Non ce n’è coviddi
“Non ce n’è coviddi”, questo tormentone social ci ha accompagnato in questa strana estate, ma è anche il mantra che negli ultimi mesi siamo stati abituati ad ascoltare nelle varie televisioni da personaggi in cerca di fama e da personaggetti politici e non che, seppur lautamente pagati dai contribuenti, usano i mezzi d’informazione per disinformare il popolo. Famose sono le esternazione del professor Zangrillo, che dichiarava il covid clinicamente morto, o le dissennate dichiarazione dei vari Sgarbi, Briatore e Santanchè passando ai vari politicanti della destra estrema, come Salvini e Meloni, che a furia di propaganda soprattutto social, negherebbero non solo un virus, manche se stessi per favorire padroni e imprenditori.
Questa estate abbiamo avuto un nuovo fenomeno mediatico, Flavio Briatore, che attaccava tutto e tutti perché “non gli facevano fare imprenditoria” ma il caso ha voluto che proprio nelle sue famose discoteche della Sardegna si siano sviluppati dei focolai attivi. Ovviamente ad ammalarsi in primis sono stati i lavoratori, giovani e meno giovani, costretti a trattamenti ospedalieri e qualcuno anche alla terapia intensiva. Poi la stessa sorte è toccata anche al patron Briatore, che anche da ammalato ha negato il covid, dicendo di essersi ricoverato per una prostatite.
In questa Italia dove i luoghi di lavoro (e i relativi introiti) non devono fermarsi davanti a nulla, ancora una volta gli imprenditori si dimostrano dei delinquenti, bugiardi cronici oltre ogni ritegno. Una categoria sociale che, oltre ai profitti che intasca e porta all’estero, riceve cure privilegiate in stanze singole con tutti i confort, mentre in piena pandemia i pazienti venivano ammassati nei container.
Tutto questo è inaccettabile. Mentre ci sono operai che ancora aspettano la cassaintegrazione, mentre ci sono famiglie che soffrono la fame o lavoratrici in smart working obbligati a badare anche alla prole, questi personaggi di dubbia levatura, per i loro interessi, vanno nelle televisioni ad attaccare chi il covid lo combatte o chi è morto per salvare altre vite. Uno spettacolo indegno.
Ne ho piene le tasche di sentire che i padroni sono l’ossatura della società: è vero l’opposto. I padroni sono il cancro della società, sono parassiti strutturali che si attaccano a tutto per la loro sete infinita di profitto. Il motore della società sono i lavoratori e gli oppressi, che con la loro fatica fanno arricchire gli imprenditori, sono i lavoratori che con le loro tasse portano avanti questo paese, mentre gli “imprenditori di successo” di turno hanno la sede fiscale patriotticamente spostata dove più conviene. È ora che i proletari prendano coscienza del loro potenziale, perché i capitalisti non hanno più niente da dare e non hanno mai dato niente, hanno solo preso dalle nostre tasche.
Il covid c’è e ci sarà fintantoché non avremo un vaccino, o quantomeno una classe politica accorta e responsabile che la smetta di fare campagna elettorale perenne e si preoccupi della salute di lavoratori, studenti e persone anziane.
Invece ci tocca assistere ai no mask in piazza insieme all’estrema destra che inneggia a Mussolini mentre urla alla dittatura. Se la situazione non si contasse a decine di migliaia di morti, ci sarebbe da ridere.
Ci vuole una risposta concreta, una risposta proletaria, di massa e di classe per combattere padroni, politici e fascisti. E anche il coviddi.