Le campagne contro i migranti coprono l’attacco ai lavoratori

PD, Lega, M5S si contendono la campagna contro i migranti. Ma i migranti sono in fuga da decenni di guerre e saccheggi condotte dalle “democrazie” capitalistiche: le stesse che da quarant’anni, sul fronte interno, tagliano salari, lavoro, pensioni, sanità, in funzione del profitto di pochi.

“Non possono venire in casa nostra” si grida ai quattro venti. Ma nessun governo europeo ha esibito il… permesso di soggiorno per invadere “casa loro” con truppe di occupazione, bombardamenti, embarghi, sequestro di terre fertili, strozzinaggio finanziario, accaparramento di petrolio e uranio. Come nessun permesso di soggiorno esibirono mai gli imperialismi (Italia inclusa) quando intrapresero le conquiste coloniali.

“Abbiamo bloccato le partenze”, esulta il ministro Minniti. Ma i migranti che non partono più sono sequestrati in lager senza speranza, tra torture e stupri. Questa è la vera connivenza con i trafficanti: fornire armi e denaro alle cosiddette autorità libiche e alle loro milizie mercenarie per far svolgere loro il lavoro sporco; fare oggi con Libia, Ciad e Niger quello che si è fatto ieri con Erdogan: miliardi regalati a dittatori o governi fantoccio (e caricati sul portafoglio dei salariati italiani ed europei) per finanziare e delocalizzare un crimine.

Di più. Gli stessi Stati europei che finanziano il sequestro dei rifugiati si disputano nuovamente, gli uni contro gli altri, il controllo e la spartizione dell’Africa. Italia e Francia sgomitano per il controllo della Libia (Eni contro Total) e per questo si contendono le grazie del boia al-Sisi, con buona pace di Giulio Regeni. Mentre USA, Russia e UE preparano, a suon di bombe, la nuova spartizione di Siria e Medio Oriente, dopo il crollo dei confini coloniali tracciati col compasso un secolo fa.

Come un secolo fa chiamano tutto questo “democrazia”. Ma ieri come oggi è solo la democrazia dei capitalisti.

DIROTTANO LA RABBIA CONTRO I MIGRANTI PER TUTELARE I CAPITALISTI

In realtà la campagna antimigranti non serve solo a raccattare voti. Serve a dividere gli sfruttati, a tutto vantaggio degli sfruttatori. Serve a dirottare contro i migranti la rabbia sociale di milioni di lavoratori per impedire che si rivolga contro i capitalisti. Serve ad approfondire la guerra del capitale ai salariati. Non è un caso che in Italia dietro il sipario della campagna contro gli sbarchi si annunci un’altra finanziaria antioperaia: un’altra pioggia di miliardi regalati ai padroni con la riduzione dei contributi, che si aggiungono ai 18 miliardi già regalati col Jobs Act e ai 20 miliardi già regalati alle banche, nei soli ultimi tre anni. Il tutto finanziato dalla continua crescita dell’età pensionabile, dal blocco dei contratti del pubblico impiego, da nuovi tagli a sanità e scuola…

“Prima gli italiani” è solo lo slogan truffa con cui i partiti dominanti mascherano la vera insegna della loro politica: “Prima i capitalisti”, a spese di tutti gli altri!

È allora il momento di unire i lavoratori e tutti gli sfruttati attorno a un programma di liberazione dalla dittatura dei capitalisti. Un programma di ripartizione del lavoro attraverso la riduzione dell’orario a parità di paga. Un grande piano di nuovo lavoro nel riassetto del territorio, a partire dalla messa in sicurezza di case ed edifici pubblici. Un massiccio investimento in scuola, sanità, protezioni sociali. Un vero salario di disoccupazione per chi cerca lavoro. Chi paga? Chi non ha mai pagato, a partire da quel manipolo di grandi azionisti che sta gozzovigliando in Borsa (+73% di utili in 6 mesi!), dopo aver distrutto in dieci anni milioni di posti di lavoro.

Abolire il debito pubblico verso le banche, nazionalizzare le banche senza indennizzo per i grandi azionisti, espropriare le aziende che licenziano sotto il controllo dei lavoratori: solo queste misure possono riorganizzare dalle fondamenta la società e dare lavoro a italiani e migranti. Solo un governo dei lavoratori può realizzare queste misure. Solo una rivoluzione sociale può imporre questo governo.

Organizzare attorno a questo programma tutti coloro che lo condividono è la ragione del Partito Comunista dei Lavoratori.

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