Morto un boia se ne fa un altro…

Di Frecciarossa Volodia
“Nun alora aven sbajé. A duvema strapé neca al radisi. No lasei la zoca.”
(A quel tempo facemmo un errore, avremmo dovuto strappare anche le radici, e non lasciarci il ceppo.)
Partigiana, Faenza, 2015
Apprendiamo dalle testate giornalistiche locali della morte di Heinrich Nordhorn, ufficiale delle SS che ordinò le stragi di S. Tomè e Branzolino. Nel 1944, il gerarca nazista fece uccidere 10 persone per rappresaglia, in seguito al ferimento di un soldato tedesco per una bomba.
Il 28 agosto, a Branzolino, furono impiccati quattro partigiani, mentre il 9 settembre vennero impiccate altre sei persone a San Tomé, tutti detenuti nel carcere forlivese delle SS.
I documenti sulla strage sparirono subito dopo la guerra, per riapparire solo negli anni ’90, con il ritrovamento del famoso “armadio della vergogna”. Nordhorn fu condannato all’ergastolo dal Tribunale militare di La Spezia, poi dalla Corte Militare d’Appello e infine dalla Cassazione, ma trascorse serenamente la vecchiaia in Germania fino alla morte.
Noi del Partito Comunista dei Lavoratori non ci rammarichiamo certo della morte di un boia nazista, né ci stupisce lo sfregio alla giustizia dell’intera vicenda. Non ci aspettiamo infatti “giustizia” da quelle stesse istituzioni, italiane ed europee, che subito dopo la guerra “allargarono” le proprie maglie per consentire a fascisti e nazisti di continuare a vivere e agire indisturbati, grazie al colpo di spugna dell’amnistia dell’allora ministro della giustizia Togliatti.
In nome della pacificazione si lasciarono inauditi spazi di agibilità agli assassini fascisti e nazisti. Allo stesso modo, oggi, si assiste con colpevole passività alla diffusione di movimenti di estrema destra, xenofobi e razzisti, che si richiamano esplicitamente al fascismo.
Oggi come allora, l’unica giustizia può venire dal popolo e dai lavoratori, non dallo stato borghese che ha sfruttato il nazifascismo come cane da guardia del capitale. Solo costruendo un fronte unico antifascista e combattendo senza tentennamenti il fascismo in tutte le sue forme, più o meno esplicite, è possibile onorare la memoria di chi è morto a Branzolino e S. Tomè e in qualunque altro luogo teatro delle atrocità nazifasciste.
Ogni giorno è Resistenza. L’unica società libera è quella in cui nessuna forma di fascismo verrà tollerata.

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Una risposta

  1. il ribelle ha detto:

    Lo vado dicendo da quando ho letto che Togliatti in nome della ripacificazione nazionale, firmò l'amnistia liberando migliaia di fascisti i quali passata la paura rialzarono la testa indottrinando i loro figli ed i giovani alla loro malsana ideologia.contemporaneamente i partigiani,molti di loro, si chiusero in un mutismo sperando così di dimenticare.

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