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Lo Stato che ci separa

Falaghiste- Non c’è da stupirsi se ciò che rimane dei vecchi partiti stalinisti si sia scagliato contro il movimento.
A Roma in Piazza S Giovanni non hanno avuto il minimo dubbio dove dirigere “le bocche da fuoco”, se contro i parlamenti o contro le migliaia di giovani proletari che spontaneamente sciamavano per le vie senza un obbiettivo preciso, senza un progetto, ma anche senza l’ambizione di andare a scaldar poltrone alle prossime elezioni. Insomma, per i vari “comunisti” nostrani, da Ferrero a Vendola, con sindacalisti ben pagati annessi (vedi COBAS e CGIL): i peggiori nemici sono loro.
Questo è il messaggio che le sinistre in coro hanno lanciato, difendendo le sacre istituzioni repubblicane, Maroni e lo Stato. Ecco che qui sta l’arcano, lo Stato e le sue istituzioni democratiche che: “per ora sono nelle mani della destra, per cui funzionano male, ma se ci fossimo noi a governare… allora”.
Un problema di voti dunque, perché tutto si deve e si può risolvere all’interno della “dialettica democratica” (quale?) e comunque non oltre l’immutabilità del presente.
E per questo si fanno le manifestazioni; per farsi vedere e per dare l’opportunità agli oratori d’ammaliare il pubblico presente e soprattutto quello televisivo.
Poco importa il dramma della povertà che travolge milioni di persone: eppure criticano il nichilismo senza prospettive della rivolta, mentre loro non vedono oltre il loro naso, oltre lo squallido presente che la crisi travolge; comprese le loro adorate istituzioni.
Non vedono che ormai lo Stato, spogliato dall’avanzare della storia dalla sua veste democratica, si rivela, agli occhi delle masse, per quello che è sempre stato: un esercito al servizio di una banda di ladri.
Ebbene, se doveva esser così a Roma sabato scorso: un’inutile sfilata allegorica, mi vien da dire (apriti cielo) che è meglio che sia andata come è andata, almeno sapremo d’ora innanzi separare “il grano dalla crusca.”  
E quando quei ragazzi, che sanno difendersi a mani nude contro i mezzi corazzati, impareranno a compattarsi intorno a un progetto politico rivoluzionario:” Tremerete, eccome se tremerete, piccoli uomini dal grande portafoglio!”.

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