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È ORA DI IMPARARE LA LEZIONE! CROCI, DOMETIC, ELECTROLUX, TITAN… IL COPIONE È SEMPRE LO STESSO

PCL ROMAGNA in lotta con gli operai CCLG di Forlì : sempre con le nostre bandiere, sempre con le nostre parole d’ordine.

Il fenomeno si ripete sempre uguale: forte del ricatto del lavoro, l’azienda chiede il 100%, gli operai lottano, inizialmente con il sostegno di tutti, poi subentra la concertazione e le burocrazie sindacali, a volte un po’ troppo compiacenti, inducono i lavoratori ad accettare accordi al ribasso, davanti allo spettro di licenziamenti, delocalizzazioni e chiusura. Gli operai concedono il 40% e tutti sono contenti: l’azienda perché ha portato a casa un profitto insperato e non dovuto, le burocrazie sindacali perché hanno rivendicato il proprio ruolo ai vari tavoli con le istituzioni senza assecondare la volontà di lotta degli operai e… i lavoratori, perché viene offerta loro qualche speranza.

Tutti contenti dunque?

No, perché poi l’azienda comincia a reclamare quel 40% concesso senza lottare e questo si traduce in un peggioramento generale delle condizioni di lavoro, dei contratti, della quotidianità dei lavoratori.

Esattamente come è successo all’Electrolux, dove dopo una lotta dura di due mesi l’accordo bidone firmato da sindacati e lavoratori ha comportato l’aumento dei ritmi lavorativi (i pezzi che prima si facevano in otto ore ora si fanno in sei). Un bel colpo per l’azienda, non c’è che dire.

Negli ultimi mesi, la Titan di Bologna ha inviato la lettera di licenziamento a tutti i dipendenti, annuncio di chiusura dello stabilimento. Gli operai hanno subito agito di conseguenza bloccando le merci e presidiando l’azienda per non far portare via i macchinari, ma la burocrazia FIOM ha da subito cercato l’accordo, la concertazione coi padroni, arrivando a ignorare le indicazioni e il piano di ristrutturazione degli operai e entrando subito nell’ottica della chiusura dello stabilimento. Ciò ha portato alla firma di un accordo che costringe 85 operai alla mobilità “volontaria” con 45.000 euro lordi se si accetta subito, o 30.000 se ci si pensa su (sul proprio destino!) per oltre un mese…

È questo il modo di lottare contro un attacco al mondo del lavoro che non ha precedenti nella storia recente?

Di fronte a un attacco radicale del padrone, serve una risposta radicale di lotta, senza alcuna illusione di salvezza per mano delle istituzioni o delle burocrazie sindacali.

– RIFIUTARE ACCORDI AL RIBASSO SULLA PELLE DEI LAVORATORI
– OCCUPARE LE FABBRICHE A RISCHIO CHIUSURA

– UNIRE LA LOTTA TRA TUTTI I LAVORATORI DELLE FABBRICHE IN AGITAZIONE

– CREARE UNA CASSA DI RESISTENZA CHE AIUTI CONCRETAMENTE I LAVORATORI A RESISTERE UN MINUTO IN PIÙ DEL PADRONE.

Il posto di lavoro e il salario si difendono solo con la lotta a oltranza!

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