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Sui fatti di Tor Sapienza a Roma

Per un fronte unico di difesa! Cacciamo i fascisti! Fermiamo i pogrom!

In questi giorni a Tor Sapienza, in piena periferia romana, è in atto una serie di manifestazioni e attacchi nei confronti degli immigrati del quartiere, molti dei quali minorenni, stanziati in un cosiddetto “centro di accoglienza”: una vera e propria mobilitazione reazionaria promossa e spalleggiata da un arco di forze politiche di destra che va da Fratelli d’Italia e Lega Nord fino ad organizzazioni apertamente fasciste come Casa Pound e Forza Nuova, il cui dispiegamento militante è valso a fomentare e a esasperare una situazione già di per sé tesa e dai contenuti affatto regressivi e violenti.
La protesta anti-immigrati (subito estesa, va da sé, a transessuali e nomadi) ha come base sociale quella di settori sottoproletari e proletari di un quartiere periferico di Roma, e giunge a scatenarsi nell’acme di una crisi economica che mina profondamente le condizioni di vita di queste classi sociali e getta centinaia di migliaia di proletari metropolitani, a Roma e altrove, nell’arena sempre più affollata della guerra fra poveri e della disperata lotta per la sopravvivenza, che è poi lo scenario naturale della dissoluzione e della distruzione sociale capitalistica.

Su un tessuto sociale già ampiamente minato, quindi, la classica “uscita a destra” non può che erompere con ancor più naturalezza e virulenza, anche (e proprio) assenza di fattori di opposizione, sia materiali che di coscienza. Fattori di opposizione che sono causa e parte attiva dell’assenza di un’alternativa del movimento operaio, in tutte le sue forme, in primis a causa dei tradimenti e dell’attendismo delle sue principali organizzazioni politiche e sindacali, ieri come oggi, che si riscontrano una volta di più in questo episodio (il coinvolgimento delle sinistre nelle giunte comunali e municipali liberali, da vent’anni a questa parte, rientra nel discorso). È solo una logica conseguenza, quindi, il fatto che questi settori diventino soggetto inerte e passivo, e quindi preda di facili demagogie reazionarie e di organizzazioni xenofobe, individuando nel proprio nemico non il capitale, ma il proletario immigrato.

Gli attacchi nei confronti degli immigrati non devono essere tollerati. A Tor Sapienza è evidente a tutti il precedente pericoloso costituito dalla “vittoria” della canea reazionaria organizzata che riesce a “cacciare gli immigrati” con cortei e molotov. Così come è estremamente allarmante l’altro precedente: il saldarsi in maniera organica ed effettiva della popolazione del quartiere e della piccola criminalità locale con le organizzazioni fasciste.

Bisogna passare all’azione! I pogrom devono essere fermati! Facciamo appello a tutte le sinistre politiche, sindacali e di movimento (in primis le organizzazioni sindacali che organizzano anche i lavoratori immigrati) ad un fronte unico contro questa mobilitazione. È necessario organizzare da subito la difesa (e l’autodifesa) degli immigrati e di tutti i soggetti coinvolti dagli attacchi e dalle aggressioni razziste. È la violenza che impone di agire su questo piano. Non ci sono altri modi per arginare la mobilitazione, fermare la deriva reazionaria e porre le basi per l’unità della classe operaia, al di là di ogni colore o provenienza.
Partito Comunista dei Lavoratori

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