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Confindù

 Di: Partigiano Stanziale
C’ è qualcosa di perverso, come un’ incubo ricorrente, nelle notizie sulla politica economica che tengono banco in questi giorni sulle prime pagine dei grandi quotidiani, primi fra tutti: “ Repubblica” e  ” Stampa “.
Gli industriali battono cassa e il governo, cioè le banche, temporeggia, dichiarando che i soldi sono pochi e non sarà facile reperire il miliardo di € richiesti sotto forma di sgravi fiscali.
Anche i sindacati, primi fra tutti CISL e UIL ma anche CGIL, rivendicano l’attuazione della fase due: il passaggio dal risanamento allo sviluppo.
Secondo Confindustria, il problema del sistema industriale italiano è la scarsa produttività ( secondo i dati recenti siamo ultimi in Europa ) e quindi , sia per investire nell’innovazione dei processi, sia per migliorare da subito  la competitività, bisogna rifornire le aziende di maggiore  liquidità.
Jacomo Morelli, presidente dei giovani industriali lancia nel frattempo il manifesto ideologico della futura classe imprenditoriale:” Questo esecutivo è composto da persone preparate e disponibili all’ascolto. Il mio invito è di avere coraggio nel fare tagli dal punto di vista fiscale per ridare potere di acquisto alle famiglie italiane”.
Quale sia la relazione fra la diminuzione delle tasse alle imprese e l’aumento del potere d’acquisto, il suddetto giovane rampante, però non lo spiega.
Insomma, viene da chiedersi : se lo stato incasserà meno, non dovrà tagliare ancora di più sul fronte dello stato sociale, aumentando così i costi dei servizi a carico dei salari e degli stipendi? Ma ! Misteri dell’economia; oppure ci vuol far credere che diminuiranno anche le tasse sui salari ? Ma via !
Il culmine del concetto però, il nostro giovane incravattato, lo raggiunge quando dice: “ L’obbiettivo  è creare imprese nelle maniera più semplice per aiutare i  temerari che vogliono farlo:  l’Italia dovrebbe diventare un esempio per il resto del mondo, il paese delle startup”.
Vale a dire un paese dove i padroni fanno quello che vogliono e il processo di creazione di nuove imprese è libero da ogni vincolo: ecologico, sociale e soprattutto salariale.
E’ evidente che lui si iscrive nelle file dei temerari; ergo: “ i soldi li dovete dare a noi ”.
Sul salario in particolare: quello che emerge da altri articoli pubblicati dai suddetti quotidiani padronali, risulta che la tendenza è quella di voler legare sempre di più il salario alla produttività ; vale a dire che se l’azienda fa profitto i salari migliorano, se invece perde i salari calano.
Anche questa non è certo una novità, ma una tendenza  in corso già da anni che però, i padroni, vogliono portare all’estremo. 
Un’ idea brillante, non c’è dubbio, peccato che i lavoratori non sappiano nulla dei bilanci dell’azienda in cui lavorano in quanto, chissà perché, sono segreti e poi, se calano i profitti,  chi è che non arriva alla fine del mese: il padrone o gli operai?
Se ne deduce che l’ideologia può produrre certi mostri che è difficile demolire, specialmente quando è alla base della politica economica dei Governi e riesce, con il controllo dei media, a far credere al popolino che certe idee siano nuove mentre, al contrario, sono trite e ritrite.
Ma si sa, riproporre sempre le stesse formulette ammantandole di originalità fa parte dell’arte di governare secondo il vecchio adagio di ogni classe dominante: “ Cambiare tutto per non cambiare niente “. 
Un trasformismo comune a tutto il mondo ma che  in Italia, paese creativo, è diventato sopraffino.
Comunque, per tornare al concreto, un’altra cosa che vien fuori dalla quantità di dati, interviste e analisi pubblicate è il rinnovato appello del Padronato ai sindacati che, dopo la prova di fedeltà  dimostrata a Confindustria e Governo col taglio delle pensioni e dell’art. 18, vengono invitati a concertare la suddetta fase due.
Vale a dire continuare a far argine contro eventuali ribellioni operaie ed organizzare un sistema contrattuale consono alla necessità di aumentare i profitti.
Niente di nuovo, i sindacati saranno come al solito disponibili  ma, siccome la lagislatura è al termine, devono ottenere in fretta qualcosa di concreto dal Governo sul piano dell’occupazione e dello sviluppo, per far risalire la china al loro referente politico principale ( il PD ) e fargli vincere le elezioni.
Qualcosa di marginale ovviamente, ma non del tutto effimero e di sicuro impatto propagandistico da spendere nella campagna elettorale.
Il problema che i margini di manovra del Governo sono estremamente ristretti, sforarli significherebbe rischiare di ricorrere al Fondo Salvastati e ciò comporterebbe il fallimento del protagonismo del Governo italiano a livello Europeo; per cui  dobbiamo aspettarci altre operazioni di macelleria sociale nei prossimi mesi.
Insomma è possibile che le contraddizioni aumentino mettendo a rischio il patto di ferro fra : banche, confindustria , sindacati e partiti fiancheggiatori del Governo  e che si riaprano, finalmente, nuovi spazi per la ripresa della lotta di classe.
 

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