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“LASCIATE CHE I PARGOLI VENGANO A ME”

di Peppone
Parla Cristina Franceschini, Presidentessa della commissione “Finalmente Liberi”, che ha condotto nel 2013 un’inchiesta sulla legittimità dell’allontanamento dei minori dalle famiglie.
“Quello che ha scandalizzato più di tutto…era il discorso dell’allontanamento dei minori dalle famiglie per i motivi più disparati, quando le normative sia nazionali, che internazionali prevedono che l’allontanamento dei minori dalla famiglia possa essere compiuto in caso di abbandono o di GRAVE PREGIUDIZIO per il minore. In altri casi va continuata la relazione con la famiglia, con il supporto alla famiglia. Questo non succede nel sistema Italiano…Ci sono minori allontanati dalla famiglia, in questi ultimi tempi di crisi economica, ANCHE PER MOTIVI ECONOMICI…Per essere poi collocato in strutture più o meno private, soprattutto private, in cui la retta giornaliera parte da 200 fino a 400 € al giorno, per ogni minore, quindi con rette mensili anche da 12000 € al mese…Pare che ci sia un mercato su questo “olocausto bianco” di oltre 2000000000 (2 miliardi), e coinvolge 35000 bambini all’anno, alcuni certamente anche con motivazioni serie, ma all’interno c’è una vasta “area grigia” che vede allontanamenti in base a perizie fatte da psicologi sulla base di test piratati e manomessi per dare soldi pubblici non alle famiglie in difficoltà ma a strutture private…Ho dei bilanci di alcune strutture anche di 1 milione di euro ed essendo la maggior parte ONLUS non hanno obbligo di renicontazione, ma hanno bilanci molto stretti…pare che operino come soci fondatori o personale di varia natura i Giudici Onorari, giudici non togati del TdM”.
Un vero e proprio traffico legale di esseri umani nelle “case-famiglia”, che, come denunciato da numerose testate coprono un business fino a 2 000 000 000 € all’anno.
Spesso, a finire nelle grinfie dell’istituzionalizzazione sono minori provenienti dai ceti meno abbienti, minori che divengono un costo per lo Stato, e non chiedono altro che di tornare a casa loro. Un cancro che colpisce il paese in modo subdolo partendo da coloro che non hanno mezzi per difendersi, come dichiara un padre “gli avvocati costano caro e i ricorsi durano molto”, quindi, altro non resta che tacere. “Quando ho chiesto aiuto ai Servizi Sociali hanno subito pensato a portare via i bambini” dichiara un’altra madre.
Questi Lager vengono finanziati dallo stato, ed esiste un’ente preposto per riempirli. I Servizi Sociali (SS) dei comuni, solo per arricchire pochi speculatori, sulla pelle di chi, purtroppo, non ha l’età nemmeno per entrare nei tribunali dove si dibatte del loro futuro.
Secondo altre fonti, queste case famiglia accoglierebbero bambini anche in età prescolare, e per non contaminare i fiorenti bilanci, per assicurare ai titolari (per lo più preti, tanto per cambiare), il loro grasso guadagno, risparmiano anche sulle scuole, e questi bambini, ai 18 anni, senza nulla in mano, spesso tornano a vivere in famiglia, una famiglia, come dichiarato “che non vedo da 14 anni, e non li ho nemmeno riconosciuti quando mi hanno aperto la porta”.
Questi drammi, non è novità che producano numerosi adulti vittime di turbe psicologiche, questi minori accuratamente selezionati dedicheranno la loro vita ad arricchire il negriero di turno, dapprima nella casa famiglia, poi nelle numerose comunità di “igiene mentale” che ricoprono un’altrettanta fetta di mercato. Perchè solo di mercato si tratta.
Allo scoppiare della polemica anche la politica borghese si è indignata, ma la situazione non è in alcun modo migliorata.
Cito dal sito “Corriere della Sera
…è stata Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza, a presentare una lunga e dettagliata interpellanza(…)segnalazioni e denunce di sospetti maltrattamenti o abusi su minori, bambini ospitati in case-famiglia dalle condizioni igieniche intollerabili, allontanamenti «troppo facili» dai nuclei familiari, fiumi di denaro pubblico speso senza trasparenza…
Ovviamente, se dobbiamo penalizzare gli “amici”… Sempre il solito mantra.
