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Hera: il dominio del profitto sul bene pubblico

In questi stessi giorni i vari consigli dei comuni soci di Hera stanno votando le delibere che modificano lo statuto di Hera permettendo ai proprietari pubblici (oltre 200 comuni del Nord-Est) di scendere sotto il 51% dell’azionariato complessivo, consegnando di fatto il controllo di Hera in mano a capitali privati. Hera è una delle principali aziende, in Italia, che erogano i servizi energetici, idrici e ambientali (raccolta e smaltimento rifiuti): il piano di privatizzazione, ancora una volta, è quello di subordinare i bisogni vitali della popolazione al profitto di investitori privati che non hanno altro fine se non quello di arricchirsi sulla pelle di tutta la cittadinanza ed in particolare a spese delle masse di lavoratori, disoccupati e studenti che faticano (o non riescono proprio) a pagare le bollette, tra le più alte d’Italia.

Il Partito Comunista dei Lavoratori sostiene da sempre la necessaria misura del ritorno alla piena proprietà pubblica, sotto controllo dei lavoratori, di Hera e di tutte le multiutility, contro la privatizzazione e la quotazione sul mercato azionario. Se un’azienda privata va avanti con risorse pubbliche, pubblica deve essere la sua proprietà, a tutela dei lavoratori che impiega e per minimizzare il suo impatto sull’ambiente.

Una battaglia diffusa e radicale contro la privatizzazione di Hera e contro il dominio del profitto sul bene pubblico è nell’interesse della grande maggioranza della popolazione, di tutti i lavoratori e i proletari. Senza alcuna illusione nella “democrazia” dei partiti asserviti proprio a quei capitalisti interessati a trarre lucro dai bisogni vitali della popolazione. Contro il Partito Democratico, che a Bologna nelle segrete stanze ha già deciso, a quanto pare, di portare la quota d’azioni pubbliche al solo 35%.

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