Per la Festa della Repubblica Italiana del 2 giugno i lavoratori non hanno nulla da festeggiare

Questa ricorrenza, col suo carico di retorica nazionalista e borghese, è occasione per celebrare le Forze Armate e fare sfoggio del proprio potenziale bellico in ottica imperialista. Un rito pesantissimo sulla testa dei lavoratori, dei migranti in fuga dai paesi in guerra e dei ceti più poveri della popolazione.

Il 27 aprile il presidente del consiglio Gentiloni ha ribadito l’impegno dell’Italia nella NATO rassicurando il segretario Stoltenberg sul rispetto degli impegni presi nel 2014 al vertice dei Paesi membri in Galles.

Questa “fedeltà atlantica” si traduce in un aumento netto delle spese militari: l’Italia nel 2017 spenderà per le forze armate almeno23,4 miliardi di euro(64 milioni al giorno), il 10% in più rispetto al 2016 e il 21% in più rispetto a 10 anni fa. Dall’ 1,2 all’1,4 per cento del Pil. Quasi un quarto della spesa, 5,6 miliardi (+10 per cento rispetto al 2016) andrà in nuovi armamenti (altri sette F-35, una seconda portaerei, nuovi carri armati ed elicotteri da attacco) pagati in maggioranza dal ministero dello Sviluppo economico.
L’ Italia era nel 2016 all’ 11° posto tra i paesi con la maggiore spesa in armamenti ma evidentemente ciò non basta a saziare la fame dell’imperialismo visto che l’obiettivo è far schizzare le spese militari addirittura al 2 per cento del Pil. Senza contare che aumenterà anche la spesa per le missioni militari all’ estero: 1,28 miliardi nel 2017 (+7 % in più rispetto al 2016).
Sono cifre spropositate a carico dei lavoratori che ne pagheranno le pesantissime ricadute sociali. Mentre si tagliano le spese necessarie alla sanità, all’istruzione, alla previdenza, mentre si tolgono ai giovani le prospettive di un futuro dignitoso e si abbandonano lavoratori di aziende portate in crisi dal becero capitalismo italiano (come nei casi di Alitalia e Ilva), il Governo italiano trova le risorse per incrementare le spese militari.

Come se non bastasse, tramite il Ministero dello Sviluppo economico, il Governo italiano è uno dei principali esportatori mondiali di armamenti tramite l’azienda di Stato Finmeccanica/Leonardo che ha guadagnato 7 miliardi solo nel 2016. Un fiume di denaro proveniente in larga parte da Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita, Paesi coinvolti direttamente nella guerra in Yemen.
Con la partecipazione del suo apparato militare industriale nel grande business delle armi il governo risulta essere un attore di primo piano con evidenti progetti imperialistici. La Toscana è strategicamente coinvolta nel grande carosello dei conflitti imperialistici del Capitalismo internazionale. Non solo per la presenza di importanti sedi di Finmeccanica/Leonardo, ma per la sua posizione logistica e la presenza di importanti basi e porti militari: La base logistica e strategica USA a Camp Darby tra Pisa e Livorno, gli aeroporti militari di Pisa e Grosseto e il porto di Livorno hub strategico per lo scambio di armamenti tra la Base di Camp Darby e i cargo militari che “servono” i conflitti in atto in varie zone di guerra.

PCL Pisa

PCL Livorno.

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