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Jacob Sverdlov


Nelle conversazioni con Lenin in quei giorni, notammo più di una volta e con sempre rinnovata soddisfazione, una delle principali condizioni del nostro successo: l’unità e la solidarietà del gruppo dirigente. Malgrado la terribile pressione degli eventi e le difficoltà, la novità dei problemi e gli acuti disaccordi pratici che scoppiavano occasionalmente, il lavoro procedeva con straordinaria scorrevolezza ed amicizia e senza interruzioni. Con una breve parola noi richiamavamo episodi delle vecchie rivoluzioni: “No, è meglio con noi”. “Solo questo garantisce la nostra vittoria”. La solidarietà del centro fu preparata dall’intera storia del Bolscevismo e fu mantenuta dall’indiscussa autorità dei leaders, e soprattutto di Lenin. Ma nella meccanica interna di questa unanimità senza precedenti il tecnico principale era stato Sverdlov. Il segreto della sua arte era semplice: essere guidati dagli interessi della causa e soltanto da questi. Nessun militante del Partito aveva alcun timore di intrighi da parte dei funzionari. La base di questa autorità di Sverdlov era la lealtà. Avendo esaminato mentalmente tutti i leaders del Partito Lenin, nel suo discorso funebre, tracciò la conclusione pratica: “Un tale uomo che non potremo mai rimpiazzare, se per rimpiazzare intendiamo la possibilità di trovare un altro compagno che combini tali qualità… Il lavoro che egli fece da solo ora può essere compiuto soltanto da un intero gruppo di uomini che, seguendo le sue orme, continuerà il suo servizio.”

Lev Trotsky, 1925 Jacob Sverdlov

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