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ELECTROLUX : La volontà del capitale

L’investigazione, che Electrolux intende svolgere entro aprile 2014, è finalizzata a verificare la sostenibilità delle produzioni che si realizzano in Italia, ad esplorare “tutte” le vie percorribili per consolidare i fattori di competitività e le azioni necessarie per una maggiore profittabilità; in modo esplicito la Direzione aziendale ha spiegato che questo può significare il mantenimento, il ridimensionamento o la chiusura degli stabilimenti.
In questo quadro le produzioni italiane sono messe in discussione e il rischio di scelte drastiche è concreto in primo luogo per lo stabilimento di Porcia (PN), dove si producono lavatrici e dove lavorano 1160 addetti, lo stabilimento di Susegana (TV) dove si producono frigoriferi ad incasso con 1033 addetti, e lo stabilimento di Solaro (MI) dove si producono lavastoviglie con 912 addetti mentre lo stabilimento di Forlì con le produzioni dei forni e dei piani cottura oggi sembra meno esposto alle scelte di disimpegno della multinazionale svedese in Italia.
Electrolux ha deciso infatti di avviare una analisi per singola linea di prodotto dichiarando da subito che le produzioni italiane di Electrolux, in particolare le produzioni di lavatrici, frigoriferi e lavastoviglie, non sono competitive con le stesse produzioni che Electrolux realizza nei paesi dell’Europa dell’est.
Nello stesso tempo Electrolux ha comunicato la decisione di attivare da subito:
 la riduzione di personale impiegatizio che interessa 200 impiegati in Italia sui mille impiegati che Electrolux vuole licenziare in Europa; una riduzione lineare che interessa l’insieme delle funzioni di Staff (ricerca e sviluppo, centri tecnologici, IT, struttura commerciale);
 il trasferimento della produzione di 225mila lavastoviglie da 45 cm attualmente prodotte nello stabilimento di Solaro;
 il trasferimento di ulteriori 82mila lavatrici della categoria Prometeo, realizzando così il trasferimento completo nella fabbrica di Olawa, in Polonia, della produzione Prometeo oggi prevalentemente venduta in Italia e con il mercato che vede, in questa fascia, un aumento dei volumi;
 la realizzazione in Ungheria, con l’avvio immediato della industrializzazione, della nuova piattaforma del frigorifero ad incasso di nuova generazione “Cairo 3”, la cui famiglia è oggi prodotta a Susegana.
Queste decisioni significano un impatto negativo a regime sull’occupazione di 75 unità a Solaro, 46 unità a Porcia , 140 unità a Susegana e 200 unità tra gli impiegati della struttura e la messa in discussione di tutti gli stabilimenti.
In totale l’impatto complessivo delle decisioni annunciate sulle fabbriche e nel settore impiegatizio rischia di produrre da subito 461 esuberi in Electrolux nel nostro paese in aggiunta ai 1200 esuberi (oggi 1100 per effetto delle dimissioni incentivate) affrontati con il ricorso alla solidarietá nell’accordo del 22 Marzo 2013 e di provocare a cascata la perdita di migliaia di posti di lavoro nell’ indotto; nello stesso tempo le investigazioni mettono a rischio complessivamente gli stabilimenti italiani e manifestano la volontà di un progressivo disimpegno della multinazionale svedese dall’Italia.
ELECROLUX FORLI’ : TRE ANNI DI UNA DISASTROSA POLITICA SINDACALE:
La storia degli accordi sindacali a partire dal 2010 nei volantini della cellula operaia PCL sez. Forlì-Cesena
.  
ACCORDO ELECTROLUX:
UN’ALTRA TRUFFA AI DANNI DEI LAVORATORI     
07/06/2010 
Nel comunicato stampa FIM-FIOM-UILM  presentano questo  accordo come il  migliore possibile; sostengono  addirittura  che è  stato ottenuto grazie agli scioperi e alle mobilitazioni durante la contrattazione e perciò invitano i lavoratori ad approvarlo. ……

 Niente di nuovo la solita ” pappa ” già condita di nulla ( per i lavoratori ) e preparata sottobanco ( da sindacati e azienda ) fin dall’inizio, cioè fin da quando l’azienda annunciava i 300  esuberi. Nell’accordo   si    prevedono  incentivi all’ “esodo ” ( dimissioni ),  utilizzo di cassa integrazione straordinaria e a   rotazione. Questo porterà, nell’arco

di due anni,  ad una riduzione del personale di  280 unità ma aumenteranno i pezzi da produrre in quattro linee di  montaggio e non risulta esserci nessuna garanzia per i futuri livelli di occupazione.
