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Fuori la polizia dai conflitti sociali

Contro i ricatti nel lavoro, per la conquista di nuovi diritti, reddito e il diritto all’abitare

Manifestazione a Padova contro l’uso delle forze dell’ordine nei conflitti sociali, in solidarietà ai lavoratori della ARTONI in sciopero colpiti dall’arroganza padronale che non ha esitato a mandare le forze dell’ordine per caricare il picchetto ai cancelli.

Sabato 1° marzo si è tenuta a Padova una manifestazione di protesta in solidarietà ai lavoratori dei magazzini Artoni, che in occasione dello sciopero della logistica di venerdì 28 febbraio, in presidio con un picchetto davanti ai cancelli per protestare contro licenziamenti e condizioni da schiavitù -ai quali si sono associati altri facchini di Bartolini, TNT e SDA- sono stati caricati dalla celere e due di loro sono finiti in ospedale. 
A questa manifestazione promossa dal sindacato ADL COBAS, hanno aderito anche l’ USB e le lavoratrici della casa di riposo Santa Tecla in presidio permanente dai primi di febbraio contro i licenziamenti. 
La manifestazione ha visto la partecipazione di oltre un migliaio tra lavoratori della logistica, disoccupati, sfrattati, occupanti di case e precari in maggior parte migranti. 
Gli slogan promossi dai manifestanti sono stati: 
CONTRO LA DISOCCUPAZIONE, PER IL DIRITTO AL REDDITO, CONTRO LA CRIMINALIZZAZIONE DELLE LOTTE, PER IL DIRITTO ALLA CASA E PER LA LIBERTA’ DI CIRCOLAZIONE. 
Il Partito Comunista dei Lavoratori sezione di Padova ha partecipato alla manifestazione con i propri militanti e con il proprio volantino: 
NO ALLA POLIZIA NEI CONFLITTI SOCIALI 
Contro l’arroganza dei padroni unifichiamo tutte le lotte 
Il Partito Comunista dei Lavoratori esprime solidarietà e pieno appoggio ai lavoratori della Artoni in lotta contro i licenziamenti, vittime dello sfruttamento bestiale imposto da questo sistema mafioso di gestione dei lavoratori delle cooperative, e colpiti dall’arroganza padronale che non ha esitato a far intervenire le forze dell’ordine contro il picchetto ai cancelli. 
Le lotte sociali e le lotte dei lavoratori contro i licenziamenti e per la conquista di diritti normativi e di un salario giusto non possono essere trattate come questioni di ordine pubblico! 
Piena libertà dei lavoratori allo sciopero e al blocco dei cancelli! 
Il comparto dei lavoratori della logistica –per lo più lavoratori migranti- è l’unico che, negli ultimi anni, attraverso una serie di lotte esemplari, prolungate e radicali, è riuscito a strappare ai padroni, con la forza del conflitto, sostanziosi aumenti salariali e notevoli miglioramenti normativi. 
La loro lotta e quella del sindacato che li organizza dimostra, alla classe operaia e a tutti i lavoratori, che anche nei momenti di profonda crisi economica è possibile mettere in difficoltà i padroni e costringerli a fare concessioni, purché si ricorra a lotte radicali. 
I loro successi devono essere divulgati e fatti conoscere a tutti i lavoratori. Il loro metodo deve estendersi, perché indicano la strada che la classe operaia deve seguire per rimettersi al centro del conflitto sociale e cominciare una nuova stagione di lotte, che la possa portare al potere. 
PER UN FRONTE UNICO DI LOTTA. PER UN GOVERNO DEI LAVORATORI 
C’è allora necessità di una svolta unitaria e di massa del movimento operaio italiano contro il padronato, il suo governo, la loro rapina; va realizzato il più ampio fronte unico di lotta della classe operaia, migrante e autoctona, e attorno ad essa, di tutti i movimenti di lotta. 
Tutte le sinistre politiche, sindacali, di movimento uniscano le proprie forze in una comune azione di massa. Si convochi una grande assemblea nazionale di delegati eletti nei luoghi di lavoro. Si definisca una piattaforma di lotta unificante di tutti i lavoratori, privati e pubblici, occupati, precari, disoccupati, italiani e migranti. Si organizzi una mobilitazione ad oltranza, tanto radicale quanto radicali sono industriali, banchieri e governo. E’ l’unico modo di strappare risultati concreti. Ma soprattutto è l’unico modo per approfondire le crepe politiche del campo avversario, disgregare il suo blocco sociale, aprire la via di un’alternativa anticapitalista. 
La strada è quella indicata dall’esempio della lotta dei lavoratori della logistica e della ribellione dei tranvieri di Genova. Le burocrazie sindacali di Cgil Cisl e Uil, con la copertura della sinistra di governo, hanno operato ed operano – vedi firma del 10 gennaio sul testo unico sulla rappresentanza e sulla esigibilità che prevede sanzioni per i delegati sindacali non allineati – per svendere queste lotte, per paura che si amplifichino in tutta Italia. Ma questo lotte hanno indicato a tutti i lavoratori l’unica possibile via di svolta: solo un’esplosione sociale nazionale dell’intera classe lavoratrice che unifichi tutte le vertenze in campo può ribaltare i rapporti di forza e aprire una pagina nuova. Solo una nuova direzione politica e sindacale del movimento operaio può impedire che la ribellione dei lavoratori venga liquidata dai burocrati. Solo un governo dei lavoratori che spazzi via la dittatura degli industriali, dei banchieri, dei loro partiti, può costruire una nuova società. 
-Costituzione, a partire dai luoghi di lavoro, di veri coordinamenti nazionali per elaborare una piattaforma di lotta. 
-Sciopero generale ad oltranza sostenuto dalle casse di resistenza contro il governo e il padronato, fino all’esproprio, senza indennizzo e sotto controllo operaio, delle aziende che licenziano e non rispettano i diritti dei lavoratori.

Partito Comunista dei Lavoratori 
sez. Padova

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