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Finché c’è Stato… non c’è giustizia

Quante volte abbiamo ascoltato la nostra opposizione parlamentare (PD,IDV) affermare che Berlusconi e la sua deriva autoritaria rappresenta un caso eccezionale in Europa e nel mondo, un buco nero della democrazia riscontrabile solo in Italia!
Anche a causa di questa propaganda ingannevole è passata sotto silenzio una gravissima novità “repressiva” dalla vicina Francia: dal 18 ottobre è in vigore la legge che permette la creazione di una schedatura di “potenziali delinquenti, persone suscettibili di essere implicate in azioni di violenza collettiva, di minaccia alla sicurezza pubblica”. Come criteri per finire in questa moderna lista di proscrizione si fa espressamente riferimento alle “attività politiche e/o sindacali”. Chi finisce in questo registro verrà messo sotto sorveglianza (senza aver compiuto alcun specifico reato!): vale a dire telefono e posta elettronica controllati, informazioni su stato civile, nazionalità, professione, fotografie del soggetto, immatricolazione di veicoli, dati patrimoniali, attività pubbliche, spostamenti sul territorio, persone che intrattengono con l’interessato rapporti non occasionali, insomma tutti allegramente spiati dallo stato sulla base delle nostre convinzioni politiche, coattamente inseriti in un Grande Fratello dai fini persecutori. Il tutto voluto con particolare enfasi dal ministro dell’interno Hortefeux, con la benedizione del presidente Sarkozy e la non opposizione del partito socialista, il quale si è lamentato non per i contenuti della legge, ma semplicemente perchè il governo ha voluto accellerare i tempi di approvazione del proprio decreto, scavalcando un’analoga proposta di legge scritta in comune da PS e UMP. Pure in Francia le analogie con il caso italiano non sono poche!
Noi marxisti rivoluzionari non ci stupiamo di questo fenomeno imperante un po’ ovunque: in ogni fase storica segnata dal declino dell’economia capitalista, la borghesia, sapendo perfettamnente che non può più redistribuire le briciole per “calmierare” la classe operaia, temendo possibili rotture rivoluzionarie, preoccupata di non poter più frenare le lotte sociali, si prepara al “peggio” e, con l’unico ideale della conservazione dei propri privilegi a scapito della maggioranza della popolazione, fa approvare dai suoi governi in giro per il mondo leggi liberticide come la suddetta. L’obbiettivo conclamato: quello di ingabbiare l’avanguardia di classe prima che questa faccia proseliti tra lavoratori, giovani e immigrati!
Ecco perchè in ogni democrazia borghese toccata dalla crisi si evidenziano svolte reazionarie, schedature di “nemici della nazione”, dal sapore squisitamente fascista.
Per noi marxisti rivoluzionari fascismo e democrazia borghese sono due facce della stessa medaglia, due modi complementari di governare in nome e per conto del potere della borghesia. La democrazia è l’abito elegante che la borghesia veste quando l’economia tira e/o i ceti popolari stanno buoni e pacifici; nel caso l’economia entri in crisi e/o le masse alzino la testa, non fidandosi più delle magnifiche sorti e progressive del capitalismo, ecco che la medesima borghesia, prima “democratica”, fa presto a dismettere l’abito elegante ma inservibile della democrazia e a indossare quello straccione del fascismo; a noi il compito di sventare questo rischio lottando qui ed ora per il potere dei lavoratori, in una parola per il socialismo!

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