In sostanza:
 280 posti   in meno, più lavoro e meno salario:
fatta salva una piccola minoranza, a rimetterci saranno esclusivamente i lavoratori.
La cosa più grave è che i sindacati non si sono minimamente preoccupati di contestare gli esuberi ma solo di cogestirli con l’azienda  contravvenendo all’esigenza primaria di questo momento di crisi: tutelare i salari e i livelli occupazionali, nel territorio e nell’azienda stessa.
Un’azienda che vuole continuare a fare profitto come prima sulla pelle dei lavoratori. Un profitto che aumenterà anche grazie ai nuovi incentivi sulla rottamazionevarati dal governo e pagati indirettamente dai lavoratori stessi che sono gli unici a non evadere le tasse.
Anche la cassa integrazione, siccome fa parte del costo del lavoro e viene erogata dall’ INPS, saranno i lavoratori a pagarla e questo peserà sulle pensioni future.Inoltre essa non copre interamente il salario per cui i lavoratori guadagneranno meno. Non solo, il salario calerà ancora perchè rela -tivamente all’ aumento di produttività contemplato nell’accordo rimarrà invariato.
E’ ridicolo affermare che questo accordo è il frutto della lotta dei lavoratori perchè le ore di sciopero sono state pochissime e in effetti se ne vedono i risultati: l’azienda ha ottenuto tutto ciò che voleva.
Quest’acccordo era l’unico possibile? Balle !
Altro che unità nazionale fra  sfruttati e sfruttatori di fronte alla “crisi comune” . Basta negoziare gli “inevitabili “sacrifici come fanno le burocrazie sindacali. Nessun lavoratore deve pagare la crisi del capitalismo. Solo  la lotta paga ; lo dimostra la vittoria dei lavoratori dell’electrolux contro il lavoro a chiamata  che, non molti anni fa, con la mobilitazione dal basso sconfisse i vertici sindacali e l’azienda.
No agli esuberi !
Bocciare l’accordo e costringere l’azienda ad una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario è l’unica alternativa ad un’altra sconfitta della classe lavoratrice.
NUOVO ACCORDO ELECTROLUX: CON CHI STA LA CGIL E DOVE VA LA FIOM?
19/04/2011 

Dopo la netta chiusura alle richieste della FIOM di indire uno sciopero generale contro il Governo e Confindustria ( Espresse a furor di popolo nell’ultimo sciopero generale dei metalmeccanici), la  segretaria generale CGIL Susanna Camusso  si è incontrata, pochi giorni fa, con la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, proponendogli una specie di NUOVO PATTO DI CONCERTAZIONE.
Nel documento, che la  presidente di confindustria si è riservata di valutare, la CGIL sottolinea che nella stragrande maggioranza dei casi i contratti di categoria sono stati firmati senza alcun problema, ( che è come dire che i vertici della confederazione non sono in accordo con la FIOM).
Secondo la CGIL è’ perciò necessario,, anche in vista delle nuove politiche fiscali (federalismo fiscale), approntare un nuovo modello di rapporti sindacal;.. in somma un nuovo modo e nuovi metodi per fare PAGARE LA CRISI AI LAVORATORI.
Fondamentalmente niente di nuovo, in fatti era scontata la volontà CGIL di isolare i metalmeccanici che sono gli unici, per il momento, determinati a resistere contro l’attacco padronale ai diritti, ai salari e allo stato sociale, MA QUESTO RAPPRESENTA UN VERO E PROPRIO ATTACCO FRONTALE ALLA FIOM, un salto di qualità in senso reazionario da parte dei vertici confederali, al quale però non corrisponde una reazione adeguata da parte della FIOM.
Dopo una ripetuta serie di scioperi che sostanzialmente non hanno ottenuto risultati  ma che hanno comunque costruito un patrimonio di lotte ottenendo un grande consenso fra i lavoratori non solo metalmeccanici e rappresentando anche ,in questo modo, i sentimenti del popolo di sinistra che ha visto nella FIOM l’unico baluardo al dilagare della destra, la FIOM è rimasta sostanzialmente ferma non reagendo al logoramento al quale viene sottoposta.
