Terremoti e razzismo, un’unica soluzione

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di Masaniello

Nel 1980 una scossa di terremoto di 6.5 della scala Richter colpì profondamente la Campania e l’Irpinia in particolare. Si contarono 2914 vittime e più di 280.000 sfollati. Questo evento, di per sé già tragico, diede vita alla maggiore speculazione post-terremoto mai avvenuta nel nostro paese: più di 66 miliardi di euro per una ricostruzione mai avvenuta completamente, processi e commissioni d’inchiesta, per poi arrivare addirittura a Mani Pulite dodici anni dopo. Per portare a cosa? Al nulla, se non a un’ulteriore spesa ai danni dei cittadini e dei lavoratori salariati. Chi ha speculato? Le banche, i mafiosi e i politici.
Sono passati 36 anni da allora, l’immigrazione non c’era, o meglio c’erano i terroni che andavano a rubare il lavoro al nord, ma di “Bingo Bongo” che non hanno di meglio da fare che rischiare la vita per venire in vacanza a spese degli italiani, niente neanche l’ombra, neanche un migrante a cui dare la colpa.
Eppure la storia è chiara, basterebbe leggerla.
Invece il buon italiano ignorante della propria storia è diventato un boia, non ragiona più se non con l’acredine verso il più povero. Nessuno che si chiede a chi tocca prendersi cura dei terremotati, cosa si può fare per aiutarli, perché un terremoto di un’intensità media distrugge così tanto? Niente, le macerie non hanno ancora finito di cadere e molti, troppi, beceri razzisti non perdono neppure un minuto e si gettano come sciacalli su chi è ancora più povero. Per loro è colpa dell’immigrazione che ci svuota i conti e dei migranti che approfittano della nostra bontà negli alberghi a 5 stelle.
Nel 1981 le tanto vituperate BR rapiscono l’assessore nonché responsabile amministrativo della ricostruzione post-sismica Ciro Cirillo. I brigatisti obbligarono Cirillo a leggere un documento dove si denunciavano le speculazioni e si invitavano le masse a intervenire affinché lo stato concedesse ai terremotati le case sfitte.
Ovviamente il caso Cirillo fu un classico esempio di pasticcio all’italiana (segreti di stato, conclusione a tarallucci e vino nonostante la trattativa stato, BR, camorra).
Quindi per il terremoto dell’Irpinia non si è avuta una ricostruzione completa (e mai si avrà), a L’Aquila è successa la stessa cosa, con l’aggravante dei soldi degli aiuti via SMS imboscati dalle banche, in Emilia forse anche peggio.
Ci si aspetterebbe che i proletari e le classi subordinate combattessero uno stato del genere, scendessero in piazza per denunciare i potenti, si riunissero in una ribellione ai soprusi. Invece no. I nostri “bravi concittadini” li troviamo dietro ai pc a fomentare l’odio verso il più povero, aizzati da quei partiti fascisti che speculano sulle disgrazie, avendo persino la faccia tosta di dirsi rappresentanti di una nazione che loro stessi hanno vilipeso.
Questo è lo stato in cui siamo costretti a vivere. Siamo stati troppo buoni, se li avessimo appesi tutti come il loro beniamino oggi avremmo uno stato al servizio delle masse, capace di risolvere i grandi problemi ambientali e idrogeologici, schierato contro il razzismo ignorante.

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