• Senza categoria

Prete : diffiderò di te

Di Leo-Pard

In piazza san Giovanni, tra le tante personalità riformiste intervenute sul palco della manifestazione “Costituzione, la via maestra” ha parlato anche Don Luigi Ciotti.
Tutti lo conosciamo per la sua grande opera di recupero dei tossicodipendenti e per la fondazione dell’associazione “Libera” promotrice della legalità e della lotta antimafia.
La sua attività è stata socialmente utile ed esemplare, ma non è su questo che mi voglio soffermare.
Piuttosto è da analizzare il contenuto del suo discorso fatto sul palco di Roma.

Diciamo che l’omeliasi è incentrata sull’affermazione che “la costituzione è stata tradita”: tutte le volte che ripeteva questo anatema, iniziava con l’esporre un nuovo concetto, una nuova problematica ma che effettivamente non veniva affrontata analiticamente, apportando reali alternative o programmi da seguire (il caos regna sovrano… dunque?) .
Tant’è che le affermazioni di Ciotti si fanno grottesche nell’affrontare il problema della crisi: dice che “la costituzione è imbalsamata” ma che “non è un problema solo di crisi economica ( e dicendo “crisi economica” fa un gesto con le braccia come per dire “che è esagerata e che non se ne può più delle parole crisi economica”) ma soprattutto dice “crisi etica e culturale, di giustizia sociale e crisi politica”. Indubbiamente! Ma gesticolando e quasi “ridicolizzando” l’aspetto cruciale della crisi economia, getta nel cestino della spazzatura la lotta anticapitalista .

Inoltre afferma che “ la politica è al servizio del bene comune “ : questa è la solita illusione catto-comunista e pertanto riformista, tipica della sinistra italiana.
La politica oggi è serva dell’economia: la vera classe dirigente sono gli industriali ed i banchieri, non di certo Renzi, Bersani, Bossi, Grillo. Ma Berlusconi, Agnelli, Marchionne…
Ciotti prosegue riportando in auge il cavallo di battaglia di Ingroia :la lotta alla corruzione. Tale lotta avrebbe potuto liberare decine di miliardi di euro. Questa è un’altra illusione: come pensare di eliminare la corruzione, senza scardinare il sistema ed il regime che governa questa economia? Applicando le leggi? Le leggi le fa lo Stato ed è lo stesso Stato a non rispettarle, ( quando fa comodo ai padroni ) salvo farle rispettare al resto dei cittadini. 
Nei paesi europei più “civili” dove la corruzione è inferiore  che in Italia, non esiste una superiore giustizia sociale, e non è detto che non ci sia lo stesso una crisi etica , morale e politica!
Come tutti i preti, l’intento di Ciotti è quello di ricondurre la lotta nei binaridella pace sociale,ma  con la pace, fine a se stessa, non sfami il mondo, tantomeno fermi la mafia.
Necessario è mettersi sullo stesso piano del tuo nemico: la lotta anticapitalista contro la classe dirigente deve essere tanto dura quanto violento è l’affondo dei vari Marchionne, finanzieri e banchieri sulla vita di miliardi di uomini.

Dopodiché Ciotti parla degli F35. Non da un giudizio negativo sulla Tav e le grandi opere (rivelando appieno la sua natura riformista e non anticapitalista). Si dichiara  contro i campi di detenzione provvisoria, indicando come responsabile delle recenti morti di immigrati africani solo la legge Bossi-Fini, senza però nominare la legge Turco-Napolitano che aprì la strada allo schifo e alle tragedie che la cronaca di questi giorni ci riporta.
Ed ancora Ciotti critica la scelta di Poste Italiane di versare milioni di euro per salvare Alitalia, proponendo “ …che li utilizzassero per creare i servizi che non ci sono…”. Come se esistessero industriali buoni, interessati ai servizi, e quelli cattivi. Nella visione religiosa dell’uomo (e quindi dei preti come Ciotti) l’individuo nascerebbe cattivo, plagiato dal peccato, e solo l’avvicinamento a Dio potrà salvarlo dall’inferno.

Non è così! L’industriale, il banchiere, il manager segue il suo interesse, e se non lo fa, “buono” o “cattivo”, soccombe nello scontro tra capitalisti! Dunque è portato a servire solo ed esclusivamente l’interesse suo e della sua categoria, della sua classe sociale. 
Quindi i preti non potranno mai dire: lavoratori unitevi per ottenere i vostri diritti e per difendere i vostri interessi. Lui non lo farà mai: forse con giri di parole o con discorsi come questo riscuoterà applausi, e ingannerà tutti quelli che in lui vedono l’alternativa. Ecco l’errore! I lavoratori non devono vedere in un uomo solo l’alternativa, ma devono vedere il futuro in sé stessi, nella loro classe sociale .

Ciotti poi divaga sui recenti fatti di cronaca che hanno visto una madre ed un pensionato rubare in un supermercato , a causa della loro condizione di povertà , affermando che a questi fatti bisogna rispondere dicendo “PORCA MISERIA E MISERIA LADRA!”. 
Le cose sono due: o non sapeva cosa dire, o vede nel gesto dei due protagonisti, nonostante la loro precaria condizione economica, un atto grave, illegale, da condannare (ma da un promotore della legalità, che aspettarsi?).

Io invece vedo in questi gesti un sintomo di ribellione: appropriarsi di cose che ci spettano, come il “pane” e la “casa”, non può essere oggetto di critica. Il povero che ruba per mangiare, che occupa una casa perché non sa dove dormire, o l’operaio che occupa la fabbrica perché sta per perdere il lavoro, non sta rubando una sacra proprietà privata altrui, ma si sta solamente appropriando dei propri diritti: il diritto al lavoro, al cibo, alla casa.
Per tali ragioni i comunisti non possono e non devono applaudire tali parole, perché questo comizio difende i privilegi della classe dirigente a discapito degli oppressi. La proprietà privata non è sacra, in nessun caso: la loro ricchezza sono i nostri sacrifici, la fatica di chi lavora.

Il finale di questa omelia ovviamente non poteva che smascherare le intenzioni di Ciotti: quando ormai tutti hanno dimenticato, o non hanno capito il contenuto del discorso, incita gli auditori ad essere eretici (1)spiegandoci la radice greca della parola che significa “scelta”. Ciotti conclude dicendo “abbiate un giudizio autonomo, di non cedere alle malattie spirituali di oggi  :il cinismo e l’ indifferenza… diffidate da chi ha capito tutto.” Mancava solo l’appello alle offerte per la ristrutturazione della chiesa , l’orario delle confessioni e del rosario, poi la messa è ben servita.

Quindi caro prete diffideremo anche di te!


(1) I cattolici hanno sempre considerato il comunismo come un’ eresia e il marxismo come un sottoprodotto del cristianesimo ed è quindi significativo e del tutto logico che Don Ciotti vi si sia  appellato.
Spostare il problema dall’economia, dalla realtà dei rapporti di produzione, verso una lettura del tutto spirituale  dei rapporti fra gli uomini è tipico di una cultura politica che ignora ,saltando di pari passo l’illuminismo, il valore scientifico del marxismo  per attingere a tradizioni millenaristiche medioevali.
E’ il vecchio armamentario del solito inutile e fuorviante cattocomunismo…..Inutile quanto duro da sradicare.


Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.