Anzi, proprio il contrario…..a parte i bei discorsi del segretario generale FIOM Landini, che rimangono tali, SI CONTINUANO  A FIRMARE ACCORDI CHE VANNO NELLA DIREZIONE OPPOSTA .
Cioè, nel momento in cui i metalmeccanici rappresentano il nocciolo duro della resistenza operaia, ecco che anche i vertici della FIOM firmano un’ipotesi di accordo per il gruppo Electrolux che va nella direzione degli interessi padronali, di una sostanziale subalternità a FIM e UILM e di un proseguo della politica dei tagli ai salari e occupazione.
Questa ipotesi di accordo è stata sottoscritta, oltre che dai vertici Electrolux e Sindacali ( Fiom, Cisl, Uilm ,) dal Ministro dello sviluppo economico, dal ministro del lavoro e delle politiche sociali e dalle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia. Le parti firmatarie si costituiscono in “COMITATO DI GARANZIA” che si riunirà ogni sei mesi a partire dal 2011 o su istanza di una delle parti. Non riguarda, per ora, lo stabilimento di Forlì ma solo quelli di Porcia e Susegana ( lavatrici e frigoriferi) che hanno esaurito i due anni di cassa integrazione previsti dal precedente accordo, ma quando nel 2012 anche a Forlì scadranno i due anni questo accordo, se nel frattempo sarà stato approvato definitivamente, costituirà lo strumento per la gestione dei successivi cinque anni. I punti principali sono il mantenimento della progettazione e della direzione in Italia, lo spostamento delle produzioni di bassa fascia all’estero, investimenti su nuove tecnologie all’interno di un piano generale di sviluppo sostenibile.
In conclusione grande impegno per migliorare la produttività ma nulla per tutelare l’occupazione, infatti una buona parte dell’ipotesi dell’accordo riguarda la gestione degli esuberi per cui, alla fine : AUMENTERANNO I PROFITTI MA A FRONTE di MENO OCCUPAZIONE E SALARIO.
Come l’accordo precedente con 280 esuberi, ora un’altra
 truffa ai danni dei lavoratori !
Ora noi ci chiediamo ma: è proprio vero che la FIOM è l’unico sindacato rimasto dalla parte dei lavoratori o è solo una commedia per tenere buoni i lavoratori e intanto, accordo per accordo, indebolirne la forza e fiaccarne la resistenza ? Allora che Significato può avere lo sciopero generale della CGIL del 6 Maggio ? Una inutile parata fatta per accontentare i lavoratori o l’occasione per dimostrare, finalmente la forza della classe operaia ?
RITORNANDO AL CONTRATTO ELECTROLUX   
28/05/2012 
Nel numero di febbraio di questo foglio, ci eravamo chiesti se il sindacato avrebbe avuto il coraggio di schierarsi contro l’azienda, qualora essa avesse preteso il completamento, entro l’anno, dei 280 esuberi. Come era previsto dall’accordo del 2010.
Il caso voleva che, mentre lo distribuivamo ai lavoratori, si fossero quasi concluse le trattative per un nuovo accordo. Tale accordo allungava di altri due anni la questione degli esuberi, senza cambiare quasi niente del resto, se non ( cosa rilevante ma non fondamentale ) la distribuzione oraria della cassa integrazione. Non più la CIG a rotazione, ma la riduzione dell’orario di lavoro a 6 ore più 2 ore di CIG, per tutti.
In quel contesto il nostro articolo veniva letto distrattamente da alcuni o  volutamente travisato da altri: come se noi fossimo venuti a conoscenza che l’azienda avesse già deciso,  unilateralmente, di licenziare.
Poco male rimaniamo dell’idea che, sia questo che quello del 2010,  siano stati dei pessimi accordi; che potevano essere evitati con una lotta convinta sulla base di una proposta credibile e unificante, come:” no a esuberi e CIG ma riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario.” Questa avrebbe creato valore aggiunto a quel terzo di lavoratori che ha votato no al referendum su questo nuovo accordo e aumentato la forza dei lavoratori sugli accordi futuri. E’ ciò che è accaduto in Marcegaglia dove, nel referendum, il salario d’ingresso è passato solo per il voto
dei capi e degli impiegati; cioè la maggioranza degli operai ha votato contro.
Purtroppo invece all’Electrolux l’ opposizione è stata dir poco insufficiente. Infatti, una componente minoritaria interna alla FIOM ha invitato i lavoratori ( giustamente ) al voto contrario, ma senza una vera proposta alternativa che motivasse i lavoratori a seguirli.