E ancora da “La Repubblica”:
“Il destino più comune per un bambino che cresce in una casa famiglia è quello di diventare un pacco. Sballottato di qua e di là, da una comunità all’altra. A volte i centri se li contendono come merce preziosa. Perché con un minore “in casa” ogni giorno piovono dal cielo rette da 70 euro a 120. Una “diaria” di cui si fa un utilizzo non esattamente “pieno”. Operatori laici o suore riescono a contenere le spese facendole stare abbondantemente dentro la retta concessa dai Comuni. Quello che resta diventa liquidità a disposizione della struttura (molte case famiglia vengono mantenute con fondi messi a disposizione dal ministero della famiglia e anche grazie a donazioni private).”
La vergogna più grande, sono gli abusi, non solo fisici, ma anche psicologici che avvengono tra queste mura.
Riporto parzialmente un’articolo de “Il Giorno”:
“Berzo Inferiore (Brescia), 2 marzo 2015 – Pratiche sessuali e rapporti con le giovanissime ospiti appena arrivate in comunità, sottoposte a una sorta di rito di iniziazione(…)accusati due dei figli dei titolari (tra i 25 e i 30 anni) di violenza sessuale nei confronti di alcune ragazze – molte adolescenti – che vivevano sotto lo stesso tetto nella struttura… I guai per la struttura(…)sono iniziati quando una delle minori (di appena undici anni) ha rivelato per caso alla madre la pratica alla quale era stata sottoposta. Uno dei figli degli amministratori a detta della piccola l’avrebbe convinta a seguirlo in cantina per poi spingerla ad atti sessuali…
Ancora denuncia il “Corriere del Venteto”:
“CASTELFRANCO VENETO. Violenze fisiche e psicologiche ai bambini che avrebbero dovuto accudire come dei veri genitori. Queste le accuse di cui risponderanno davanti al giudice, Daniela B. e Roberto C., genitori affidatari della comunità protetta «Il pettirosso»…«Se prendevamo brutti voti o disubbidivamo ci mettevano in ginocchio sui sassi e ci facevano mangiare sapone». Violenze fisiche e psicologiche, costrizioni fisiche e denigrazioni verbali che i bambini avrebbero subito dal 2009 al 2012. Secondo i genitori affidatari: “Non abbiamo mai fatto nulla di male, siamo convinti che dimostreremo in aula che abbiamo solo fatto il bene dei bambini”.
Addirittura, in nome del Dio Denaro, si procede anche senza che vi sia il peccato, come in un caso ad Avezzano:
“Decidono di toglierle la figlia di otto anni perché frequenterebbe un uomo accusato di presunta pedofilia. Un’accusa che però è decaduta ed è stata archiviata dalla procura di Avezzano in quanto il fatto non sussiste. Ora la donna, che sostiene di vivere da sola dopo essersi trasferita a Borgorose, viene controllata da carabinieri e Guardia di finanza. La mamma si dice disperata e lancia un appello alle istituzioni denunciando irregolarità. Il decreto con cui si decide che la figlia deve essere immediatamente allontanata dalla madre viene emesso ad aprile 2013. Si sospetta che possa aver subito abusi anche psicologici, nonostante una consulenza tecnica eseguita due anni prima avesse confermato che la bambina stava bene e non vi era motivo di allontanarla dalla madre. “La bambina”, denuncia la madre, “si trova in una casa famiglia in provincia di Pescara e, sottoposta a terapia psicologica viene dichiarato di nuovo che sta bene e che può tornare a casa dalla madre, dichiarazione confermata dalle responsabili della struttura che dal dicembre non fanno altro che fare relazioni positive nella speranza che il Tribunale per i minorenni dell’Aquila prenda una decisione”
E sono solo alcune delle numerose testimonianze, una più agghiacciante dell’altra. Dunque una moderna “tratta degli schiavi” che avviene ogni giorno vicino a casa nostra.
Opponiamoci al mercato degli esseri umani, per destinare i fondi non a strutture-lager ma ai lavoratori perché possano provvedere degnamente alle loro famiglie, soprattutto perché a farne le spese questa volta sono bambini colpevoli solo di essere nati nel disagio economico prodotto da una fallimentare società capitalista.

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