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È finita la lotta della TITAN

Imparare dalla vertenza Titan: gli operai possono vincere solo con una lotta unita, autonoma (anche dalla burocrazia sindacale), che non si accontenti della difesa del posto di lavoro. Questo sistema non ha più nulla da dare: l’unica prospettiva reale per i lavoratori è prendere il controllo della produzione e dello Stato.
Via i padroni sfruttatori, via il governo Renzi!
Devono governare i lavoratori!


TITAN: AGGIORNAMENTO
Quando si interrompe la lotta, la vittoria totale dell’azienda è solo questione di tempo. L’accettazione di un votazione vergognosa e la vittoria dei “sì” arrivano a coronamento dell’azione degli stessi funzionari FIOM che avevano svenduto l’Electrolux di Forlì. Imparare la lezione per continuare la lotta e sviluppare l’organizzazione operaia autonoma dalla burocrazia sindacale! Questo sistema non ha più niente da dare, solo elemosine ridicole e la prospettiva della disoccupazione, l’unica soluzione veramente alternativa è sempre e solo LA LOTTA degli operai CONTRO i padroni, perché solo una rottura rivoluzionaria e un governo dei lavoratori sui mezzi di produzione possono mettere fine alla loro condizione di schiavi salariati (quando va bene) alla mercé di pochi delinquenti arraffoni.

Riportiamo un resoconto sull’accordo approvato, scritto dal compagno Ontanorosso Red.

L’ACCORDO FIRMATO
Visto che qualcuno ancora non crede ai propri occhi e pensa che i sindacati siano lì a difendere i lavoratori vediamo più nel dettaglio l’accordo. Usciamo allora dal campo delle vuote parole ed entriamo in quello delle carte che portano in calce le firme di gran parte delle RSU dei sindacati di regime e dei padroni.

