I VOLTI DEI TERREMOTI

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Di Masaniello

Guardando la conferenza stampa di Renzi post terremoto, la sua mimica, la sua finta emozione quasi c’ero cascato anch’io.

In buona sostanza il nostro premier ha garantito una pronta ricostruzione, un tetto per tutti in tempi ristretti e ha addirittura raccomandato i sindaci di tutte le città italiane di fare dei controlli sulle scuole perché con i bambini non si gioca.

La sua finta emozione mi ha riportato indietro di 7 anni quando il 6 aprile del 2009 un terremoto di magnitudo 5.9 distrusse L’Aquila facendo 309 morti e 1600 feriti.

Ricordo ancora la faccia di Berlusconi, il via vai delle istituzioni nei luoghi distrutti, ricordo soprattutto le promesse. Ecco, sovrapponendo le due conferenze ho visto solo un viso più giovane ma in sostanza le parole e la mimica erano le stesse, eppure a 7 anni di distanza all’Aquila troviamo ancora 3000 famiglie in attesa di sistemazione, un centro storico ancora invaso dalle gru, 12 miliardi di euro già spesi, i balconi che cadono, tangenti e corruzione, con una previsione di ricostruzione totale entro il 2020.

Non va meglio in Emilia. A 4 anni dal terremoto solo 25 comuni su 60 hanno completato la ricostruzione e 2900 famiglie sono ancora in attesa di rientrare nelle case (parliamo di 11500 persone) anche qui troviamo centri storici abbandonati, tangenti e corruzione.

Questi sono solo gli ultimi due esempi di ricostruzione imminente all’italiana, per non parlare del terremoto dell’Irpinia o addirittura di quello di 100 anni fa di Messina.

Io auspico e mi auguro che questo terremoto sia diverso, che le promesse del nostro premier siano veritiere, ma ahimè è già noto il finale. Questo sisma sarà soltanto cibo per le fauci voraci di capitalisti senza scrupoli che già si sfregano le mani.

Renzi dice che i soldi per la ricostruzione ci sono ed io gli credo. Ci credo perché penso ai € 0,11 di accise al litro che paghiamo per la benzina che servono proprio per la ricostruzione, ci credo anche perché vorrei ben vederlo uno Stato che non ha i soldi per una ricostruzione post cataclisma: Renzi dice un’ovvietà vendendola da uno sforzo personale.

Il passaggio sulle verifiche delle scuole mi ha fatto ripensare ai 27 bambini di San Giuliano di Puglia, uccisi dal crollo del loro edificio scolastico. In media lo Stato italiano dà 700 milioni di euro all’anno per la scuola privata, sovvenzioni che uccidono la scuola pubblica e la svuotano di contenuti, materiali, strutture e possibilità didattiche, con maestri e professori deportati. Una rapina che obbliga i figli della plebe ad usufruire di un proprio diritto nelle peggiori condizioni, con istituti a cui spesso mancano i requisiti fondamentali, in primis quelli antisismici.

Eppure il Presidente del Consiglio promette più forze dell’ordine per gli atti di sciacallaggio facendo egli stesso lo sciacallo.

Ma in fondo Renzi recita il suo ruolo di marionetta nelle mani del capitale, e noi siamo nelle sue mani. I terremoti sono il pane quotidiano per il suolo italiano, per questo motivo bisogna smetterla di farneticare bisogna smetterla di sognare che questi governi borghesi pensino alle masse e che mettano in sicurezza il territorio o le scuole per i nostri figli.

 È ora di prendere il potere e costruire le nostre case, le nostre scuole, le nostre vite, per un futuro socialista dove si rispetta il territorio, la materia prima, le persone, insomma la vita.

Ancora una volta ci troviamo davanti al solito bivio: socialismo o barbarie.

#terremoto #Renzi #scuola #pcl

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