Proponevano sostanzialmente di continuare col vecchio contratto del 2010; una proposta perdente in partenza ( se non ridicola ) e tutta interna  alle lotte fra i vertici FIOM nazionali.
Ultima nota: sappiamo di essere stati accusati di voler fare proseliti fra i lavoratori. Ebbene, la cosa non ci scompone minimamente in quanto è del tutto normale e legittimo che un partito cerchi adesioni.
Ma noi, al contrario degli altri partiti, le cerchiamo fra gli operai e i lavoratori dipendenti perché siamo convinti che le classi lavoratrici abbiano bisogno di un loro partito. Un partito operaio:” da se e per se”, come punto di riferimento programmatico e luogo di partecipazione politica di tutti gli sfruttati.
 CRISI ELECTROLUX : I NODI CHE VENGONO AL PETTINE 
04/11/2013
L’azienda annuncia nuovi esuberi e la quasi certa  delocalizzazione in Polonia. Per il momento lo stabilimento di Forlì sembra il meno esposto ma siamo solo agli inizi. Bando alle illusioni ! E’ solo una tattica  per spremere fino in fondo i lavoratori e magari , visti i precedenti, ottenere altri vantaggi: incentivi, aumento dei carichi di lavoro ecc. Ma è chiaro che l’azienda vuole chiudere anche a Forlì
Questo è il risultato di una  disastrosa  politica sindacale superata dalla storia e fuori dalla realtà. Oggi i padroni non hanno più nulla da dare  ma solo da pren dere: se dai loro una mano si vogliono prendere tutto.
Infatti, negli ultimi anni, l’azienda ha ottenuto tutto ciò che voleva: centinaia di esuberi, aumento dei carichi di lavoro, CIG che ha usato come flessibilità, incentivi, sgravi fiscali e riduzione dei salari (reali e relativi) . Poi, mentre maestranze di Forlì avviavano gli impianti polacchi, ha continuato a delocalizzare segmenti importanti di produzione.
E questo è avvenuto sostanzialmente in tutti gli stabilimenti italiani del gruppo.
Praticamente non si poteva fare meglio per aiutare l’Electrolux a proseguire verso la totale delocalizzazione degli stabilimenti italiani continuando a fare profitti: GROTTESCO!
Una beffa per i lavoratori e un crimine sociale contro la collettività; con il supporto delle politiche economiche dei vari Governi e dei loro complici: i vertici confederali.
A QUESTO PUNTO LA RISPOSTA NON PUO’ ESSERE CHE LA LOTTA
Basta con gli “sciopericchi”decisi dall’alto e privi di una strategia. Bisogna ricostruire un vero COORDINAMENTO fra i delegati RSU del gruppo Electrolux, per avviare fra i lavoratori un diffuso e approfondito confronto e renderli titolari delle scelte future. Solo opponendo una forza uguale  e contraria è possibile sconfiggere il padrone  che è disposto a concedere qualcosa solo se teme di perdere tutto.  Bisogna che i lavoratori tornino ad essere coscienti della propria forza per costringere i sindacati a chiudere per sempre con la concertazione  e le istituzioni a farsi carico del rilancio dell’azienda. PER CUI :                          
SE I PADRONI  VOGLIONO CHIUDERE O  LICENZIARE: BISOGNA  LICENZIARE I PADRONI  OCCUPANDO GLI  STABILIMENTI e RIVENDICARNE LA NAZIONALIZ ZAZIONE  (SOTTO CONTROLLO OPERAIO E SENZA INDENNIZZO ALLA PROPRIETA’).
……..E CERCARE ALLEANZE PER COSTRUIRE UN FRONTE UNICO DI LOTTA !
Bisogna coinvolgere altri settori di classe lavoratrice, chiedere il contributo e l’adesione  di altre categorie :degli operai delle fabbriche in crisi, che stanno per chiudere, che licenziano, che delocalizzano . Proponiamo un’alleanza fra tutte le realtà che intendono aprire una nuova e grande stagione di lotte e conquiste sociali che comprenda tutti i settori popolari colpiti dalla crisi: disoccupati, precari, giovani, pensionati poveri, cassaintegrati e, naturalmente, tutti quelli che ritengono che la parola compagni abbia un senso e sia possibile la via del socialismo.  
Proletari di tutto il mondo unitevi !                                                                                                                          
                                                       

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