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Lettera di Ferrando al Corriere della Sera

In un articolo apparso su il Corriere di domenica 18 gennaio, dedicato all'”antisemitismo di sinistra”, Gian Antonio Stella mi attribuisce un’espressione non mia (“distruggiamo questo incubo razzista, genocidario infame”), entro una cornice che mi pare distorca, di fatto, la nostra posizione sull’ebraismo.
Tutte le dichiarazioni mie e del Partito Comunista dei Lavoratori – nessuna esclusa – hanno sempre affermato la netta distinzione tra ebraismo e sionismo, contro ogni forma di antisemitismo. Abbiamo sempre rivendicato la grande tradizione storica e culturale dell’ebraismo socialista e antisionista: quella di Rosa Luxemburg e di Trotskij, dell’insurrezione del ghetto di Varsavia, di larga parte dell’ebraismo antifascista della resistenza. l’Urss rivoluzionaria del ’17-’23 non solo pose fine ad ogni pogrom antiebraico, ma predispose gravi sanzioni contro ogni manifestazione antisemita. La stessa Quarta Internazionale delle origini che – sola a sinistra – denunciò i fondamenti coloniali e anti arabi dello stato di Israele nel ’48, nacque anche da una lunga battaglia contro l’antisemitismo stalinista e nazista. Viceversa – come riconosce Stella – quello Stalin che massacrava gli ebrei dell’opposizione di sinistra in Urss con i peggiori argomenti del vecchio antisemitismo zarista, era lo stesso Stalin che riconosceva lo Stato di Israele e armava le milizie Israeliane dell’Haganah e la loro “pulizia etnica” anti palestinese (Ilan Pappe). Si può essere dunque filo sionisti e antisemiti. Noi siamo l’opposto: siamo avversari dell’antisemitismo e del sionismo. Non attribuiamo al popolo ebraico gli orrori di quel regime sionista che l’ha preso in ostaggio: né il terrore antiarabo, né l’espansionismo coloniale, né i fondamenti giuridici di uno stato confessionale che nega il diritto al ritorno di più di cinque milioni di profughi palestinesi, mentre discrimina al suo interno gli arabo israeliani e vieta persino i matrimoni tra palestinesi ed ebrei. Noi stiamo dalla parte di quella coraggiosa minoranza ebraica antisionista che rivendica il pieno diritto di autodeterminazione del popolo palestinese, incompatibile non con gli ebrei, ma con il sionismo. La nostra rivendicazione di una Palestina, unita, laica, socialista, rispettosa dei diritti della minoranza ebraica, si pone in questo quadro.
Naturalmente siamo disponibili, sulle pagine de il Corriere, come in ogni altra sede, a qualsiasi serio approfondimento e confronto sul tema in questione.

Marco Ferrando
Portavoce nazionale del
Partito Comunista dei Lavoratori sez. italiana del CRQI

La risposta del CorSera
Non siamo d’accordo su molte cose che dice Ferrando, a partire dalla tesi che Israele sia “uno Stato coloniale nato dal terrore contro il popolo arabo e che si perpetua, da 50 anni, con i metodi del terrore”. Sull’errore commesso nell’impaginare l’articolo, però, ha ragione: quella frase delirante (“distruggiamo quest’incubo razzista e genocidi ario infame!”) non è sua. E’ stata una svista redazionale dovuta alla fretta. Ferma restando la distanza nelle posizione, ce ne scusiamo. Con Lui e con i lettori.

Gian Antonio Stella

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