IL MANDANTE È IL CAPITALE E I MORTI SONO I NOSTRI

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Si è diffusa la notizia dell’uccisione di un operaio mercoledì sera, poco prima di mezzanotte, al picchetto in corso alla GLS di Piacenza, portato avanti per l’assunzione in pianta stabile dei lavoratori precari dello stabilimento.

Abd Elsalam Ahmed Eldanf, 53 anni, egiziano, padre di 5 figli, impiegato alla SAEM (appaltante di GLS) dal 2003, è stato investito da un camionista, aizzato da un individuo collegabile all’azienda stessa. Un omicidio (e una tentata strage) che ci riporta a una stagione che molti credevano superata: quella della repressione delle lotte a suon di morti ammazzati di fronte alle fabbriche.

La durezza e l’estensione della lotta operaia nella logistica italiana ha semplicemente fatto emergere la reale natura dei capitalisti: quella di sfruttatori e di repressori dei lavoratori. E quando non bastano i licenziamenti e i tagli, si va oltre: minacce fisiche, botte (dalla polizia o direttamente “fai da te”), omicidi. Questa è la vera faccia della lotta di classe, quando cadono tutti gli orpelli “democratici” e di pace sociale tra sfruttati e sfruttatori.

Ai lavoratori in lotta e al loro sindacato USB va tutto il nostro cordoglio, tutta la nostra solidarietà.

Purtroppo, episodi di questo genere sono diventati frequenti nei cantieri logistici: anche a Cesena i facchini in lotta, e i militanti loro solidali compresi i compagni della nostra sezione, hanno rischiato seriamente di essere travolti da camionisti aizzati dal padrone e dalle forze dell’ordine per spezzare i picchetti e riprendersi il “sacrosanto diritto” di far circolare le merci. Un diritto che viene prima di qualsiasi bisogno dei lavoratori, che viene sicuramente prima della loro incolumità fisica.

Di fronte a un atto di repressione così grave, si pone ora la questione di una risposta compatta e di massa da parte dei lavoratori stessi. Non solo a suon di comunicati ma con azioni concrete. Per questo appoggiamo lo sciopero di categoria indetto da USB fra 15 e 16 settembre. E rilanciamo: serve una mobilitazione unita del movimento operaio perché siano puniti i responsabili materiali e politici di questo assassinio.

È giunto il momento di organizzare l’autodifesa operaia non solo a Piacenza, ma in tutto il settore della logistica. Il settore più combattivo della classe lavoratrice in Italia, che può dare l’esempio agli altri lavoratori per rispondere colpo su colpo agli attacchi dei padroni e dei loro cani da guardia.

#GLS #Piacenza #USB #lottadiclasse #autodifesa #sciopero #repressione

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