Chi di honestà ferisce…

14344883_10205623081495426_2411626843653056486_ndi Peppone

Finalmente il M5S ha la possibilità di governare alcune tra le principali città italiane. Reduci dall’esperimento Pizzarotti, alla sindaca romana è stato affiancato un mini-direttorio allo scopo (probabilmente) di vigilare sull’HONESTÀ dei provvedimenti capitolini.

Tra un comizio e un altro, la Raggi ha scoperto che uno dei suoi assessori è al centro di un’indagine della magistratura. Della stessa magistratura che al suo tempo ha indagato Berlusconi&Co. Ma allora era sacrosanto e legittimo, ora, dopo pochi grammi di compromissione le indagini dei togati sono finalizzate esclusivamente alla loro rovina. Deliranti e ridicoli sono i commenti delle altre forze politiche che, forti della loro integrità intellettuale, possono per un attimo dimenticare i loro problemucci legali per attaccare i pentastellati.

Sta di fatto che il movimento degli onesti, che ha sempre sostenuto l’incompatibilità di un indagato con qualsivoglia carica politica o amministrativa, si è scontrato con uno dei capisaldi della democrazia italiana.

“LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI”

(Magari!!)

Evidentemente loro non sono uguali. La sindaca “de roma” difende a spada tratta l’assessore Muraro, e coinvolge grossi membri del direttorio che “leggono male le e-mail”.

Non intendiamo giudicare l’operato del M5S sulla base di un’indagine che probabilmente non porterà a nulla, ma è molto interessante sapere che dapprima la Santissima Magistratura era legittimata a indagare chiunque fosse al centro di polemiche di tipo politico, ora no. Ora devono lasciarli in pace a governare.

Lasciarli governare assieme a capi-gabinetto a 200000 € all’anno “che però sono lordi”.

È molto interessante anche notare che il taglio degli stipendi è d’obbligo solo per le cariche parlamentari, mentre i funzionari a 5 stelle possono guadagnare quanto vogliono. Questo implicitamente preannuncia una tacita inutilità “dei partiti” che devono solamente subire l’honestà.

Noi vogliamo uscire dal dogma “o con noi o con gli altri” proponendo un governo nuovo, dei lavoratori, dove non c’è potere perché una classe non domina l’altra, uno stato proletario libero dai partiti borghesi e dai finti partiti rivoluzionari.

Alla necessità della reazione grillina e borghese noi contrapponiamo la rivoluzione comunista.

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