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Open day dei docenti: l’intervento del PCL

Intervento dell’11 dicembre 2010
Saluto tutti i presenti: mi chiamo Martino e sono un militante del Partito Comunista dei Lavoratori; collaboriamo molto volentieri col Comitato Autonomo Studentesco Forlivese, per il quale ha parlato prima Giacomo.
Ebbene, la situazione della scuola e università pubblica è drammatica:
vi gravita un vero e proprio esercito, costituito da ben 200mila precari, senza un futuro certo;
ogni anno vengono apportati tagli che costringono le università ad alzare le rette;
anche gli insegnanti di ruolo vengono colpiti visto che è scattato il blocco stipendiale per 3 anni, ed è stato calcolato che ogni singolo insegnante perderà circa 3mila euro;
aumentata l’età pensionabile per le donne nel pubblico impiego a 65 anni;
il blocco del turnover, cioè chi va in pensione non viene sostituito, e ciò comporta il taglio delle cattedre, il peggioramento del servizio e la fine del tempo pieno in molte scuole.
Si capisce che in un contesto già così devastato, i tagli indiscriminati per 8 mld di euro collegati alla contro-riforma Gelmini rappresentano un ulteriore duro colpo, forse il finale, all’istruzione pubblica!

Noi registriamo però che l’aggressione all’istruzione pubblica non l’ha certamente inventata il governo Berlusconi, si può dire infatti che l’anticipatore, l’antesignano delle attuali politiche sia stato Luigi Berlinguer, ministro all’epoca del primo governo Prodi.
Fu con Berlinguer che mentre venivano aumentati i finanziamenti alle scuole private, si tagliavano quelli alla scuola pubblica e cominciava l’aziendalizzazione della gestione scolastica con conseguente ingresso dei fondi dei privati, visto che i vari governi, di ogni colore politico, che si sono succeduti nel tempo, hanno considerato l’istruzione pubblica soltanto un costo da tagliare, uno spreco di cui lo Stato doveva liberarsi.
Da allora il mantra dei governanti è sempre stato lo stesso: “non possiamo fare diversamente perchè non ci sono i soldi”.
Noi ribaltiamo questa colossale bugia, dicendo invece che i soldi ci sono ma vengono utilizzati per i veri sprechi:
Per esempio come mai ogni anno si trovano 25 mld di euro per le spese militari, per portare avanti le missioni di guerra e fare contente le industrie belliche come Finmeccanica.
Perchè ogni anno si trova 1 mld di euro per pagare gli stipendi degli insegnanti di religione cattolica, per giunta nominati dal Vaticano e salariati dal “laico” stato italiano?

Insomma, noi crediamo che dinanzi a un attacco così profondo e duraturo, occorre rispondere con altrettanta durezza; proponiamo quindi al movimento esploso negli ultimi mesi:

1) L’occupazione di tutte le scuole e università, arrivando anche al blocco della didattica
2) Coinvolgere assolutamente nella protesta i lavoratori, l’altro soggetto debole su cui stanno riversando i costi della crisi
3) Un coordinamento nazionale e unitario di delegati permanentemente revocabili ed eletti dalla base delle diverse scuole, università e aziende in lotta per dare una degna rappresentanza al movimento e continuità alle lotte!

Noi, in un’Europa, chiamata il “Primo Mondo”, dove convivono 50mln di disoccupati e al tempo stesso re e regine, noi abbiamo scelto di stare da una precisa parte della barricata: quella che ci indicano i giovani greci, francesi e, non ultimi, i giovani inglesi…che è la parte della barricata che vuole terrorizzare monarchi, padroni e governi, per far pagare a lor signori i costi di questa crisi.

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