALIZZAZIONE DELLE BANCHE SOTTO IL CONTROLLO DEI LAVORATORI ESPROPRIO SENZA INDENNIZZO DEI GRANDI CAPITALI

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