Intanto si conferma nero su bianco che 186 persone sono state raggiunte dalla “procedura di licenziamento collettivo” valido per tutti i lavoratori di “Valsamoggia”. (art. 1 dell’ipotesi di accordo)
I padroni parlano di piani industriali, della chiusura di Valsamoggia e “di criticità occupazionali esistenti presso i siti di Valsamoggia e Finale Emilia” (art 3)
I sindacati rispondono con la presentazione di un “Piano Sociale Industriale Alternativo”. (naturalmente i virgolettati sono citazioni precise dell’accordo firmato) (art 4)
Alla fine di tutti questi piani e contropiani non si arriva a nessuna apparente mediazione infatti poco più avanti l’accordo recita: ”l’azienda ha ritenuto non percorribile la soluzione proposta dalle RSU (…)” (art 6)
E siamo solo alle premesse; dunque premesso tutto ciò dove vanno a parare? Lo vedremo fra un rigo. Nel frattempo c’è da sottolineare come di fatto si sta parlando di piani e contropiani, ma neanche una parola è stata spesa dai padroni e dai sindacati per dire in cosa realmente consisterebbero tali piani. Ma torniamo all’accordo.
In primo luogo l’azienda conferma che da Valsamoggia si sloggia. Ovvero ci saranno degli investimenti, ma solo per Finale Emilia (punto A)
Si conferma che a Valsamoggia rimarrà solo il reparto freni e qualche impiegato, totale 56 persone, e si dichiara di mettere lì una cifretta per migliorare il sito (punto B)
Si decide di mettere tutti in cassa integrazione (paga Pantalone, o meglio paga il resto della classe operaia) e quindi Padroni e Sindacati fanno “affari” e accordi con soldi non loro. Si parla di cassa per 12 mesi estendibili a 24 (ma vedremo come questa fantomatica cassa e soprattutto la sua estensione a 24 mesi sia solo lo specchietto per le allodole) (punto C)
I padroni chiedono e i sindacati dispongono 85 esuberi (fra Valsamoggia e Finale), su base volontaria. Poi l’accordo recita: “Al fine di ridurre l’impatto sociale saranno applicati incentivi all’esodo seguendo le seguenti modalità”… Capito si danno gli incentivi solo per non avere un impatto sociale. Mi si perdoni la deviazione ma quanto vorrei che questi firmaioli impattassero un po’ con il loro muso contro un qualche migliaio di sociali.
E quali sarebbero queste cifre con cui si vogliono comprare anima e corpo degli operai? Quanto vale secondo loro la vita di un proletario? 45 mila euro lordi se i lavoratori accettano seduta stante (ovvero entro il 10 dicembre 2014) i soldi, e da domani vanno in cassa integrazione a zero fino a fine dicembre 2015.
La cifra scende a 30 mila euro lordi, signori dicasi 30 mila euro lordi (cioè una indecente elemosina) se gli operai vorranno riflettere un po’ su cosa fare della propria vita e accettano l’accordo a partire dal 11 dicembre fino al massimo a fine Luglio 2015. Appena firmato però subito calcio nel culo, casa a 0 ore fino a dicembre 2015 e tanti saluti. (punto D)
Allora per intenderci 56 persone che rimangono a Valsamoggia e 85 persone che vanno a casa, sempre da Valsamoggia. Fin qui non si sposta di una virgola quello che l’azienda aveva chiesto un mese fa. Allora a cosa è servito un mese di lotta? Cosa hanno saputo imporre all’azienda la FIOM proprio utilizzando le energie operaie in stato di agitazione? Forse qualche anima candida ce lo spiegherà.
Ebbene rimangono i 62 trasferimenti, dove naturalmente si nasconde l’ennesimo trucco. Infatti entro il 15 di dicembre l’azienda comunicherà quali maestranze dovranno spostarsi ed allora: Se ci sono solo 62 richieste bene, i 62 comunque si fanno la cassa fino a fine 2015 (e siamo certi che poi a dicembre 2015 l’azienda non tiri fuori un altro coniglio dal cilindro) e poi dovrebbero essere trasferiti. Se ci saranno più domande di trasferimento allora la differenza dovrà essere compensata con l’uscita di qualche operaio da Finale Emilia, (quindi si incentiva la “guerra fra i poveri”). Infine se ci saranno meno domande di trasferimento l’azienda licenziarà comunque tanti operai quanti servono, impegnandosi a trovare il lavoro a chi lascerà a casa (punto E). Ah dimenticavamo se magari il lavoro che troveranno agli operai non sarà di loro gradimento allora l’operaio ne potrà rifiutare solo uno e poi al secondo diniego, si torna al calcio nel culo ma questa volta senza nessun indennizzo. Nessuno poi spiega se questi lavori non verranno trovati che fine faranno questi operai. Noi un idea l’abbiamo: l’ennesimo calcio nel culo (punto H)
Ebbene ecco cosa c’è in questo accordo. Totale appiattimento sulle richieste padronali. Le stesse richieste del 16 ottobre, rifiutate perfino dal prode Landini con proclami roboanti davanti ai cancelli Titan, dieci giorni dopo diventano non solo accettabili ma assolutamente da accettare. Il licenziamento di 85 persone, quindi si i sindacati hanno firmato l’espulsione della manodopera. Gli stessi hanno firmato un accordo che non solo divide in tre i lavoratori di Valsamoggia, ma coinvolge anche quelli di Finale in un meccanismo pensato proprio per dividere gli operai. Dunque invece di unire gli operai li si divide e li si lascia la possibilità di decidere se diventare miseri subito o fra poco tempo. Ripetiamo una divisione atta solo a rompere il fronte di lotta che fino ad ora è rimasto compatto (e questo l’atteggiamento più infame dei sindacati, perché una lotta si può anche perdere, ma lavorare scientificamente e alacremente perché questa sicuramente perda e proprio cosa da traditori). Ed infine per tutti gli altri rimangono vaghe promesse tutte però che prevedano che gli operai devono fidarsi dei padroni e di questi sindacati che hanno firmato tutto ciò.
Tutto questo ben di Dio accompagnato da un continuo moto perpetuo del sindacato che ogni minuto deprime, divide e minaccia i lavoratori in lotta Titan. Nell’ultima assemblea i funzionari hanno perfino dichiarato che se gli operai Titan non voteranno si all’accordo la FIOM li abbandonerà… ecco cosa sono oggi le dirigenze FIOM a BOLOGNA!
Insomma la si pensi come la si pensi, carta canta!

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