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Obama e il metodo Marchionne piegati dai lavoratori americani

La crisi capitalista produce il risveglio della classe operaia e della sua coscienza, anche nei suoi settori apparentemente più arretrati, alla faccia di quei pessimisti a oltranza, di chi spesso ci dice che le lotte non si possono più fare perché ci sono gli immigrati che tanto accettano qualunque condizione, che dobbiamo competere con gli operai cinesi che si fanno sfruttare senza dir niente o che i sindacati non vogliono più lottare, come se fosse impossibile ribellarsi alle dirigenze traditrici.
Ogni giorno arrivano notizie che smentiscono il disfattismo di chi osserva la realtà con una visione statica, non capendo le sue contraddizione e la sua continua evoluzione.

Dopo aver visto gli operai cinesi sfondare il muro dei sindacati di regime, proclamando enormi scioperi autonomamente e ottenendo grossi aumenti salariali; dopo gli scioperi di massa in Sud Africa; dopo la ribellione degli operai peggio pagati al mondo in Bangladesh e dopo che anche in Italia abbiamo visto scioperare gli immigrati super ricattabili impiegati nell’edilizia campana, vediamo ora arrivare segnali positivi anche dalla classe operaia americana.

Dopo che, la U.A.W.(il sindacato unico del settore automobilistico)ha fatto sapere agli operai della Lake Orion (fabbrica della General Motors di Detroit)di aver accettato un taglio dei salari del 50% per quasi meta dei 650 lavoratori, questi hanno deciso di ribellarsi alle scelte delle dirigenze sindacali:hanno da prima votato in maniera schiacciante per proibire alla U.A.W. di negoziare le concessioni con l’azienda, poi, quando questa ha continuato ugualmente a trattare, tradendo il mandato, i lavoratori hanno cacciato i burocrati dall’assemblea e hanno formato un comitato di base per continuare autonomamente la lotta.

Nell’appello lanciato dal comitato “a tutti i lavoratori del settore e alla classe lavoratrice nel suo insieme”si accusa apertamente la U.A.W. di essere al servizio dei padroni, si legge:
“ora la G.M. vuole chiudere lo stabilimento e la U.A.W. non farà nulla per fermarla.
Effettivamente questo presunto sindacato vuole vedere chiuso lo stabilimento per dare una lezione a tutti i lavoratori che osano resistere alla sua collaborazione con la dirigenza per impoverirci”.
E ancora: “nella U.A.W. siamo di fronte a un nemico non meno determinato delle società automobilistiche. La U.A.W. è un impresa, con una considerevole quota di proprietà nelle società automobilistiche e ha l’interesse ad accrescere il nostro sfruttamento (e pensare che c’è in Italia chi vede la partecipazione agli utili come la soluzione del conflitto capitale-lavoro).
È composta da funzionari ben pagati il cui compito è quello di predicare la rassegnazione, convincendoci a cedere senza lottare”.

Dopo dichiarare che la U.A.W. non è riformabile il comunicato passa ad attaccare i politici:
“I partiti democratico e repubblicano sono contro di noi. Obama, il candidato del cambiamento ha preteso concessioni come parte del fallimento della G.M. e Chrysler che sono state usate come precedente per ridurre i salari e i benefici.”

Infine questi operai, storicamente divisi su base etnica, cresciuti in un paese culturalmente impregnato di nazionalismo, danno prova di internazionalismo dichiarando:
“Abbiamo ricevuto lettere da tutti gli Stati Uniti e da molti paesi del mondo.
Dopo che per molti anni ci veniva raccontato che i nostri nemici erano i lavoratori di altri paesi, abbiamo scoperto che dovunque i lavoratori sono di fronte alla stessa lotta e agli stessi nemici. Anche loro vengono svenduti dai loro sindacati. Anche loro stanno perdendo i posti di lavoro mentre aziende e governi si prendono cura dei ricchi. Abbiamo dimostrato che è possibile lottare.
I lavoratori per tutto il paese dovrebbero formare i loro comitati, questi possono unirsi in una lotta comune per rovesciare il contratto imposto da Obama e dalla U.A.W., abolire i salari a due livelli e fermare la chiusura di tutti gli stabilimenti.”

Bene, un famoso sfruttatore e i suoi “lecchini” qualche tempo fà ci avevano detto che noi operai italiani dovevamo imitare quelli americani che, accettavano applaudendo i sacrifici in cambio di investimenti, noi ringraziamo vivamente gli operai della G.M. perché adesso questo sfruttatore si starà di certo mordendo la lingua.

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