La necessità di un partito rivoluzionario contro una società che ci rende schiavi

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di Masaniello

Non c’è bisogno di alcun sermone domenicale, o di fantasiose previsioni sul futuro, per capire che il sistema attuale orchestrato dal capitale non è più sostenibile: quando la ruota della storia si blocca e non gira più, ecco che i nuovi frutti della storia sono tutti marci e si ripetono in forma di farsa le tragedie del passato. Marx per primo ha spiegato chiaramente il perché del fallimento della nostra società basata sul profitto, e perché l’unica prospettiva futura per l’umanità sia il comunismo.

Il comunismo non è un’utopia come si ostina a farci credere chi trama e trema contro esso, il comunismo è la strada giusta da intraprendere e l’idea che è necessario diffondere tra gli sfruttati.

Il comunismo ha come perno il lavoratore, non il fantomatico cittadino grillino, o il patriota più becero dei partiti fascisti di turno, servi del potere. Il lavoratore, cioè quella classe sociale che produce e consuma, quella classe che non realizza la sua vera potenza, abbindolata dalle più belle promesse puntualmente disattese, abbindolata dalle più nefaste illusioni, da un falso cretinismo anti ideologico spacciato per libertà, che ci illude attraverso i suoi raggiri, di poter essere indipendenti dalla nostra stessa classe di appartenenza.

Non si scappa: nella nostra società ci sono due grandi classi sociali, la classe operaia e la classe borghese. La classe operaia comprende i lavoratori salariati che non hanno ricchezze, capitali, mezzi di produzione a disposizione. Io credo che occorra veramente essere stupidi per non capire che uno più uno fa due: il mondo lo manda avanti chi produce, non chi dice ad altri in che modo bisogna produrre, o in che misura. Il padrone succhia il sangue dei suoi sottoposti fregandosene altamente sia degli operai sia del consumo delle risorse, ponendo come unico obiettivo il suo guadagno. Quando il nostro bisogno è produrre il necessario e consumare il necessario. Tutto questo è possibile attraverso l’economia centrata sui bisogni della classe produttrice e non sul profitto dei padroni, veri e propri “parassiti” che succhiano il sangue degli operai rendendoli schiavi ma spacciandoli per liberi.

Come si schiavizza il proletariato? Facendogli credere che attraverso il proprio lavoro si possa guadagnare uno stipendio proporzionato alla propria produzione, inculcando nei lavoratori l’idea che chi produce meno sia un parassita, che approfitta della propria debolezza, magari quando è ammalato, o realmente non riesce a mantenere ritmi produttivi alti. Si crea così quella famosa lotta tra poveri, che tanto piace ai padroni e che rende ancora più schiavi i lavoratori, dividendoli: l’operaio più produttivo viene gratificato da quei due soldi in più che comunque non lo rendono libero, perché non servono a sopperire alle necessità proprie e della propria famiglia, l’operaio meno remunerativo per il padrone viene direttamente estromesso dal processo produttivo e gettato sul lastrico, disperato schiavo di qualsiasi proposta di lavoro  che il sistema si degnerà di fargli.

Allo stato attuale, nei paesi occidentali è sempre più difficile curarsi o far proseguire gli studi ai propri figli: in altri paesi, la prospettiva quotidiana è quella della guerra, della morte. Tutti prodotti del capitale. Nonostante questo anche l’operaio più produttivo, per sopperire alla mancanza di denaro che il sistema stesso alimenta generando in lui sempre nuovi “bisogni”, accede a prestiti e mutui. Ecco come si schiavizza il proletariato.

Il capitalismo schiavizza il proletariato attraverso il lavoro da un lato e il prestito di denaro dall’altro.

Ecco, noi non abbiamo bisogno di questo sistema. Così come non abbiamo bisogno della proprietà privata, che è tale proprio perché si basa sul furto della proprietà di un intera classe, diventando il paradigma stesso della schiavitù.

Avvicinarsi a un partito rivoluzionario deve essere primo passo per costruire una coscienza di classe che renda realmente liberi. Non c’è un’altra strada, né il sindacato, né un qualsiasi altro partito politico che non abbia il marxismo rivoluzionario come linea.

Se veramente si crede che il comunismo abbia fallito, io consiglio di ritornare a leggere, di ritornare a informarsi e comparare la Russia post-rivoluzionaria alla Russia dello Zar o al sistema attuale mondiale.

Allora sì che si capirà cosa rende liberi per davvero, liberi di studiare, liberi di curarsi, liberi di pensare, liberi di produrre ciò che serve, liberi dai padroni parassiti, dai banchieri, liberi da quella classe borghese portatrice di morte e distruzione. Insomma liberi dal capitale, senza pregiudizi e senza il mito della persona unica al comando. Solo la rivoluzione con la dittatura del proletariato può dare agli sfruttati questa libertà.

Nessuno dice che sarà facile e nessuno dice che sarà una passeggiata o un pranzo di gala, ma solo la necessità di una coscienza di classe attraverso un partito rivoluzionario può dare la certezza della libertà.

Abbandona le illusioni è unisciti alla lotta!

#pcl #rivoluzione #lotta di classe #marxismo

 

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